Isola del Trimelone, sub all’opera per disinnescare la polveriera

BRENZONE – Bonifica dell’isolotto-bunker davanti ad Assenza di Brenzone. La ditta Miar Sub di Maccarese (Roma) si aggiudica l’appalto per sminare il Trimelone.

Il 2018 dovrebbe essere finalmente l’anno buono per concludere un’operazione di bonifica che attende da troppo tempo di essere completata, visto che era iniziata già una decina d’anni fa coi primi interventi.

Un nuovo passo avanti per l’eliminazione degli ordigni esplosivi e dei residuati bellici che si trovano nelle acque attorno all’isolotto della riviera veronese è rappresentato dall’affidamento di una nuova tranche di lavori, quella – ci si augura – risolutiva.

La gara per i «Lavori di bonifica preventiva e sistematica da ordigni esplosivi-residuati bellici, terrestre e subacquea anche oltre i 40 metri di profondità» se l’è aggiudicata, come riporta il quotidiano L’Arena, una ditta laziale, la Miar Sub di Maccarese, con ribasso d’asta del 24% all’importo di appalto: 350mila euro (fondi stanziati dalla regione già nel 2009).

Altri 350mila euro, che portano a 700mila euro l’investimento complessivo per questa ultima tranche di opere, sono dalle opere eseguite o programmate al Trimelone a cura della Marina e dell’Esercito.

Il sindaco di Brenzone, Tommaso Bertoncelli, si augura di vedere «nel 2018, il Trimelone definitivamente bombfree».

L’isola di Trimelone, foto tratta dal sito www.bunkerarcheo.it.

L’isolotto bunker

La questione è annosa. L’isolotto, lungo 220 metri, situato a 300 metri dalla riva, quasi di fronte alla località Assenza, nel 1909 venne adibito a deposito munizioni. Poi, a partire dagli anni Trenta, le strutture sull’isolotto vennero utilizzate da un’impresa privata per lo scaricamento di materiale esplosivo di origine bellica.

Quest’isola è stata per molti decenni militarizzata ed adibita a polveriera naturale.

La notte del 5 ottobre 1954 un’esplosione uccise il guardiano e provocò la dispersione in acqua di tonnellate di pericoloso materiale bellico. Il botto fu così violento da proiettare rocce e manufatti del peso di oltre 15 tonnellate nel lago, depositando su tutto il fondale attorno all’isola migliaia di ordigni e casse di esplosivo di ogni tipo.

Venne quindi emesso un divieto di accesso, navigazione, balneazione, immersione e pesca che riguarda l’isola e l’immediato circondario. Ma non tutti rispettano il divieto di approdo. C’è chi, a proprio rischio, va alla collezione di reperti.

Attualmente le operazioni di bonifica sono completate per quanto riguarda la superficie ed i fondali fino ad una decina di metri di profondità ed hanno portato al ritrovamento di migliaia di ordigni, fra cui alcuni proiettili a caricamento speciale. Ora si dovrebbe rimediare in via definitiva alla situazione.

La questione della pericolosità di questo luogo torna periodicamente alla ribalta. Da anni il Comune di Brenzone ne chiede la bonifica (particolarmente costosa), ma le istituzioni si rimpallano la questione.

Una volta ultimati i lavori, potrebbe riprendere sostanza il progetto dell’amministrazione comunale di adibire l’isola a museo sulla Grande Guerra.

I commenti sono chiusi.