Catturato l’orso M49. Finisce l’incredibile fuga di “Papillon”
TRENTINO - Verso le 21.30 di ieri l’orso M49, simbolo di libertà, è stato catturato dagli uomini del Corpo Forestale del Trentino sui monti sopra Tione, nelle Giudicarie. Su di lui pendeva un'ordinanza di cattura.
La Provincia di Trento fa sapere che «l’animale, del peso di 167 kg ed in buone condizioni fisiche, è stato catturato mediante una trappola tubo; il trasporto è avvenuto seguendo la prassi, ossia con l’animale sveglio e sotto il costante controllo veterinario. Giunto presso l’area del Casteller l’orso è stato immesso nell’area di preambientamento (tana e recinto interno). Questo per consentire un suo inserimento nell’area faunistica per gradi, passando dall’area dove si trova attualmente all’intero recinto, che – ricordiamo – ospita in questo momento anche un altro esemplare (DJ3, femmina adulta)».
L’orso M49 era stato ribattezzato “Papillon” dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa. L’orso, considerato problematico, era stato catturato dai forestali trentini il 14 luglio dello scorso anno in Val Rendena e rinchiuso nell’area faunistica dedicata del Casteller a Trento Sud. Da qui era fuggito scavalcando la recinzione elettrificata con cavi a 7.000 volt. Dopo aver girovagato tra Trentino e Alto Adige, M49 era entrato in letargo. Fino al recente risveglio e al suo ritorno nelle aree dove orbitava tra la val Rendena, Giudicarie e Chiese.
Nel suo girovagare M49 era riuscito addirittura ad attraversare il fiume Adige e l’autostrada A22 del Brennero. Si è poi diretto verso il lago di Garda, dove è stato avvistato in zona Cassone di Malcesine, in provincia di Verona (ne avevamo scritto qui). Nei giorni scorsi è stato visto anche a Nago (qui il video).
Aggiunge la Provincia nella nota in cui comunica la cattura: «L’azione ha consentito di dare attuazione alle due ordinanze del Presidente della Provincia dell’estate scorsa, ed è stata pianificata dopo che M49 si era reso protagonista, nelle scorse settimane, di un lungo spostamento che dal Trentino orientale lo aveva portato nelle sue aree d’origine (ne abbiamo scritto qui, ndr).
Anche durante tale spostamento l’orso ha effettuato numerose intrusioni in abitazioni, baite, rifugi, malghe ed altri stabili, confermando il comportamento pericoloso per l’uomo già manifestato chiaramente l’anno precedente».
Il presidente Maurizio Fugatti ha provveduto ad informare il ministro Costa, che aveva ed analoga comunicazione è stata effettuata all’Ispra che già in precedenza aveva attestato la pericolosità dell’esemplare per l’uomo. Dal presidente Fugatti e dall’assessore Giulia Zanotelli è stato espresso un ringraziamento agli uomini della forestale ed in particolare alla squadra che è stata impegnata fino alle prime luci dell’alba per portare a termine la delicata operazione.
Scrive la pagina Facebook “Convivere con l’orso sulle alpi”: «Apprendiamo con un fondo di dispiacere che ieri, alle ore 21:30 gli agenti del corpo forestale hanno chiuso la trappola a tubo che avrebbe portato M49, di nuovo, al Caseteller. Nonostante il dispiacere siamo consapevoli che M49 andasse inevitabilmente allontanato dal territorio: purtroppo troppa l’audacia e troppi i danni che da solo ha arrecato anche in questa strana primavera.
Un orso che ha meritato tutto il nostro rispetto e, c’è poco da dire, la nostra simpatia, avendo incarnato nelle menti di molti di noi, il simbolo della libertà riuscendo a fuggire una prima volta dal recinto del Casteller, a spostarsi verso un nuovo territorio per poi tornare, attraversando la valle dell’Adige, nei suoi luoghi abituali. Quasi fosse stato il suo saluto alla vita wild, trascorrerà il resto dei propri giorni in un recinto. Forse meritava una fine diversa, con un po’ di pragmatismo e coraggio in più proprio da parte di quella giunta Leghista, che per anni si è scagliata contro gli orsi (“uccidiamoli tutti”) e ha organizzato sagre a base di carne d’orso…ma si sa, purtroppo questi animali sono spesso l’oggetto preferenziale di strumentalizzazioni che poco hanno a che fare con la reale questione della loro presenza sul territorio. Consola comunque che i dati sullo stato della popolazione sono confortanti: gli orsi come M49 sono pochi».
Leggiamo ancora sulla pagina Facebook “Convivere con l’orso sulle alpi”: «Catturato M49 rimane la domanda: riusciremo a trovare il modo per vivere in una “Terra d’orsi”? A minimizzare il rischio che “nascano” nuovi M49? Molto dipende dall’indole del singolo orso, certo, ma molto possiamo farlo anche noi per ridurre la sovrapposizione dei mondi: a partire dalla gestione dei rifiuti vicino alle baite, per arrivare alla gestione del compost, e all’utilizzo delle mangiatoie per ungulati (ma sono davvero necessarie ai cacciatori? È pensabile una caccia meno ‘programmata’?). Possiamo scegliere di non attirare gli orsi (ma anche altri animali) per fare filmati da spammare sul web, generando un effetto domino di irresponsabili comportamenti? Possiamo pensare di riqualificare professioni come quella dei pastori e dei malgari, l’anima di questo territorio, che possano essere orgogliosi e consapevoli del proprio lavoro anche grazie alla presenza degli animali selvatici che, fortunatamente, ancora popolano le nostre bellissime montagne?
I cambiamenti non sono mai facili, nemmeno quelli piccoli, e richiedono un impegno che non possiamo chiedere agli altri se non siamo noi i primi a garantirlo.
Ma, se vogliamo preservare la bellezza e la funzionalità delle nostre montagne, per noi e per le generazioni future, dobbiamo provare. È una sfida difficile, ma, senza dubbio, che vale la pena di essere affrontata!»
Qui sotto le recenti immagini eccezionali di Tommaso Borghetti del Servizio forestale di Ala della Provincia autonoma di Trento: M49, l’orso più ricercato d’Italia, si è svegliato dal letargo e gioca sulla neve.
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