Di chi sono i beni comuni?

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TOSCOLANO – «La “nuova proprietà” dei beni comuni» è il tema del seminario in programma sabato 14 novembre al Centro Studi Toscolano (nella foto), in via Religione.

La prima parte del convegno, a partire dalle 14.30, darà conto, con interventi di esperti relatori, del dibattito teorico in corso fra i giuristi e sollevato da Stefano Rodotà sulla sorte di certi beni che dovrebbero essere gestiti dalla collettività di riferimento e non appartenere né allo Stato (compresi gli enti territoriali) né ai privati.

La seconda parte, dalle 17, si occuperà dei problemi locali, tra cui la sorte di villa Zanardelli.

L’evento, come detto, è promosso dal Centro studi Toscolano. Info qui: www.centrostuditoscolano.it.

Il programma

Ore 14.30

Saluto del sindaco Delia Maria Castellini

Presiede Paolo Grossi

Introduzione di Giovanna Visintini

Lisia Carota: Dai beni pubblici ai beni comuni

Ugo Mattei: Il benicomunismo e i suoi nemici

Matteo Pandimiglio: Attuali tendenze in sede di regolamenti comunali sui beni comuni

Eugenio Somaini: Intreccio tra beni comuni e beni privati

Ore 17

Presiede Alberto Martinelli

Ignazio Parini: Le buone pratiche nel recupero e valorizzazione di edifici di interesse storico: l’esperienza del castello di Padernello

Davide Boni: L’esperienza di Padernello è riproducibile nel territorio di Toscolano-Maderno?

Dibattito con la cittadinanza, che è invitata a partecipare.

Cos’è un “bene comune”?

Stefano Rodotà spiega che ci sono beni che non coincidono né con la proprietà privata, né con la proprietà dello Stato, ma esprimono dei diritti inalienabili dei cittadini. Questi sono i “beni comuni”: dal diritto alla vita al bene primario dell’acqua, fino alla conoscenza in rete. Tutti ne possono godere e nessuno può escludere gli altri dalla possibilità di goderne.

La conoscenza in rete, su cui Rodotà si sofferma in quanto uno dei beni comuni di ultima generazione, è un bene che implica la condivisione e la partecipazione attiva nella produzione di conoscenza. Ciò implica che non può essere privatizzato né sottoposto a restrizioni.

Il punto di incidenza dei diritti fondamentali – e quindi il naturale destinatario dei beni comuni – non è più il soggetto ma la “persona”, un termine che l’attuale giurisprudenza va recuperando in quanto meno astratto e più concreto. E’ proprio sulla persona, inoltre, che ruotano le biotecnologie, nuove sfide della contemporaneità che generano altri diritti, altri beni e altre problematiche.

Qui sotto la lectio di apertura della quinta edizione di “Pistoia – Dialoghi sull’uomo” di Stefano Rodotà sul tema “Beni comuni: la ragionevole follia” – 23 maggio 2014.

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