Goldin e Serrano, Kulik e Bertoglio: grandi artisti in mostra a San Martino

DESENZANO DEL GARDA – L’Osteria alla Torre si è vestita “a festa” e ha scelto di offrire ai suoi clienti la visione di una raccolta di opere di grande valore e significato, inaugurata lo scorso Natale e aperta al pubblico fino al prossimo febbraio.

L’inverno alla Torre di San Martino non è mai stato così artistico: il programma prevede una serie di eventi ed esposizioni per “colorare” gli ultimi mesi del 2017 e i primi mesi del nuovo anno, con una moltitudine di artisti – raccontano gli organizzatori – “in grado di soddisfare anche gli osservatori più esigenti”. Una collettiva di artisti contemporanei di fama internazionale, da lustrarsi gli occhi: fino al prossimo febbraio all’interno nel noto ristorante gardesano sarà possibile ammirare le opere di Luis Serrano, Maria Magdalena Campos-Pons, Franko B, Matteo Basilè, Edo Bertoglio, Olek Kulik, Yasumasa Morimura e Nan Goldin (info e biografie di seguito).

In contemporeana, l’Osteria alla Torre espone una selezione di oggetti estremamente significativi, posizionati sugli stessi tavoli del ristorante, su gentile concessione di Gino Seguso (figlio di Archimede Seguso) che ha messo a disposizione alcuni dei pezzi più pregiati della sua collezione privata.

L’Osteria alla Torre di San Martino è aperta anche a Capodanno. Per info e prenotazioni [email protected] oppure 030 9108261

Nella foto sopra: due opere di Morimura (a sinistra) e Campos-Pons (a destra).

Informazioni sugli artisti presenti

Tradizione familiare nel vetro di Murano dal 1397. Lampadari, oggetti e installazioni personalizzate. Seguso è presente in oltre 75 musei di tutto il mondo. I Vetri di Archimede Seguso si presentano come una tra le più grandi collezioni di vetri del ventesimo secolo di un unico artista e sono un documento importante per il vetro di Murano del ‘900; sono opere originali che descrivono il gusto di cent’anni e sono completate da documentazione cartacea di disegni, di documenti , libri.

Luis Serrano, nato a Madrid, laureato alla Facoltà di Belle Arti dell’Università Complutense di Madrid, si è specializzato in Storia dell’Arte presso l’Università “La Sapienza” di Roma. D’impianto prevalentemente figurativo, il lavoro di Luis Serrano si misura con tutti i generi tradizionali, venandoli di connotazioni iperrealiste.

María Magdalena Campos-Pons (1959) nata nella provincia di Matanzas, nella città di La Vega, a Cuba. È cresciuta in una piantagione di zucchero in una famiglia con radici nigeriane, ispaniche e cinesi. I suoi antenati nigeriani furono portati a Cuba come schiavi nel XIX secolo e tramandarono tradizioni, riti e credenze. Il suo patrimonio poliglotta influenza profondamente la pratica artistica di Campos-Pons, che combina diversi media tra cui fotografia, performance, pittura, scultura, film e video.

Franko B è nato a Milano e ha vissuto a Londra dal 1979. Nel 1990 ha incominciato a lavorare in campo artistico utilizzando il video, la fotografia, le performance, la pittura e la scultura mescolando vari media. Ha fatto performance al Tate Modern, al Tate di Liverpool e nelle principali piazze artistiche internazionali

Matteo Basilé (1974) vive e lavora a Roma. Inizia la sua carriera a metà degli anni ’90 ed è tra i primi artisti in Europa a fondere arte e tecnologia. Basilé possiede la straordinaria capacità di conciliare idee opposte come il bello e il grottesco, reale e surreale, naturale e artificiale

Edo Bertoglio (1951), fotografo della trasgressione newyorkese e delle icone della cultura pop, è un fotografo e regista svizzero naturalizzato italiano. Dopo il diploma in regia e montaggio presso il “Conservatoire Libre du Cinéma Français “ (Parigi 1975) si trasferisce prima a Londra e nel 1976 a New York, dove rimane per quattordici anni. Collabora regolarmente alla rivista “Andy Warhol’s Interview” dal 78 all’82.

Oleg Kulik, russo di origine etnica ucraina, è un artista di fama mondiale, noto per le sue prestazioni e azioni radicali. Opere dal cosiddetto ciclo animalesco, dove inibisce un personaggio animale, è diventato un emblema della sua arte negli anni ’90. È considerato uno dei principali, se non il principale esponente di un’espressione artistica crudelmente naturalistica e provocatoria. Attualmente espone a Londra presso la Saatchi Gallery (tra le gallerie più importanti del pianeta e la più innovativa che mira a fornire un forum innovativo per l’arte contemporanea, presentando anche il lavoro di giovani artisti in gran parte invisibili o da artisti internazionali il cui lavoro è stato raramente o mai esibito nel Regno Unito…)

Yasumasa Morimura (Osaka, 11 giugno 1951) è un artista giapponese. Si appropria di immagini di opere di artisti storici (da Edoard Manet, Rembrandt, fino a Cindy Sherman) e le riproduce come proprie sviluppandole con una definizione personalissima.Yasumasa Morimura (nato nel 1951 a Osaka, in Giappone) ha lavorato come fotografo e regista concettuale per oltre tre decenni. Attraverso l’uso estensivo di oggetti di scena, costumi, trucco e manipolazione digitale, l’artista si trasforma magistralmente in soggetti riconoscibili, spesso dal canone culturale occidentale. Morimura ha basato opere su dipinti seminali di Frida Kahlo, Vincent Van Gogh e Diego Velázquez, oltre a immagini raccolte da materiali storici, mass media e cultura popolare. Il lavoro di Morimura è stato raccolto da numerose importanti collezioni pubbliche e private, tra cui il Whitney Museum of American Art, il San Francisco Museum of Modern Art, il J. Paul Getty Museum, Los Angeles, il Museum of Fine Arts, Boston, il Museo di Arte Contemporanea, Chicago, il Museo di Arte Contemporanea di Los Angeles e il Carnegie Museum of Art di Pittsburgh.

Nan Goldin, americana, una delle fotografe più importanti del nostro tempo. Trasgressiva e tagliente, eppure così reale in ogni scatto, spesso censurata. Classe 1953 e nata a Washington, Nan Goldin fa parte del gruppo detto dei cinque di Boston (Five of Boston): tra le sue iniziative più celebri le immagini proiettate con colonna sonora punk nel 1979 al Mudd Club di New York, e una mostra sull’Aids (la prima vera mostra sul tema organizzata nella Grande Mela) un decennio più tardi.

L’ingresso dell’Osteria alla Torre.

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