Arco, spazi pubblici solo a chi ripudia fascismo e altri totalitarismi

ARCO – Il Consiglio comunale di Arco ha deliberato il nuovo regolamento per l’utilizzo degli spazi pubblici. Chi vorrà utilizzarli dovrà dichiararsi antifascista e contro ideologie discriminatorie.

La mozione presentata da Tommaso Ulivieri di Arco Bene Comune, è stata approvata all’unanimità in consiglio comunale nella seduta di lunedì 27 agosto.

Il Consiglio ha così formulato una apposita dichiarazione che dovrà essere resa dai soggetti richiedenti lo spazio pubblico. La dichiarazione è così formulata: “… dichiara di ripudiare fascismo, nazismo e ogni altra ideologia totalitaria e discriminatoria delle identità e degli orientamenti dei cittadini e delle cittadine in sintonia con i principi costituzionali ed in particolare di quelli di uguaglianza e libertà espressi dall’art. 3 della Costituzione».

È quanto dovrà dichiarare chi farà richiesta di promuovere iniziative sul suolo pubblico di Arco, o in sale ed edifici gestiti dal comune, come Palazzo Panni o la Casa Sociale di Romarzollo.

La delibera (la puoi scaricare a questo link) premette che «l’antifascismo è la radice ideale e culturale da cui nasce la Repubblica Italiana e la sua Costituzione democratica, la quale rappresenta il metodo democratico contro ogni forma di totalitarismo. L’intero Alto Garda e Arco sono stati fucina del sentimento antifascista e di riscatto nazionale, pagando col sangue la Resistenza al regime nel giugno 1944».

Si precisa inoltre che il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, sezione staccata di Brescia, ha, tra l’altro, affermato che «la richiesta di dichiarare di ripudiare l’ideologia fascista non possa essere qualificata come lesiva della libertà di pensiero e di associazione» e che «l’aver subordinato l’accesso agli spazi pubblici all’avversata dichiarazione, seppur in parte ridondante, non possa comunque essere considerata contraria alla legge e , dunque, espressione di un eccesso di potere».

Il sindaco Alessandro Betta  ha dichiarato durante il dibattito, disertato dalle opposizioni: “Ci sono movimenti e forze politiche che strizzano l’occhio al razzismo“.

Il provvedimento, come facile immaginare, ha suscitato non poche polemiche.

Entro la fine dell’anno anche l’amministrazione di Riva del Garda e la Comunità di Valle dell’Alto Garda e Ledro dovrebbero dotarsi di regolamenti simili.

 

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