“Papillon”, l’orso più ricercato d’Italia, è tornato a casa

TRENTINO - L'orso M49 sarebbe riuscito a tornare «a casa sua», dove era stato catturato. Sarebbe riuscito nell'impresa di attraversare la valle dell’Adige, l'autostrada (comunque senza traffico) e il fiume. Ecco i suoi movimenti comunicati dalla Provincia di Trento. 

Ricordate l’orso M49, ribattezzato “Papillon” dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa? L’orso, considerato problematico, era stato catturato dai forestali trentini il 14 luglio dello scorso anno in Val Rendena e rinchiuso nell’area faunistica dedicata del Casteller a Trento Sud.

Da qui era fuggito scavalcando la recinzione elettrificata con cavi a 7.000 volt. Dopo aver girovagato tra Trentino e Alto Adige, M49 era entrato in letargo. Fino al recente risveglio.

 

Fa sapere la Provincia di Trento che “negli ultimi giorni è stato possibile ricostruire con un buon grado di probabilità gli spostamenti dell’orso M49 successivi alle segnalazioni sul Carega risalenti al periodo di Pasqua. Ciò in base alle segnalazioni che si sono susseguite e che, per le caratteristiche delle stesse (nuove intrusioni in case, rifugi, stabili) ed il loro concatenamento, sono riferibili con ogni probabilità a quell’orso.

Poi si è diretto verso il lago di Garda, dove è stato visto presso Cassone di Malcesine, sulla riviera veronese  (ne avevamo scritto qui). Da lì in una decina di giorni si è mosso verso nord e poi ancora ovest; sono infatti riferibili allo stesso esemplare gli avvistamenti (ed intrusioni) registrati nella zona di Nago, del monte Stivo e, dopo aver attraversato anche la valle dei Laghi, Stenico, la val Algone ed infine la busa di Tione ed i sovrastanti monti tra la val di S.Valentino e la val di Breguzzo dove è stato segnalato in questi ultimi giorni.

 

Dunque questo ultimo significativo spostamento avrebbe portato l’orso nell’area dove gravitava sino all’estate scorsa, dimostrando oltre che una forte capacità di spostamento (nota in generale nell’orso), anche la capacità di ritrovare determinate zone pur in un ambiente sconosciuto e complesso, sia dal punto di vista orografico che in termini di barriere ecologiche.

Ora è possibile che l’animale rallenti gli spostamenti e frequenti con più assiduità la zona a lui nota. Le attività di cattura dell’orso in applicazione dell’ordinanza di rimozione, mai sospese pur risultando assai difficili su di un animale in costante e rapido spostamento, sono ora concentrate in tale area».

Nei giorni scorsi M49 era tornato alla ribalta delle cronache grazie alle straordinarie immagini realizzate da Tommaso Borghetti del Servizio forestale di Ala della Provincia autonoma di Trento, che ha immortalato l’orso nel gruppo del Carega (un massiccio delle Piccole Dolomiti, nelle Prealpi venete, ai confini fra la provincia di Vicenza, la provincia di Verona e la provincia di Trento). Eccole.

 

 

 

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