Le voci dei reduci della campagna di Russia su YouTube

SALO' - Trentasei interviste ad altrettanti reduci alpini realizzate da Celestino Massardi tra il 2004 e il 2007. Un patrimonio di memorie che sarà messo in rete, raggiungibile da tutti su YouTube.

Hanno affrontato l’inferno della guerra, trasferimenti bestiali, campi di prigionia, freddo, fame e sofferenze inumane. I loro ricordi sono pezzi di vita, tragici e grandiosi al tempo stesso, frammenti di storie personali che si incastrano nel grande disegno della storia generale.

Sono memorie che sarebbero andate perdute per sempre se nel 2004 l’alpino Celestino Massardi, allora capogruppo a Prevalle e oggi vicepresidente della sezione Monte Suello di Salò, non avesse deciso di imbracciare un telecamera e andare di casa in casa, tra il Garda e la Valsabbia, a raccogliere le testimonianze degli alpini reduci della campagna di Russia.

«La prima – racconta Massardi – l’ho fatta a Orazio Gino Goffi di Prevalle, classe 1911, sergente nel battaglione Vestone». È stata la scintilla che ha innescato una straordinaria operazione di salvataggio dall’oblio di ricordi e aneddoti. «É gente di una certa età – si è detto Massardi -, lo faccio ora o mai più». Così, tra il 2004 e il 2007, ha intervistato altri 35 reduci sparsi nel territorio della sezione, da Bagolino a Tignale, da Limone a Desenzano. Le interviste, ognuna di 40-60 minuti, quasi tutte in dialetto, sono state riversate su dvd e finite su uno scaffale della sede salodiana della sezione, dove sono state custodite fino ad oggi.

Pochissimi le hanno viste, solo gli intervistati e qualche parente. Eppure hanno un grande valore, forse più sentimentale che storico, e potrebbero rappresentare un documento prezioso per i giovani. «Dei 36 intervistati – dice Sergio Poinelli, presidente della Monte Suello – quelli ancora tra noi si contano sulle dita di una mano». Gli altri sono andati avanti. Ma la loro voce può essere ancora ascoltata.

La proposta è venuta dal vicepresidente sezionale Paolo Cabra: trasferire le interviste su file e pubblicarle su Youtube. «Metterle in rete – dice Massardi – così che tutti, navigando in internet, si possano imbattere in queste memorie spesso rotte dalle lacrime, ascoltare le storie e la sofferenza di questi alpini. Anche perché non è scontato che un reduce abbia raccontato la sua vicenda di guerra. Spesso anche i figli o le mogli ne sapevano poco o nulla».

Sarebbe anche un gesto di riconoscenza verso i reduci stessi, «perché quando li ho intervistati – conclude Massardi – hanno compreso che la loro non è stata una storia insignificante, che hanno avuto un ruolo nella storia, si sono sentiti valorizzati. Questa è stata la cosa più bella».

I dvd con le interviste ai reduci.

I nomi degli alpini intervistati e il gruppo di appartenenza

  • Giulio Pelizzari (Bagolino)
  • Celestino Eggiolini (Capovalle)
  • Giovanni Rizzardi (Idro)
  • Cristoforo Dusi (Pertica Bassa)
  • Zelindo Capelli (Ponte Caffaro)
  • Aurelio Benini (Ponte Caffaro)
  • Attilio Fusi (Bagolino)
  • Giuseppe Colosi (Capovalle)
  • Augiusto Bazzani (Ponte Caffaro)
  • Pietro Marconi (Bione)
  • Sandro Cavagnini (Bione)
  • Pietro Fascio (Sabbio Chiese)
  • Salvoltelli Bonaventura (Degagna)
  • Giacomo Leali (Puegnago)
  • Giacomo Zeni (Salò)
  • Italo Guerino Facchini (Salò)
  • Paolo Vezzola (San Felice del Benaco)
  • Luigi Nedrotti (San Felice del Benaco)
  • Cristoforo Campanardi (Vobarno)
  • Giacomo Avanzi (Villa Cunettone)
  • Battista Fucina (Roè Volciano)
  • Alberto Vittorio Faini (Gavardo)
  • Severino Mombelli (Prevalle)
  • Paolo Mora (Sopraponte)
  • Pietro Pasini (Sopraponte)
  • Virginio Bertoli (Vallio Terme)
  • Giuseppe Franzoglio (Villanuova)
  • Nicola Cocca (Villanuova)
  • Bortolo Mora (Sopraponte)
  • Luigi Bertella (Gardone Riviera)
  • Carlo Ghitti (Gargnano)
  • Fausto Bertolazza (Gargnano)
  • Angelo Moschini (Tignale)
  • Giovanni Battista Pasqua (Gargnano)
  • Angelo Bertella (Gargnano)
  • Angelo Beltrami (Desenzano)
  • Stefano Baruffa (Moniga)
I reduci Chimini Alessandro e Bertolazza Fausto in occasione della adunata sezionale del 2013 a Gargnano.

 

Tra gli intervistati anche Fausto Bertolazza, classe 1921, di Gargnano, caporal maggiore della 55° Compagnia del Battaglione Vestone, conosciuto amichevolmente come «Pici».

L’avevamo incontrato a Gargnano in occasione dell’Adunata del 1913. Portava orgoglioso sul cappello il fregio della Campagna di Russia.

Il «Pici» fu ferito gravemente da un colpo di parabellum all’addome l’1 settembre del 1942, durante la battaglia di Kotowskji, che Rigoni Stern descrive nel libro «Ritorno sul Don». Rigoni Stern racconta anche del «Pici»: «Vedemmo venire verso di noi – scrive lo scrittore mancato nel 2008 – una figura allampanata e strana. Proseguiva in piedi, indifferente e senz’armi: pareva un ubriaco che rientra a casa il mattino… Era il caporalmaggiore Bertolazza dei fucilieri… Era senza giubba e la camicia aperta sul petto mostrava una grande macchia di sangue che gli colava giù per i pantaloni… Quasi crollò davanti a me e gli feci bere la rimanenza della borraccia».

Fausto Bertolazza sopravvisse, grazie anche all’aiuto di un compaesano, il portaferiti Guido Colosio, disperso a Nokolajewka. «Ti adès te ve a ca. Saludeme i me», gli disse. Bertolazza fu operato all’intestino e gli venne estratto il proiettile. «Questo non arriva a domani mattina», sentenziò il medico. Invece Bertolazza si salvò e tornò a casa nel 1944.

ritirata di russia fronte russo
Ritirata di Russia.

 

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