Naufragio nel basso lago, salvati tre adulti e un bambino di quattro anni

LAGO DI GARDA - Bruttissima avventura per 4 austriaci, tra cui un bambino di 4 anni. Sono stati mezz'ora aggrappati ai cuscini dell’unità affondata prima che la Guardia Costiera li recuperasse. Sono tutti ricoverati in ospedale.

E’ successo nel primo pomeriggio di oggi, mercoledì 13 maggio, quando un motoscafo veloce di quasi nove metri, noleggiato sulla sponda bresciana è improvvisamente affondato, per cause in corso di accertamento, nelle acque antistanti il litorale compreso tra Lazise e Sirmione.

A bordo dello stesso tre turisti austriaci ed un bambino che caduti in acqua, pare dopo una veloce accostata, sono riusciti per mezzo di un cellulare a contattare la Compagnia dei Carabinieri di Peschiera, che ha prontamente allertato la Sala Operativa della Guardia Costiera di Salò, che gestisce il coordinamento delle attività di ricerca sul Lago di Garda e che ha immediatamente impiegato tutte le risorse SAR disponibili.

Quest’ultima, avuto il numero di cellulare del naufrago è riuscita a contattarlo e a farsi condividere la posizione precisa dei naufraghi, ove ha immediatamente dirottato i mezzi di soccorso della Guardia Costiera, dei Vigili del Fuoco e della Squadra Nautica della Polizia di Stato di Peschiera, che nel frattempo erano stati impiegati nelle ricerche.

Messo a disposizione e poi decollato da Bologna anche un elicottero dei Vigili del Fuoco.

Il momento del recupero.

Dopo circa mezzora in acqua, aggrappati ai cuscini dell’unità affondata a circa 4 km dalla costa del Comune di Lazise, i quattro naufraghi ormai quasi stremati, tra cui un bambino di appena 4 anni, venivano avvistati dalla Motovedetta CP 703 della Guardia Costiera, che li recuperava a bordo. Verificate le condizioni di salute degli stessi, si rendeva necessario l’intervento di un’autoambulanza del 118 nel porto di Lazise, ove la Motovedetta dirigeva per lo sbarco dei naufraghi. Ad attenderli in porto vi erano i Carabinieri e la Polizia Locale prontamente allertati.

Dopo lo sbarco in banchina e le prime cure sul posto per tutti si è reso necessario il trasferimento presso gli ospedali di Verona e di Peschiera.

Mentre la Guardia Costiera ha poi verificato che nello specchio acqueo del punto dell’affondamento (fondale di circa 50 metri) non vi fossero tracce di inquinamento, la Polizia di Stato della Squadra Nautica di Peschiera ha avviato le attività di accertamento della dinamica dei fatti richiedendo anche l’alcol test per il conducente del potente motoscafo.

«Si è conclusa bene e in poco tempo – fa sapere la Guardia Costiera – un’attività di soccorso in cui si è vista la consolidata sinergia tra le varie forze intervenute, che hanno prontamente messo in campo le risorse SAR sotto il coordinamento della Sala Operativa della Guardia Costiera del Lago di Garda.

Anche in questo caso, come già accaduto nella prima domenica di maggio nelle acque antistanti il litorale di Moniga, di fondamentale importanza è stato avere a bordo un cellulare con il quale i naufraghi hanno potuto dare l’allarme dopo l’affondamento».

L’avvistamento dei naufraghi.

 

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