Riva, il ristorante Al Volt è bottega storica trentina

RIVA DEL GARDA - Si è svolta in municipio la cerimonia di consegna ai titolari del ristorante Al Volt della targa di Bottega storica trentina.

A consegnare la targa, il sindaco Cristina Santi; a ritirarla, gli attuali titolari, i fratelli Miriam e Maurizio Poli, figli di Angelo Poli (della nota famiglia di distillatori di Santa Massenza)e Ilde Pedrotti, che nel 1965 acquistarono il pianterreno di Palazzo Oliari, storica dimora seicentesca in via Fiume, dove due anni più tardi daranno vita al ristorante Al Volt, oggi uno dei più noti della città.

Miriam e Fabrizio, emozionati e contenti, hanno dedicato l’attesa novità alla mamma: «È a lei e alle sue sapienti mani che fu affidata la gestione del ristorante -hanno spiegato- aiutata inizialmente da zia Elda e dalla figlia maggiore Mirta, prima del suo matrimonio e del trasferimento a Verona».

Nel 1981, dopo la morte di Angelo, Miriam e Maurizio subentrano nella gestione del ristorante. Maurizio nel frattempo si è sposato con Sylviane e Miriam con Alberto, dando così a mamma Ilde un’altra mansione: l’aiuto nella crescita dei nipotini. Con il subentro ai fornelli di Maurizio prima e di Tonina poi, la proposta culinaria del ristorante Al Volt si è via via evoluta.

Nel 2001 la struttura viene completamente ristrutturata, passando dal suo originario stile rustico a uno più elegante e ricercato. Oggi, passata la soglia dei cinquant’anni di attività, il locale è specializzato nei piatti della tradizione, rivisitati dagli chef alla ricerca di un equilibrato intreccio tra lago, mare e terra.

Per ricevere il titolo di Bottega storica trentina l’esercizio (da normativa) deve svolgere la propria attività da almeno cinquant’anni negli stessi locali e nello stesso settore merceologico, oppure in settori affini, a prescindere dagli eventuali mutamenti di denominazione, insegna, gestione o di proprietà, a condizione che siano state mantenute le caratteristiche originarie dell’attività; tale requisito può essere oggetto di deroga nel caso di trasferimento in altri locali della città, purché sia rimasta inalterata la caratterizzazione merceologica o di servizio. Inoltre è richiesta la presenza nei locali di elementi, strumenti, attrezzature e documenti di interesse storico, artistico, architettonico, ambientale e culturale, o particolarmente significativi per la tradizione e la cultura del luogo.

A consegnare la targa, il sindaco Cristina Santi; a ritirarla, gli attuali titolari, i fratelli Miriam e Maurizio Poli, figli di Angelo Poli (della nota famiglia di distillatori di Santa Massenza)e Ilde Pedrotti, che nel 1965 acquistarono il pianterreno di Palazzo Oliari, storica dimora seicentesca in via Fiume, dove due anni più tardi daranno vita al ristorante Al Volt, oggi uno dei più noti della città.

Miriam e Fabrizio, emozionati e contenti, hanno dedicato l’attesa novità alla mamma: «È a lei e alle sue sapienti mani che fu affidata la gestione del ristorante -hanno spiegato- aiutata inizialmente da zia Elda e dalla figlia maggiore Mirta, prima del suo matrimonio e del trasferimento a Verona».

Nel 1981, dopo la morte di Angelo, Miriam e Maurizio subentrano nella gestione del ristorante. Maurizio nel frattempo si è sposato con Sylviane e Miriam con Alberto, dando così a mamma Ilde un’altra mansione: l’aiuto nella crescita dei nipotini. Con il subentro ai fornelli di Maurizio prima e di Tonina poi, la proposta culinaria del ristorante Al Volt si è via via evoluta.

Nel 2001 la struttura viene completamente ristrutturata, passando dal suo originario stile rustico a uno più elegante e ricercato. Oggi, passata la soglia dei cinquant’anni di attività, il locale è specializzato nei piatti della tradizione, rivisitati dagli chef alla ricerca di un equilibrato intreccio tra lago, mare e terra.

Per ricevere il titolo di Bottega storica trentina l’esercizio (da normativa) deve svolgere la propria attività da almeno cinquant’anni negli stessi locali e nello stesso settore merceologico, oppure in settori affini, a prescindere dagli eventuali mutamenti di denominazione, insegna, gestione o di proprietà, a condizione che siano state mantenute le caratteristiche originarie dell’attività; tale requisito può essere oggetto di deroga nel caso di trasferimento in altri locali della città, purché sia rimasta inalterata la caratterizzazione merceologica o di servizio. Inoltre è richiesta la presenza nei locali di elementi, strumenti, attrezzature e documenti di interesse storico, artistico, architettonico, ambientale e culturale, o particolarmente significativi per la tradizione e la cultura del luogo.

La consegna del riconoscimento.

 

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