La Corona di Diamante. Rime e prose di Diamante Medaglia Faini

SALO' - Questa sera, venerdì 20 alle 20.30 nell'auditorium del Palazzo della Cultura di Salò la presentazione del libro «La Corona di Diamante. Rime e prose di Diamante Medaglia Faini», a cura di Riccardo Sessa, Liberedizioni.

La giovane poetessa bresciana Diamante Medaglia Faini fu considerata dai propri contemporanei una donna viva, coraggiosa e felice. Una precoce, originalissima vocazione poetica la sua, che le aprì le porte delle più note accademie letterarie italiane, grazie a componimenti – sonetti, canzoni e madrigali – sempre volti a commentare i principali accadimenti del proprio tempo.

Il volume ne ripercorre la biografia, dagli anni della formazione sino alle stagioni gardesane, presentando la raccolta degli scritti storicamente inquadrati, accompagnati da puntuali commenti e adeguate parafrasi, in grado di rivelarne appieno la modernità, sino alla radicale scelta di non voler più comporre versi, per dedicarsi agli studi scientifici.

Il volume, alla presenza dell’autore, sarà introdotto dal prof. Giuseppe Piotti e dall’editore prof. Marcello Zane.

 

Nota biografica di Diamante Medaglia Faini

Diamante Medaglia nacque a Savallo in Valle Sabbia il 28 agosto 1724. La famiglia si trasferì poi a Castrezzato dove il padre Antonio esercitava la professione di medico. Un prozio prete si occupò della formazione della bambina insegnandole la religione, la lingua italiana e quella latina. Diamante lesse avidamente i classici latini, i cinquecentisti e i poeti toscani del Trecento, soprattutto Petrarca. Fin da bambina cominciò a comporre versi, suscitando lo stupore dei lettori che non si stancarono di lodarla e incoraggiarla.

Il 15 novembre 1748 sposò Pietro Antonio Faini, medico di Salò.

Negli anni seguenti, diventata ormai famosa, fu ammessa a diverse accademie: quella degli Unanimi di Salò, degli Orditi di Padova, degli Agiati di Rovereto (1751) con il nome di Dalinda, dei Pescatori benacensi come Nerina e infine dell’Arcadia di Roma con lo pseudonimo di Nisea Corcirese.

Nel 1764 dichiarò di voler abbandonare la poesia per dedicarsi esclusivamente agli studi scientifici.

Trascorse la sua vita tra Salò, la Valle Sabbia, Brescia e Soiano, dove possedeva una casa in campagna.

Morì a Soiano il 13 giugno del 1770 a soli 46 anni.

Di lei ci rimangono un Epistolario contenente 40 lettere, le Rime e l’Orazione pronunciata all’Accademia dei Pescatori benacensi il 5 maggio 1764.

Oltre all’affermazione dei diritti delle donne, all’adesione agli studi scientifici è la concezione religiosa che rende attuale e originale la figura di Diamante Medaglia: non più la ritualità formale delle celebrazioni liturgiche, ma la religione che incide nella società e mira a trasformarla.

 

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