Depurazione del Garda: il ministero detta i tempi

LAGO DI GARDA - Ieri il tavolo tra ministero, Regioni, Ato, Comuni e soggetti coinvolti. Il ministero ha chiesto di avere, entro dieci giorni, istanze e osservazioni scritte al progetto. Poi un nuovo tavolo tecnico col ministero e il via libera alla fase autorizzativa vera e propria.

Si registravano umori differenti e contrapposti, ieri, al termine della video call di 2 ore e mezza tra ministero dell’Ambiente, Ato, Comuni, Arpa, consorzi di bonifica, associazioni ambientaliste, ovvero il tavolo tecnico sul progetto del nuovo sistema di depurazione del Garda istituito dal ministero stesso.

«La sensazione non è positiva – ha dichiarato al Giornale di Brescia il sindaco di Gavardo, Davide Comaglio -. Nessuna apertura c’è stata, mi sembra, dai sostenitori dell’attuale progetto. L’idea che ci siamo fatti è che qualcuno consideri la cosa come già decisa».

«La sintesi dell’incontro? Il ministero – dice Marco Zemello, direttore di Ato Brescia – ritiene che il progetto depositato sia fattibile, pur valutando che possa essere migliorato col contributo di tutti. Questo l’obiettivo del tavolo tecnico: esprimere una valutazione sul progetto presentato dal proponente, senza tirare in ballo alternative. E’ un momento di approfondimento sull’impatto che i depuratori potranno avere sul fiume Chiese».

Aggiunge il presidente di Ato, Aldo Boifava: «Incontro positivo, perché ha risposto a un impegno che il ministro aveva preso rispetto alle garanzie chieste dai sindaci del Chiese sugli effetti ambientali che il progetto avrà suo fiume. D’altra parte, l’iter autorizzativo di un’opera simile è tale da garantire a tutti i soggetti coinvolti la possibilità di manifestare preoccupazioni e proporre contributi. Alla fine sarà data risposta alle preoccupazioni di tutti».

Giovanni Peretti, presidente di Ats Garda Ambiente, l’associazione dei Comuni gardesani costituita per promuovere il progetto del nuovo schema della depurazione gardesana: «L’obiettivo del tavolo tecnico era recepire le istanze territorio. Ora i tecnici individuati dai soggetti contrari al progetto depositato presenteranno al ministero, come richiesto dal Direttore generale del Ministero dell’ambiente, Maddalena Mattei Gentili, le loro istanze e richieste. Tra l’altro ricordo che  per un’opera come questa è prevista la proceduta di Valutazione dell’impatto ambientale. Il territorio verrà ascoltato di nuovo, nessuno vuole tappare la bocca ai cittadini, non si vuole nascondere nulla…».

La dichiarazione di Angelo Cresco, presidente di Azienda Gardesana Servizi: «Dopo 4 governi (Renzi, Gentiloni, Conte 1 e Conte 2) che hanno approvato e confermato l’accordo tra Brescia e Verona, decine di incontri e riunioni e la garanzia del finanziamento, riteniamo paradossale quello che sta accadendo attorno al nuovo collettore del lago di Garda. Siamo rispettosi delle opinioni degli altri, ma noi stiamo lavorando affinché, una volta approvato il progetto definitivo, si aprano al più presto i cantieri. Appena approvato il progetto, avvieremo la macchina per fare in modo che entro fine anno parta il primo cantiere. Per noi, infatti, restano validi gli accordi sottoscritti dal 2015 e ci auguriamo che non ci siano ulteriori ritardi nella road map del nuovo collettore. Abbiamo già atteso troppo tempo».

La localizzazione dell’impianto previsto a Gavardo.

 

I tempi del progetto

Ora che crono-programma si può configurare? Ipotizzando che entro un mese – dopo il recepimento delle istanze dei sindaci e dei comitati del Chiese e la loro valutazione da parte della cabina di regia (formata da Ministero, Regioni Lombardia e Veneto, Ato Brescia e Ato Verona) – si chiuda la “fase di ascolto” da parte del tavolo tecnico, entro la fine di giugno potrebbe prendere il via la fase autorizzativa vera e propria, che presuppone la conferenza di servizi preliminare sul progetto attualmente depositato, che è un progetto di fattibilità tecnica ed economica. Quindi, dopo aver fatto sintesi delle indicazioni della conferenza di servizi preliminare, diciamo dopo l’estate, Ato Brescia potrà affidare ad Acque Bresciane il compito di predisporre la progettazione definitiva, che andrà assoggettata a Valutazione di impatto ambientale, procedimento in capo alla Provincia di Brescia.

I tempi? «A essere ottimisti – conclude Zemello – potremo pensare di chiudere l’iter autorizzativo entro la fine del 2021, per iniziare poi la fase di realizzazione, così come è stata calendarizzata».

Un rendering del depuratore previsto sul Chiese, a Gavardo.

 

Cosa prevede il progetto?

L’attuale sistema di depurazione fognaria dei comuni gardesani, risalente agli anni Settanta, ha tutelato sino ad oggi il Garda, che è uno dei laghi europei con la più elevata qualità delle acque, ma necessita di essere aggiornato.

Il depuratore di Peschiera, dove arrivano sia i reflui della riviera bresciana che quelli veronesi, è sottodimensionato (ha una capacità di 330mila abitanti equivalenti), contro un’esigenza che supera abbondantemente il mezzo milione. Le tubazioni sono vecchie e le condotte che corrono sul fondo del lago sono prossime al cosiddetto “fine vita”. Se dovessero cedere per il Garda sarebbe un disastro ambientale che segnerebbe la fine della vita nel lago e dell’economia turistica.

Peraltro il Garda, bacino che contiene il 40% dell’acqua dolce disponibile a livello nazionale, è destinato a diventare la più importante fonte di approvvigionamento idrico del nord Italia.

 

La necessità di un nuovo sistema di raccolta e depurazione sul Garda è dunque assodata. Se ne parla da anni e finalmente, su stimolo della Comunità del Garda, nel 2017 i parlamentari bresciani e veronesi (di tutte le forze politiche) sono riusciti ad ottenere dal Governo un finanziamento di 100 milioni a sostegno dell’opera, a fronte di un costo complessivo di circa 230 milioni.

Valutate diverse opzioni progettuali (dopo aver scartato le opzioni Visano e Muscoline come sedi del nuovo depuratore per la riviera bresciana), Ato e Acque Bresciane hanno optato per il seguente schema, valutato positivamente in uno studio dell’Università di Brescia: Desenzano e Sirmione restano collegati a Peschiera, assieme ai Comuni della riviera veronese, con un sistema di collettamento potenziato; i centri dell’Alto Garda bresciano, da Tignale a Manerba, saranno collegati a un nuovo impianto da 100mila abitanti equivalenti da costruire a Gavardo; per i centri del Basso Garda bresciano sarà invece costruito un nuovo depuratore a Montichiari da 140mila abitanti equivalenti.

Secondo i proponenti la soluzione Gavardo-Montichiari è quella più idonea e corrispondente ai parametrici ambientali, economici e di tempi realizzativi. Inoltre, sia a Gavardo che a Montichiari è già prevista la costruzione di depuratori e ci sono aree già destinate a tale uso: si tratta di ampliare il già esistente impianto di Montichiari e di edificarne uno a Gavardo adiacente a quello già previsto (è in costruzione da parte di A2A per la stessa Gavardo, oltre a Villanuova e Vallio Terme).

depuratore Peschiera
Il depuratore di Peschiera.

 

 

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