Fusioni comunali in Trentino. E nel Bresciano?

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TRENTINO – Sono 15 su 19 i referendum sulle fusioni fra comuni, tenuti il 7 giugno, che hanno avuto esito favorevole. 45 comuni andranno a fusione, facendo scendere il numero complessivo dei comuni trentini da 208 a 178.

Tutti i 55 comuni interessati hanno raggiunto il quorum del 40% di affluenza necessario per la validità dei referendum. La fusione è passata in 15 casi su 19.

Non è il caso di valutare provvedimenti simili anche nel Bresciano? Ha ancora senso, per esempio, l’esistenza di due Comuni limitrofi come Magasa (141 abitanti) e Valvestino (213 abitanti)? Ma perchè non pensare anche a fusioni tra Comuni più grandi?

Tempo fa l’ex assessore salodiano Aurelio Nastuzzo aveva avanzato la proposta di pensare ad un grande municipio che abbracciasse i territori di Salò, Gardone Riviera, San Felice del Benaco e Roè Volciano, nel nome dell’unione delle forze e della razionalizzazione delle risorse.

Attraverso la fusione si fa un’opera di semplificazione amministrativa senza snaturare l’identità di una comunità: si ha un solo bilancio, un solo regolamento edilizio, la possibilità di fare politiche tributarie molto più efficaci.

Quanto alla situazione trentina, questo il responso referendario.

Sì alla fusione:

Altavalle, mediante la fusione dei comuni di Faver, Valda, Grumes e Grauno;
Altopiano della Vigolana, mediante la fusione dei comuni di Bosentino, Vattaro, Vigolo Vattaro e Centa San Nicolò;

Amblar-Don, mediante la fusione dei comuni di Amblar e Don;
Borgo Chiese, mediante la fusione dei comuni di Brione, Cimego e Condino;
Borgo Lares, mediante la fusione dei comuni di Bolbeno e Zuclo;
Castel Ivano, mediante la fusione dei comuni di Strigno, Spera e Villa Agnedo;
Cembra Lisignago, mediante la fusione dei comuni di Cembra e Lisignago;
Madruzzo, mediante la fusione dei comuni di Calavino e Lasino;
Porte di Rendena, mediante la fusione dei comuni di Villa Rendena, Vigo Rendena e Darè;
Primiero San Martino di Castrozza, mediante la fusione dei comuni di Fiera di Primiero, Tonadico, Transacqua e Siror;
Tre Ville, mediante la fusione dei comuni di Ragoli, Preore e Montagne;
Vallelaghi, mediante la fusione dei comuni di Terlago, Vezzano e Padergnone;
Ville d’Anaunia, mediante la fusione dei comuni di Tuenno, Nanno e Tassullo;
Sella Giudicarie, mediante la fusione dei comuni di Breguzzo, Bondo, Lardaro e Roncone;
Contà, mediante la fusione dei comuni di Cunevo, Flavon e Terres.

No alla fusione
Albiano Lona Lases, mediante la fusione dei comuni di Albiano e Lona Lases;
Civezzano Fornace, mediante la fusione dei comuni di Civezzano e Fornace;
Rendena Terme, mediante la fusione dei comuni di Caderzone Terme, Bocenago e Strembo;
Tesino, mediante la fusione dei comuni di Pieve Tesino, Castel Tesino e Cinte Tesino.

Le prime elezioni nei 15 nuovi comuni che nasceranno dalle fusioni sono previste nella primavera del 2016. In autunno di quest’anno, invece, si voterà nei 10 comuni dove la fusione è stata respinta, per eleggere sindaco e consiglio comunale.

 

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