La pittura materica ancestrale di Castiglioni tra il fondale marino e il bosco

SALO' - Dal 25 luglio al 7 agosto nella Sala Domus di Salò la mostra «I luoghi dell'anima», personale di Remo Castiglioni.

«Tutta la materia di cui siamo fatti noi – scrive il direttore e curatore artistico della mostra, Pierluigi Luise – l’hanno costruita le stelle, tutti gli elementi dall’idrogeno all’uranio sono stati fatti nelle reazioni nucleari che avvengono nelle supernove (…) per cui noi siamo veramente figli delle stelle.

La materia e le sue proprietà assumono un ruolo rilevante nella storia e nella critica d’arte moderna e contemporanea. Nel lessico artistico è ricorrente, infatti, definire un’opera “materica” quando questa presenti una forte componente tattile e sia costituita da uno spesso strato di colore, presenti delle increspature e abbia altri materiali incorporati al suo interno.

Nelle opere dell’artista Remo Castiglioni il visitatore diventa parte integrante dell’opera, perdendosi nei suggestivi boschi o negli abissi del mare. Non vi è spazio per il razionale ma per la fantasia la voglia di percorrere quei viali appena accennati, respirare a pieni polmoni, toccare con mano i colori intensi della natura riprodotta tra arbusti, alberi e vegetazione marina. Camminare all’interno dell’opera diventa un’esperienza unica alla ricerca della pace della quiete che solo la natura incontaminata può regale, la voglia di far parte di quel mondo affascinante.

 

La desolazione interiore svanisce dando spazio alla creatività e all’unione con il mondo che ci circonda, il contatto visivo si perde con il contatto fisico portandoti in quella dimensione purtroppo oggi come oggi persa, per il troppo accanimento umano al progresso e alla perdita di curiosità. I sensi della vista del tatto e dell’olfatto, ricordi ancestrali in un’epoca di globalizzazione dove tutto e tutti si sono trasformati in macchine produttrici del nulla, vengono totalmente cancellati, dalla frenesia dispotica del mondo odierno.

Tutto questo viene disarcionato alla vista delle opere di Remo Castiglioni, riportando l’essere umano a quell’esistenza in pace con la natura e con se stessi. La genialità di raffigurare i fondali marini, invece che il solito tramonto con la barchetta sull’orizzonte del mare, ti porta a scoprire e ad entrare come un bambino curioso in quel mondo dimenticato, dove la vita è presente con la fauna e la flora sommersa . Un mondo conosciuto da pochi esploratori, un mondo ancor pieno di misteri, leggende. Come un bosco incontaminato dove non sai mai cosa la natura ti propina più in là di quel sentiero, che non può essere altro che meraviglia stupore di ciò che madre natura ti può regalare.

Osservando i suoi quadri ritorni alla poesia del Leopardi: questo colle solitario mi è stato sempre caro, così come e questa siepe che impedisce di vedere l’orizzonte. Stando fermo e guardando fisso io immagino con il pensiero spazi infiniti al di là di quella siepe e silenzi che un uomo non può percepire, insieme a una immensa quiete. Per poco il cuore non si smarrisce. E quando sento il vento frusciare tra le foglie io paragono quell’infinito silenzio a questa voce del vento e mi vengono in mente l’eternità, le stagioni passate, la stagione attuale e i suoi rumori. Tra questa immensità si smarrisce il mio pensiero ma lasciarmi naufragare in tutto questo mi crea una sensazione di dolcezza.

Remo Castiglioni, un’artista colto sensibile che ingloba nel suo racconto, fatto di tela pennelli spatole e colori quello che era ovvio, al tempo in cui l’uomo, sapeva amare e rispettare il suo pianeta, la propria e unica casa».

 

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