Il Tenente Medico Giorgio Pirlo e il suo Diario di guerra

SALO’ – Venerdì 4 novembre alle 17 in Sala dei Provveditori la presentazione del libro curato da Pino Mongiello, edito da Ronzani, con il diario di Giorgio Pirlo, mnato a Salò nel 1913 e morto ad Atene il 17 gennaio 1944 per tubercolosi, prigioniero in campo di concentramento tedesco.

Il diario del tenente medico Giorgio Pirlo era destinato ad essere letto in famiglia quando – è lui a dirlo – gli eventi che sta vivendo saranno finiti con la vittoria dell’Italia. La guerra è quella combattuta dall’Italia sul fronte greco-albanese negli anni 1940- ’41.

Pressoché ogni giorno, dal 10 novembre 1940 al 25 giugno 1941, troviamo dunque annotati sulle pagine del diario i fatti che l’autore ritiene più significativi: situazioni dal sapore quotidiano, magari utile solo a mettere in luce i valori dell’amicizia, a ricordare la visita di un luogo per lui nuovo e le caratteristiche etniche di chi lo abita.

Il Tenente Medico Giorgio Pirlo (1913-1944).

 

Soprattutto, è la guerra ad essere presente: lo è da un punto di vista professionale. Giorgio Pirlo è medico ed opera negli ospedali da campo, dove si accolgono e si curano i feriti che giungono dalle zone di combattimento. Oltre che soldati feriti per schegge e dai piedi congelati, egli vede malati affetti dalla malaria, dal tifo, o da altre patologie ancora. Vede anche soldati che non resistono al male, che devono essere curati altrove, magari rimpatriati; assiste quelli che muoiono e devono essere sepolti nel più vicino cimitero.

Il giovane medico non solo agisce sui pazienti con scrupolo professionale ma vuole comprendere, per quanto possibile, il senso del dolore fisico che ci riguarda tutti come una legge di natura. Se il suo diario apre un ampio squarcio su questa realtà di dolore che è strettamente connessa alla guerra che si combatte, è però anche uno strumento di lettura di ciò che vorrebbe avere una parvenza di normalità.

L’agenda medica 1940 che Giorgio Pirlo utilizzò come diario: il periodo che egli descrive va dal novembre 1940 al giugno 1941.

 

Persino la guerra, mentre egli osserva la schermaglia di bombardieri che guizzano nel cielo, e fanno giravolte, e mitragliano, gli appare talvolta come uno spettacolo elettrizzante da non perdere, se non fosse poi la caduta di un aereo, il fumo nero che sale, la morte di un paracadutista a riportarlo alla cruda realtà. La normalità che Giorgio Pirlo cerca ha per lo più anche altri connotati.

Sono quelli focalizzati per temi, che intendono offrire dati di contesto utili alla comprensione delle successive pagine che scandiscono il tempo di guerra mese per mese. La loro lettura rivelerà la personalità di un uomo, figlio del suo tempo, cresciuto assorbendo acriticamente i contenuti della propaganda di regime. Le sue annotazioni lo rivelano.

La copertine del libro.

 

Quando arriva in Albania, nel dicembre 1940, Giorgio Pirlo ha 27 anni. Morirà per grave malattia, nel gennaio 1944, ad Atene, appena trentenne. Ma c’è di più: morirà prigioniero in un campo di concentramento tedesco, come specifica lo Stato di servizio dell’Esercito Italiano.

La qual cosa potrebbe lasciar immaginare che in quel giovane medico sia maturata, durante i mesi di malattia, una coscienza più accorta e più riflessiva rispetto alle vicende politico-militari italiane di quel periodo.

Questo diario, che solo ora vede la luce, contribuisce non poco a far conoscere, in molti suoi aspetti, un uomo del quale, sembra davvero incredibile, era noto finora quasi solo il nome.

In effetti, tolta la lapide funeraria, murata presso il portico del lazzaretto salodiano in località S. Rocco, che con una certa enfasi ne tratteggia la figura, è solo il Rifugio al Passo dello Spino che, portandone il nome, mantiene accesa in chi vi passa la memoria del Tenente medico caduto nella campagna di Grecia. Se fino a poco tempo fa si cercavano notizie sulla sua vita era difficile trovarne traccia.

Proprio per questo si è cercato a fondo, per quanto possibile, presso le fonti istituzionali che ne conservano testimonianza: l ’Università statale di Milano, l’Università di Padova, l’Istituto militare italiano presso il Ministero della Difesa, l’Ordinariato militare, l’Ateneo di Salò. Si è anche cercato presso ambiti familiari di persone che sicuramente potevano aver avuto memoria, anche solo per sentito dire, di questo ufficiale. Ora, grazie a un lavoro di ricerca amabilmente e puntigliosamente condotto dalla di lui nipote Clara Pirlo si è arrivati a disporre di lettere e foto di indubbio valore, che hanno aiutato a realizzare un quadro cognitivo solidamente impostato: quello che si potrà complessivamente ritrovare nelle pagine del libro curato da Pino Mongiello, edito da Ronzani, che, come detto, sarà presentato ufficialmente venerdì 4 novembre 2022, ore 17.00, presso la Sala dei Provveditori nel Palazzo comunale di Salò.

Il prof. Pino Mongiello durante un sopralluogo in Albania (maggio 2022): sullo sfondo il Monte Golico, teatro di sanguinosi combattimenti nel 1940/41, e il fiume Vojussa, citato nella canzone degli Alpini che la descrive macchiata del loro sangue (Sul Ponte di Perati).

 

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