Riqualificazione della Fossa, lunedì il cantiere

SALÒ – Al via l’attesa (e contestata) riqualificazione di piazza Vittorio Emanuele II, la “Fossa”. Si lavora fino in primavera, poi cantiere in stand by fino all’autunno 2018. Ecco cosa prevede il progetto.

La sistemazione di Piazza Vittorio Emanuele II è parte di un complesso recupero del centro storico di Salò iniziato negli anni ’90 del Novecento, progettato dall’arch. Vittoriano Viganò.

La città dei pedoni (isole pedonali o zone a traffico limitato) ha riconquistato quasi tutto il centro storico (la città di prima del ‘900). Restano due itinerari carrai: per l’ingresso in centro di chi arriva da ovest (Itinerario via Pietro da Salò – via Bolzati) e per l’ingresso in centro di chi arriva da est e l’uscita verso ovest (itinerario via Brunati, largo Dante Alighieri, via Garibaldi) con la Fossa che li congiunge.

Oggi la Fossa è caratterizzata dalla predominanza dei manufatti funzionali al traffico automobilistico che hanno modificato i caratteri storici del luogo. La Fossa ha insomma perso la sua natura di piazza per diventare una grande rotatoria.

Il progetto prevede nuovi pavimenti, nuova piantumazione, nuovo arredo urbano, con ridefinizione degli spazi e dei loro limiti, ampliamento degli spazi pedonali e limitazione delle corsie carraie e dei parcheggi.

La Fossa dall’alto (Google Maps).

Lo scorso 29 agosto il Comune ha preso atto dell’efficacia dell’aggiudicazione dei lavori di sistemazione della piazza, attestando e accertando «la regolarità tecnico amministrativa di tutta la procedura di gara» e, quindi, sulla scorta di tale positiva verifica di regolarità delle operazioni di gara (cui hanno partecipato 188 imprese), procedendo all’aggiudicazione dei lavori alla ditta Ferrise Srl con sede a San Giovanni in Fiore (Cosenza).

L’impresa Ferrise ha formulato un ribasso del 18.84% sul prezzo a base di gara (890mila euro più 20mila per oneri), dichiarandosi disposta ad effettuare i lavori per 722.324 euro più oneri, ovvero 742.324 euro più Iva al 22%. Le opere di cantiere avranno così un costo di 905.635 euro, finanziato dal Comune con mezzi propri di bilancio.

Il cantiere comincerà l’attività il 2 ottobre e opererà fino alla primavera 2018, per poi essere sospeso e riprendere, per la conclusione dell’intervento, nell’autunno del prossimo anno. Prima si interverrà sul lato verso il Complesso Gasparo, utilizzando per la viabilità la corsia sul lato opposto.

Il progetto, redatto dall’arch. Marcello De Carli, prevede la creazione di una nuova piazza, valorizzata come luogo di socialità e di incontro, ruolo oggi svilito da una viabilità eccessiva e da troppe auto in sosta. Parcheggi per le moto e zona taxi saranno trasferiti in piazza Sergio Bresciani.

Il chiosco edicola troverà una nuova collocazione in piazza Leonardo da Vinci; è invece già stato rimosso il chiosco bar, che aveva una concessione scaduta da 3 anni, prorogata di anno in anno in attesa dei lavori (si valuta la possibilità di collocarlo nel giardino Ebranati ed assegnarlo tramite un nuovo bando).

 

La planimetria del progetto.

Le indicazioni progettuali

Riportiamo i passaggi fondamentali della relazione paesistica redatta dal redattore e responsabile del progetto, l’architetto Marcello De Carli, per illustrare le linee guida dell’intervento che di fatto porterà in dotazione alla città una nuova piazza.

Lo stato attuale della piazza. Lo stato attuale della Fossa è il risultato di un processo storico che ha definito, fino alla metà dell’Ottocento, una sua identità ancora oggi riconoscibile, ma alterata dagli interventi fatti nel Novecento a servizio dell’automobile.

É uno spazio confinato di grande dimensione, delimitato da cortine edilizie storiche, affacciato sul lago. Spazio unitario di margine fra città murata e borghi, come ne esistono nelle città italiane, che può ospitare svariate attività. Il suo carattere è stato in parte modificato a fine Ottocento, con la costruzione della navata di ippocastani e la successiva definizione dell’isola centrale, come spazio dei pedoni contrapposto a quello delle carrozze. La Fossa è parte del sistema degli spazi pubblici della città storica, che hanno oggi una nuova connotazione linguistica, definita dal progetto di Viganò.

Rendering progettuale dell’area antistante la torre dell’Orologio.

Viabilità: la corsia stradale. Come previsto, resta necessariamente una strada carraia che dà continuità all’itinerario cittadino ovest-est. Gli strumenti di pianificazione attualmente non prevedono alternative a questo itinerario. Come nel progetto di Viganò, è mantenuto l’uso carraio del lato ovest dell’attuale anello, che conserva esattamente la sua sede, con la sola eccezione dello svincolo su piazza Dante Alighieri, ridimensionato nel rispetto delle esigenze minime del traffico carraio.

La strada, che attraversa uno spazio prevalentemente pedonale, è progettata come “zona 30 km/h”. I raggi di curvatura, non minori di 12 m, sono idonei per la circolazione di traffico pesante, in particolare per gli autobus interurbani anche di grandi dimensioni (lunghezza fino a 13 m; raggio di volta fino a 11 m; raggio di ingombro fino a 12 m).

Sono previsti tre principali attraversamenti pedonali, rialzati a quota marciapiede, in corrispondenza: alla Chiesa della Visitazione; al sottopasso del complesso Gasparo da Salò; all’accesso ai negozi siti all’interno dell’isolato compreso fra la Fossa e via San Bernardino. Il rialzo dei passaggi pedonali serve anche come strumento di rallentamento per la zona 30.

Impianto urbano della nuova piazza. Tutto la spazio restante, tolta la strada carraia, è trattato come un unico spazio pedonale. Gli ippocastani esistenti (tutti salvaguardati) formano una grande navata, uno spazio con una identità forte. L’isola centrale è diventata uno spazio familiare nella scena urbana di Salò. È un elemento primario nella memoria dei residenti. Il progetto parte da questo fatto urbano: prevede la conservazione della navata di ippocastani e un segno a pavimento in pietra chiara (Botticino) che conserva la memoria dell’isola centrale, anche se ha perso la sua funzione per il traffico.

Planimetria di progetto per la piazza della porta dell’orologio.

La Porta dell’orologio. Il progetto restituisce alla Porta il ruolo di protagonista, liberando la vista dalla strada per Brescia (via Garibaldi) e creando uno spazio di sua pertinenza (invece dello svincolo con aiuola). Per progettare questo spazio è stata recuperata, rielaborandola, una idea di Vittoriano Viganò: la proiezione orizzontale di una ideale piccola piazza rettangolare, delimitata da elementi di arredo urbano. Verso Largo Dante Alighieri, il dislivello fra piazza e strada ed un parapetto proteggono lo sguardo dal traffico.

La Chiesa della Visitazione. Il progetto deve restituire alla chiesa il ruolo di protagonista, identificando nella composizione uno spazio di sua “pertinenza”. Anche senza costruire un impossibile sagrato, il progetto allude a un sagrato, disegnando un pavimento che identifica un’area di pertinenza ideale della chiesa, che prevale anche sulla strada carraia: la quota è quella del pedonale; il pavimento è quello del Sagrato. Il pavimento ha un fondo in lastre di granito bianco, materiale che può reggere il traffico pesante, con intarsi in serpentino.

Planimetria di progetto per il sagrato della Chiesa della Visitazione.

Piantumazione. A nord, per dare ombra anche alla piazza della Porta dell’Orologio, sono previsti alcuni elementi puntuali (lecci). La pedonalizzazione dal lato est della piazza consente, senza interferire con la vista a lago, la sua ripiantumazione con un “tessuto” (un micro bosco) integrato col “tessuto” del pavimento, offrendo alle piante spazi più ospitali di quelli ricavati nell’attuale maciapiede. Le essenze impiegate sono quelle tipiche del paesaggio agrario del lago (aranci e olivi).

Disegno del suolo della piazza e materiali. Il progetto riusa materiali del progetto Viganò, per uniformità, perché sia confermato il carattere del centro storico: cubetti di porfido e lastre di Botticino.

Questi materiali prevalenti sono accostati ad altre pietre, in un disegno a righe parallele alla sponda del lago, a scandire l’avvicinamento all’acqua, con l’inserto della “piazzetta” della Porta dell’Orologio (in Botticino) e del “sagrato” della Chiesa (in Montorfano). Le righe di lastre, distribuite lungo i 150 m della piazza, sono in porfido, in granito di Montorfano (quelle che segnano le principali campiture) e, a disegno, con i colori scuri a monte e i colori tenui a lago, in Rosso Verona, Botticino, Serpentino, giallo Verona, beola bianca, verdello o Verde Alpi. Come una tessitura, senza contrasti violenti, perché le pietre non sono lucide.

Le panchine. In altri punti, per lo più vicino agli alberi di prima grandezza (gli ippocastani e qualche nuova pianta) il suolo viene sagomato diventando seduta, per guardare il lago, chiacchierare, come già avviene oggi.

Queste panche in pietra a volte sono solo dei parallelepipedi, per la seduta informale dei più giovani, a volte sono attrezzate con sedute e schienali in legno, per la seduta formale, composta e comoda, dei più anziani. Fra le aiuole del lato est sono installate, l’una di fronte all’altra, delle panchine in foglio sagomato di lamiera traforata.

Pubblica illuminazione. Il progetto prevede il rifacimento dell’impianto esistente, con nuovo impianto a norma. I nuovi punti luce sono di serie, scelti con i criteri del minimo impatto sulla visione del paesaggio e della continuità estetica con gli apparecchi già esistenti sul lungolago.

Fossa: una veduta di fine Ottocento, prima della formazione della rotatoria piantumata con gli ippocastani.
La Fossa e la torre dell’Orologio in una cartolina d’epoca.
In questa prima fase il cantiere opererà sul lato della piazza situato verso il Complesso Gasparo. Il traffico veicolare verrà deviato sulla corsia oggi riservata alla sosta (lato Hotel Commercio).

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