Giacomo Vittone: l’arte per diletto

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RIVA DEL GARDA – Dopo la mostra a lui dedicata a vent’anni dalla scomparsa, «Il paesaggio umano di Giacomo Vittone», venerdì 30 ottobre alle ore 17.30 al Museo di Riva del Garda un convegno sull’artista.

Si illuminerà la figura di Giacomo Vittone attraverso le parole dello studioso Pietro Marsilli e le interviste agli amici raccolte dalla co-curatrice Roberta Bonazza. Apriranno l’incontro le istitituzioni con i rappresentanti dei Comuni di Tenno, di Riva del Garda e di Arco, insieme ad una breve introduzione del direttore del MAG Giovanni Pellegrini (considerando il contributo che Giacomo Vittone ha dato alla nascita del museo) e al direttore di Casa Artisti Franco Pivetti. Un modo per meglio comprendere il mosaico articolato che si compone di tanti piccoli tasselli lucenti.

L’incontro-omaggio a Giacomo Vittone muove dalla volontà di traghettare l’amore per l’arte che animava i suoi giorni, insieme ai valori comunitari che lo vedevano impegnato nella vita sociale e culturale del territorio altogardesano e del Tennese. E proprio Riva del Garda è il luogo che lo accoglie nel 1935 e che diventa per Vittone luogo di ispirazione e di attiva presenza.

Scrive Giacomo Vittone nei suoi appunti autobiografici riferendosi all’approdo a Riva del Garda: “Qui ho trovato il mio ambiente. Un vero paradiso per artisti; una profusione di motivi che invitano al raccoglimento, alla poesia, alla meditazione. Qui anche nei momenti di tempesta, la tragedia diventa armonia” e prosegue citando il territorio tennese “E’ su questi monti che ho passate e passo ancora le ore più belle. Fra questi monti ho trovato gli amici più cari, le ispirazioni più confortanti. Qui tutto mi parla di cose belle: i sentieri, i campi, gli alberi, i sassi, la terra.” Forse sta proprio in questo felice connubio di luogo e ispirazione il particolare attaccamento affettivo al territorio, la sua lunga permanenza in zona e la presenza attiva nella vita sociale e culturale.

Nel corso dell’incontro sarà presentato il catalogo della mostra, una pubblicazione che raccoglie le opere prestate dagli amici più cari, e che diventa il modo vivo e concreto per dare forma e per rendere collettivo il patrimonio culturale da lui costruito nel corso della sua lunga vita.

Per sottolineare l’intreccio di rapporti che Vittone ha intessuto con il territorio, verranno presentate le interviste degli amici di Riva del Garda, di Tenno e di Arco. Un sottofondo corale fatto di ricordi e di aneddoti. Così attraverso la narrrazione si svela il retroscena del quadro e si scopre che un mazzo di rose rosse appeso in mostra è il regalo disegnato da Vittone davanti agli occhi della signora Ines “Belòta” nel giorno stesso del suo compleanno, come regalo del pittore. Come i tanti dipinti che Vittone spediva da Ostia, dopo la sua partenza da Riva nel 1963, all’interno di tubi di cartone che venivano recapitati dal postino a casa degli amici; spesso scorci del paesaggio tennese che lui dipingeva a memoria, seppur lontano.

Sono tanti i contributi: “Un uomo buono. Riservato e gentile”, “Uno spirito libero”, “Un uomo generoso. Tutti ricordano la gioia di vedersi recapitare a casa un suo quadro avvolto dentro un cilindro di cartone”, “Un pittore abilissimo, capace di disegnare davanti ai tuoi occhi un mazzo di fiori che sembrava appena colto”, “Un uomo che teneva molto alle persone. Manteneva le relazioni scrivendo lettere sincere e affettuose”. “Un uomo di grande rigore e di grande ironia” …

Giacomo Vittone nasce a Torino il 13 dicembre 1898 e comincia a dipingere giovanissimo. Seguendo la sua predisposizione istintiva nel 1916 frequenta lo studio torinese dei fratelli Gatti dove ha modo di incontrare numerosi artisti. Nle 1917 parte per il fronte e combatte sul Carso vivendo di persona la ritirata di Caporetto. Dopo la guerra trova impiego presso alcune ditte venete e nel 1926 viene assunto da un importante istituto di credito. Si spossa a Pola nel 1928 e nel 1935, per motivi di lavoro, si stabilisce a Riva del Garda dove intensifica la sua attività di pittore  stringendo rapporti con quanti operano in luogo: Pizzini, Paluselli, Bonat, Susat, Simeoni, Dal Lago ed altri. Alla continua ricerca di luoghi suggestivi, scopre i paesaggi del tennese e il suo prediletto “Regno di Calvola” dove più tardi nascerà l’idea di una Casa per gli artisti.

Nel 1945 comincia a firmare i suoi quadri con lo pseudonimo Pictor dominicus o semplicemente Dominicus. Oltre a dedicarsi alla pittura si interessa con passione della vita culturale dela città e nel 1945 viene nominato curatore del Museo Civico di Riva del Garda. Si impegna nella ricostruzione di questa istituzione aggiungendovi il primo nucleo della biblioteca civica. Nel 1955, dopo numerose attestazioni, riceve dall’amministrazione comunale di Riva la medaglia d’oro di benemerenza per la sua opera in favore del museo e della cultura locale. Negli anni ’60 con l’aiuto di alcuni fedeli amici che gli vogliono donare una casa, dà vita alla Casa degli artisti che da allora porta il suo nome. Sempre in quel periodo si trasferisce ad Ostia dove muore nel 1995.

L’incontro è promosso dalla Provincia autonoma di Trento, dai Comuni di Tenno, di Arco e di Riva del Garda.  Curato da Franco Pivetti e Roberta Bonazza.

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