Parassiti dei cormorani trovati nella carne dei pesci

LAGO DI GARDA - Una nuova minaccia dall'eccessiva presenza di cormorani sul Garda: riscontrata nelle carni dei pesci la presenza di un parassita passato dagli uccelli alla fauna ittica. I pescatori lanciano l'allarme. Emergenza sanitaria?

Il campanello d’allarme è fatto suonare dall’Unione Pescatori Sportivi del Garda (UPSdG), che pone l’accento su una questione che potrebbe generare allarme: il proliferare di un parassita vermiforme presente negli escrementi di questi uccelli, ora individuato anche nelle carni del pesce, che se fossero consumate crude potrebbero provocare effetti poco piacevoli, gastriti, nausea, febbre.

Ecco quanto scrive Maurizio Scarmigliati, presidente di UPSdG:

«Tra le tante insidie a cui la fauna ittica del Garda e la sua biodiversità viene sottoposta quotidianamente ce n’è una estremamente deleteria ma che purtroppo risulta poco evidente all’ opinione pubblica. Non ci stiamo riferendo ai conclamati problemi quali inquinamento, bracconaggio, cementificazione o incontrollati scarichi a lago, stiamo parlando di un piccolo esercito di affamatissimi uccelli ittiofagi di cui fanno parte svassi, marangoni, smerghi e primo tra tutti il cormorano.

Il phalacrocorax carbo, o cormorano comune, è in grado di ingurgitare circa mezzo chilo di pesce al giorno, quantità che in inverno può raggiungere gli ottocento grammi per compensare il maggior dispendio di energie dovuto all’acqua fredda. E’ inoltre una specie che sul Garda non ha nemici naturali, gode quindi della possibilità di proliferare senza una presenza antagonista per la sua sussistenza.

Secondo le ricerche della Dottoressa Alessandra Gagliardi dell’ istituto OIKOS, la totalità di uccelli ittiofagi cattura nel lago Maggiore la stessa quantità di pesce prelevata dai pescatori di professione in un anno, parliamo quindi di circa quattro tonnellate di pesce nell’ arco dei 365 giorni.

La realtà sul Garda è ancora più preoccupante se si conta che la presenza dei soli cormorani viene stimata in circa cinquemila esemplari, dato evidenziato da un recente censimento sostenuto ed effettuato anche da U.P.S.d,G. sui vari posatoi presenti sulle sponde del Garda. E’ facile quindi ipotizzare un prelievo quotidiano da parte dei soli phalacrocorax carbo di oltre due tonnellate di pesce al giorno, quando c’è la massima presenza di esemplari, sul Garda.

Appare quindi chiaro – dice UPSdG – che sul Garda ci sono troppi esemplari di uccelli ittiofagi e soprattutto di cormorani, i quali sono ormai talmente confidenti da non fuggire più alla presenza dell’uomo ed avvicinarsi in modo sempre maggiore anche ai luoghi abitati pur di predare la quotidiana quantità di pesce.

Viene evidenziata inoltre la tendenza del cormorano a diventare sempre più specie stanziale e non più migratoria come invece era nella sua natura fino a pochi anni fa; situazione certificata dalla presenza sempre maggiore di nidificazioni ed elementi giovani della specie facilmente riconoscibili da alcune parti più chiare del piumaggio.

Bisogna tenere conto anche del fatto che l’areale di caccia del cormorano comincia a stare stretto anche a lui stesso, non a caso molti esemplari si stanno spostando verso fiumi e torrenti nelle vicinanze delle sponde gardesane, manifestando la loro pericolosità anche per gli ecosistemi ittici fluviali di medio e piccolo corso.

Assolutamente ingenti inoltre i danni che i cormorani fanno negli allevamenti e all’acquacoltura in generale ed in ogni parte dello stivale.

Occorre rimarcare che il loro cibo preferito è costituito da pesce di piccola e media taglia, quindi si parla di pesci che non sono arrivati alla maturità sessuale e non hanno potuto partecipare neanche ad un solo ciclo riproduttivo.

Purtroppo l’opinione pubblica, anche la frangia di maggior fede animalista, deve comprendere che la vita subacquea è altrettanto importante di quella di superficie ed il fatto di non poter, o non voler, vedere cosa succede sotto la superficie del Garda non può più essere considerata una scusante. Serve equilibrio ed ormai non è più possibile pensare di avere una così massiccia e pericolosa presenza di cormorani e di volatili mangiatori di pesce, senza pensare che questa eccessiva abbondanza non crei seri problemi alla biodiversità ittica del Benaco.

Il cormorano, al pari di altri uccelli acquatici, è inoltre portatore di parassiti (vermi) e patogeni che stanno lentamente aggredendo le varie specie lacustri, una sorte toccata ormai da anni anche ai pesci di mare.

A seguito di accurati campionamenti svoltisi su quasi tutto il Garda dalle tredici associazioni di U.P.S.d.G. in accordo con il dott. Ivano Confortini, responsabile del Servizio Tutela Faunistico Ambientale della Regione Veneto e portati avanti collaborando con il Dott. Vasco Menconi S.S Acquacoltura, Ittiopatologica e Biologia degli ambienti Acquatici e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta, viene evidenziato che una parte dei pesci pescati nel medio e basso Benaco e successivamente analizzati, riportava la presenza di parassiti nelle carni (larve di nematodi ascrivibili al genere Eustronggylides sono state isilate nelle specie ittiche del persico sole, persico trota e pesce persico, ndr).

Ad avvalorare la tesi che cormorani e simili siano portatori di parassiti esistono inoltre a supporto una notevole quantità di studi (a questo link uno dei più rilevanti).

 

 

 

Non solo, tra gli uccelli ittiofagi soprattutto il cormorano ha dimostrato capacità di adattamento subdole e opportunistiche. In alcuni casi inoltre si è accertata la capacità dei cormorani di selezionare il cibo, concentrando le sue attenzioni su precise specie di pesce che per habitat ed esigenze vitali si concentra in zone a ridosso della costa e a bassa profondità, aumentando oltremisura la pressione sulle stesse.

I pescatori in apnea che fanno parte di U.P.S.d.G. sono stati spesso testimoni  nelle loro immersioni dell’attacco dei cormorani a branchi di pesci, attacchi portati anche a profondità elevate con esiti sempre mortali per specie pregiate come il luccio, il persico reale o la tinca.

La stessa Unione Pescatori Sportivi del Garda, nella persona del suo presidente Maurizio Scarmigliati, vuole evidenziare quanto le regole dettate dall’ ISPRA in materia di contenimento cormorani siano piuttosto blande e poco incisive.

Tuttavia delle misure di contenimento, ripetiamo, sicuramente scarsamente sufficienti, l’ Istituto Superiore Per la Ricerca Ambientale le ha diramate, peccato – dice l’associazione – che la Regione/i non le abbia/no in parte o quasi per nulla, messe in pratica.

Lo stesso Scarmigliati auspica l’ urgenza di trovare unità di intenti tra associazioni operanti sul Garda ed istituzioni, dando in prima persona e a nome di tutta U.P.S.d.G. la disponibilità a collaborazioni mirate al contenimento e la diffusione dei cormorani sul Garda».

 

 

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