Nursery per i pesci, la seconda vita degli alberi di Natale

LAGO DI GARDA – Singolare iniziativa dell’Unione pescatori sportivi: gli alberi di Natale dismessi diventeranno nursery per il persico reale.

Una seconda vita per gli alberi di Natale solitamente destinati, dopo l’Epifania, alla discarica o a bruciare nel caminetto: diventeranno “nursery” per i pesci. Nello specifico per i persici reali, che nell’intreccio dei rami di pini e abeti trovano l’habitat ideale per deporre le uova.

È uno dei progetti dell’Unione Pescatori Sportivi del Garda (www.upsdelgarda.it), che riunisce le otto associazioni di pescatori dilettantistici del lago (per un totale di mille soci) e che ha per finalità la tutela e la difesa della fauna ittica e delle acque.

«Dopo le feste – spiega Stefano Govi, vice presidente dell’UPSdG – raccoglieremo gli alberelli utilizzati dai Comuni per addobbare vie e piazze e li poseremo sul fondale nel mese di marzo a due diverse profondità, 7 e 40 metri. Nel primo caso andranno a costituire un ideale areale di frega per il persico reale, nel secondo un adeguato sito di riposo, dove il persico potrà svernare».

L’idea dell’UPSdG riprende un’iniziativa già attuata con successo sul lago di Como e sperimentata lo scorso anno anche a Riva. Il progetto si rifà peraltro all’antica consuetudine di ammassare sul fondo dei laghi prealpini fascine di rami che costituivano un habitat ideale per i persici.

L'operazione "alberi di Natale" era già stata attuata in via sperimentale lo scorso anno.
L’operazione “alberi di Natale” era già stata attuata in via sperimentale lo scorso anno.

Il progetto, presentato nei giorni scorsi in Comunità del Garda, è una delle tante iniziative programmate dall’UPSdG, che riunisce otto società dilettantistiche di pesca sportiva operanti nel bacino del Benaco ed ha come obiettivo la salvaguardia, la difesa e il rispetto del lago di Garda, della sua fauna e delle sue acque.

Ecco le altre.

La locandina informativa di UPSdG

UPSdG ha ideato e realizzato una esaustiva e chiara locandina che riporta in tre lingue (italiano, inglese e tedesco) le principali norme che regolamentano l’attività di pesca e la sicurezza vigenti sul Benaco. La locandina riporta tra l’altro le misure minime e i periodi di divieto delle varie specie. Puntualizza inoltre il divieto assoluto di cattura di Alborella, Carpione e Anguilla. Viene ben evidenziata la distanza che le imbarcazioni devono tenere dalle boe segnasub e quella che, sempre i naviganti, devono rispettare da chi sta praticando la pesca a traina inequivocabilmente segnalata da bandierina rossa issata a bordo. La locandina riporta inoltre importanti numeri per la sicurezza dei frequentatori benacensi, tra cui la Guardia Costiera. Vi è inoltre ben evidenziato il numero delle guardie volontarie UPSdG alle quali ci si può rivolgere per segnalare illegalità e abusi perpetrati ai danni del Garda e del suo ecosistema. A nostro parere la nostra locandina potrebbe essere apposta in ogni comune rivierasco, in zona appropriata, come veicolo di istruzione ed educazione dei frequentatori e dei turisti che affollano il Garda soprattutto nella bella stagione.

Tutela del luccio autoctono del Garda

Da tempo UPSdG segnala e sostiene la necessità di individuare zone nelle quali creare le condizioni di tutela totale per la conservazione e proliferazione del luccio autoctono gardesano durante il periodo di frega. Le aree, già da noi individuate, dovranno essere vagliate in accordo con le competenti autorità, dovranno essere a protezione integrale, zone cioè nelle quali sia bandita ogni attività di prelievo sia dilettantistica che professionale per la fascia che va dal battente dell’onda fino alla batimetrica dei 25 metri, nel periodo di riproduzione degli esocidi.

A difesa dell’importantissima fase riproduttiva del luccio e in base alla nostra provata esperienza, riteniamo opportuno anticipare il periodo di rispetto della frega portandolo dal 31 dicembre al 15 aprile. Le motivazioni che ci inducono a presentare tali richieste riguardano la nostra concreta preoccupazione verso una specie tipica gardesana che si sta mostrando in particolare sofferenza nei confronti del prelievo esercitato e del sempre più incombente impatto ambientale.

Sempre a salvaguardia del luccio e ritenendolo metodo di pesca altamente catturante, UPSdG auspica che la tecnica di pesca con pesciolino vivo o morto venga vietata per il periodo dal 1 ottobre al 31 dicembre di ogni anno.

Sempre in riferimento alla pesca con pesciolino vivo o morto UPSdG ritiene che sia estremamente consigliabile rendere obbligatorio l’uso del finale metallico (cavetto in acciaio) per la pesca con tale tecnica nei periodi in cui essa sia permessa. Questo onde evitare che il luccio recida il terminale in nylon rimanendo con ami o ancorotti nell’apparato boccale, situazione che lo porterebbe ad un inutile decesso.

Un esemplare di luccio.
Un esemplare di luccio.

L’Aola day

UPSdG esprime tutta la sua preoccupazione anche per un’altra specie estremamente a rischio nel bacino del Garda: l’Alborella o, come comunemente la chiamano i gardesani, l’aola.

UPSdG intende organizzare una o più giornate dedicate alla posa di apposite cassette opportunamente preparate che contengano ghiaia. Tali cassette verrebbero posate nei periodi di frega del piccolo ciprinide in quei luoghi in cui le alborelle sono ancora presenti e attive. Successivamente i recipienti verrebbero trasferiti in luoghi gardesani da individuare con le competenti autorità ma che abbiano le caratteristiche adatte alla schiusa delle uova e alla proliferazione degli avannotti del ciprinide.

Una volta individuate tali zone si provvederà alla adeguata preparazione del letto di schiusa e a transennarlo, provvedendo, con apposita cartellonistica, a vietare la fruizione della zona spiegando l’importanza del provvedimento e dell’esperimento.

Il reperimento delle uova potrebbe costituire un problema, in alternativa UPSdG propone che il reperimento della preziosa deposizione potrebbe essere effettuato in quei bacini in cui l’Alborella sia ancora presente in gran numero.

Un esemplare di alborella, specie sempre più rara nel Garda.
Un esemplare di alborella, specie sempre più rara nel Garda.

Divieto di pesca sui moli dei porti per la salvaguardia della minutaglia

UPSdG ritiene necessaria anche l’estensione a tutto il bacino gardesano del divieto di pesca dai moli dei porti e dai manufatti delle zone portuali per il periodo estivo. La misura si rende a nostro avviso necessaria per la massiccia presenza in tali spazi acquei di migliaia di avannotti di tutte le specie presenti nel Garda, tra cui anche quelle più pregiate. Allo scopo di salvaguardare tale ricchezza ittica UPSdG propone di vietare l’attività di pesca in tali zone per il periodo che va dal 1 giugno al 30 settembre di ogni anno nella fascia oraria che va dalle ore 08,00 alle ore 17,00.

La misura vedrebbe inoltre salvaguardato il flusso turistico che frequenta numeroso tali siti senza incorrere in possibili incidenti dovuti alla presenza di attrezzi da pesca manovrati o deposti lungo le vie di accesso e transito.

Guardie volontarie per l’istruzione e il controllo dell’attività di pesca

UPSdG ritiene che una più massiccia presenza di sorveglianza ambientale/faunistica sul bacino del Garda sia auspicabile e necessaria. A tale scopo si fa richiesta alle competenti autorità di dare la possibilità di istituire al più presto nuove guardie volontarie sull’esempio di quelle già presenti nel veronese e operanti a nome di UPSdG. Noi stessi vorremmo portare alla Vostra attenzione gli ottimi risultati ottenuti in questi anni dalle nostre guardie volontarie e sulla base di queste risultanze ribadire l’assoluta necessità di incrementare il numero dei volontari nella provincia di Verona e di crearne di nuovi anche nelle province di Brescia e Trento.

Un connubio, quello delle guardie volontarie e delle locandine, che nelle intenzioni di UPSdG porterebbe ad una maggiore educazione dei frequentatori del Garda, ad una maggiore informazione su normative spesso sconosciute ai più e un monitoraggio faunistico/ambientale sempre più necessario nel bacino benacense.

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