San Felice, il Dumbo di Tim Burton nel giardino del municipio

SAN FELICE - Sabato 10 agosto alle 21 per "Estate al cinema" nel giardino del municipio di proietta "Dumbo" di Tim Burton, fiaba magica ed emozionante. Ce ne parla Camilla Lavazza.

Trama: Milly e Joe sono due fratellini rimasti orfani di madre e vivono nel circo dove i genitori eseguivano un numero con i cavalli.

Quando il padre torna dalla guerra privo di un braccio, il titolare del circo lo spedisce ad accudire gli elefanti e sarà proprio lui, aiutato dai suoi due figlioli, a doversi prendere cura di un cucciolo straordinario…

 

Critica: Al centro dei film di Tim Burton ci sono spesso i freaks, i personaggi con qualche particolarità fisica che li rende diversi e per questo isolati e derisi (prendiamo uno dei suoi capolavori, Edward Mani di Forbice). Cosa di meglio della favola di Dumbo, già soggetto di uno dei cartoni animati più commoventi della Walt Disney, realizzato nel 1941 con pochi mezzi e molta fantasia?

Il regista affronta la sfida del confronto con uno dei film più amati di sempre con inconsueto rispetto (riscattandosi dallo scempio fatto con Alice), evitando scene che potrebbero spaventare i più piccini e, allo stesso tempo, sfrutta gli imponenti mezzi e gli ottimi attori che ha a disposizione, tutti evidentemente molto divertiti ed entusiasti, per realizzare un film nuovo, costellato di omaggi al predecessore ma con la trama modificata per dare spazio ai personaggi in carne ed ossa ed adattarlo alla sensibilità contemporanea.

Evita inoltre di rendere troppo antropomorfi gli animali (animati in computer grafica ed estremamente realistici) che non sono dotati di parola ma riescono ugualmente bene a comunicare le loro emozioni con sguardi, versi e gesti.

Seguendo la tendenza degli ultimi film per ragazzi, che vedono eroine femminili appassionate di scienza (viene in mente Clara, protagonista de Lo Schiaccianoci e in quattro regni) anche la piccola Milly (con un volto tutto fronte ed occhi enormi, altra ossessione del regista) è una piccola studiosa a cui viene riservato maggior spazio rispetto al fratellino che le fa solo da spalla, in un ribaltamento dei ruoli molto in linea con i tempi.

Al di là, comunque, dell’ottima interpretazione degli attori (Eva Green su tutti, bellissima e armoniosa nei panni di una trapezista di cui è riuscita ad acquisire le aggraziate gestualità), degli effetti speciali, dei coloratissimi costumi e scenografie, dei buffi personaggi di contorno (la sirena sovrappeso è uno splendore) la ribalta è tutta per l’elefantino, a partire dalla locandina che lo vede al centro della scena, mentre ci punta addosso i suoi irresistibili occhioni azzurri.

Quando appare sullo schermo, con quello sguardo struggente, così teneramente cucciolo, è impossibile non provare commozione. Una pecca, ma forse inevitabile, nella sceneggiatura è proprio il fatto che, prima di scoprire che la creaturina ha il dono di librarsi in aria agitando le enormi orecchie, tutti, eccettuati i tre membri della famiglia Farrier, lo trovino tanto mostruoso…tanto da soprannominarlo, appunto, Dumbo (da dumb, tonto), nomignolo che gli rimane attaccato anche quando diventa poi una star dello spettacolo per quella sua speciale facoltà di volare.

Ma come, mostruoso? Ma chi non lo vorrebbe subito abbracciare, coccolare e proteggere, come fa la sua mamma? Ma la trama ha le sue esigenze, anche se potremmo godere del solo vederlo volteggiare felice con la sua piuma nella proboscide, c’è bisogno di qualche ostacolo, di “cattivi”, di difficoltà da superare.

Uno di questi “malvagi” è il proprietario di un parco divertimenti grandioso ed inquietante, il miliardario Vandevere, impersonato da un controllato Michael Keaton che non gigioneggia più di tanto, lasciando il compito all’istrionico Danny De Vito nei panni del proprietario del circo.

Burton elimina apposta tutto ciò che è troppo spaventoso, riuscendo a citare anche i tremendi “elefanti rosa” della pellicola del 1941 rendendoli lievi come bolle di sapone, senza risparmiarci però emozioni e commozione. Salvaguarda la magia del circo, mostrandocene una visione positiva, di grande famiglia in cui ciascuno ha la sua parte nello spettacolo, anche grazie ad un finale buono-buono, e dell’originale mantiene i bei messaggi sull’autostima (non c’è bisogno di un talismano, una piuma o altro, per volare, le capacità sono già dentro di noi), sulla ricchezza della diversità e sull’amicizia.

(Camilla Lavazza)

 

Regia Tim Burton

Soggetto Helen Aberson

Sceneggiatura Ehren Kruger

Interpreti e personaggi

Colin Farrell: Holt Farrier

Michael Keaton: V.A. Vandevere

Danny De Vito: Max Medici

Eva Green: Colette Marchant

Alan Arkin: J. Griffin Remington

Nico Parker: Milly Farrier

Finley Hobbins: Joe Farrier

Joseph Gatt: Neils Skellig

Douglas Reith: Sotheby

Phil Zimmerman: Rufus Sorghum

Sharon Rooney: Miss Atlantis

Michael Buffer: baritone Bates

Fotografia Ben Davis

Montaggio Chris Lebenzon

Effetti speciali Haykey J. Williams, Richard Stammers

Musiche Danny Elfman

Scenografia Rick Heinrichs

Costumi Colleen Atwood

Produttore Justin Springer, Ehren Kruger, Ketterli Frauenfelder, Derek Frey

Produttore esecutivo Tim Burton, Nigel Gostelow

Durata 112 min

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