Desenzano, oltre un milione per Museo Rambotti e Lavagnone

DESENZANO DEL GARDA - I fondi di Regione, Ministero e PNRR permetteranno ai due poli culturali di rifarsi il look ponendo grande attenzione alla riqualificazione e valorizzazione delle strutture e all’abbattimento di barriere architettoniche cognitive e sensoriali.

Il Museo Rambotti e il sito palafitticolo del Lavagnone sono pronti ad essere ulteriormente valorizzati grazie al lavoro dell’ufficio e dell’assessorato alla Cultura di Desenzano del Garda che sono stati in grado di intercettare tre finanziamenti messi a disposizione da Regione Lombardia, dal Ministero del Turismo e dai fondi derivanti dal PNRR: un totale di oltre un milione di euro che sarà investito per lo sviluppo e la riqualificazione inclusiva dei due luoghi.

Il contributo di Regione Lombardia

Il primo contributo è stato erogato da Regione Lombardia ed era inerente alla valorizzazione dei siti palafitticoli dell’arco alpino. Risorse che sono arrivate grazie a un’intesa sottoscritta da Regione Ministero e Comuni che ha consentito una negoziazione con il territorio e la sottoscrizione di una convenzione sul tema della valorizzazione dei patrimoni UNESCO. Il progetto vincente ha avuto Desenzano come ente capofila in una squadra formata anche dai Comuni di Polpenazze, Gavardo e Piadena Drizzone e dal Museo MAVS di Gavardo.

Il sostegno economico complessivo è di 205.000 euro di cui 200.000 erogati da Regione Lombardia e 5.000 dai Comuni: 57.300 euro sono quelli destinati a Desenzano che in questo caso saranno investiti sul sito del Lavagnone. Il progetto è già partito ed entro marzo vedrà la luce: l’opera prevede la copertura del sito con una struttura di 10,60 per 28 metri in acciaio con chiusura in tessuto tecnico (pvc bianco) che metterà al sicuro tutti i ritrovamenti presenti e futuri.

Nulla d’invasivo, non necessiterà di fondazioni, ma solamente di piccoli plinti di 50 cm di diametro e sarà quindi facilmente rimovibile in qualsiasi momento. Il progetto prevede inoltre la sostituzione dell’attuale recinzione e del cancello, oltre alla realizzazione di due pannelli informativi per fornire le nozioni fondamentali ai futuri visitatori. Infine, il pezzo forte che darà il via alle future esposizioni, sarà una vetrina che ospiterà il giogo in legno, rinvenuto sul posto nel 2018.

“Il percorso che, come Assessorato regionale alla Cultura, abbiamo imboccato sin dall’autunno del 2019 si sta rivelando – afferma l’assessore Stefano Bruno Galli – una formidabile leva per la valorizzazione del patrimonio lombardo riconosciuto dall’UNESCO. Nella circostanza del quarantennale del primo riconoscimento italiano, che è in Lombardia, è in Valcamonica ed è quello delle incisioni rupestri, là dove giace la Rosa Camuna, ineguagliato simbolo della nostra Regione, alla fine dell’ottobre 2019 – prosegue l’assessore – abbiamo siglato uno specifico accordo di valorizzazione. A seguire, abbiamo poi incominciato a siglare con i singoli siti Unesco lombardi degli specifici accordi di valorizzazione sulla base di quel modello. Il finanziamento ai siti palafitticoli dell’arco alpino, cui ha partecipato il Comune di Desenzano, dev’essere inquadrato nell’ambito di questa strategia finalizzata a valorizzare – conclude Stefano Bruno Galli – l’immenso patrimonio UNESCO della Lombardia”.

Il sito palafitticolo del Lavagnone.

Il contributo del Ministero del Turismo

Il bando ministeriale riguarda invece i siti UNESCO ed ottenere il finanziamento è stato un vero e proprio capolavoro degli uffici comunali: anche in questo caso Desenzano è stato ente capofila del progetto e la difficoltà è stata soprattutto quella di far convergere tutti i siti UNESCO in un unico piano di lavoro. L’intento è andato a buon fine e dal bando sono stati ottenuti complessivamente 775.000 euro di cui 295.000 euro per azioni comuni tra gli enti partecipanti e 305.000 euro riservati esclusivamente al Comune di Desenzano.

Grazie a questi investimenti il piano terra del Museo Rambotti verrà completamente ristrutturato e innovato: sarà rifatta la pavimentazione e verrà sostituita l’illuminazione; entrata e reception verranno rese più confortevoli; sarà ripensato il percorso espositivo con una immaginaria linea del tempo, accompagnata da raffigurazioni grafiche sulle pareti, che guiderà l’utente in un viaggio preistorico.

Con i soldi dedicati alle iniziative comuni invece verrà realizzato un bus turistico gratuito che farà il giro dei Comuni aderenti al bando che hanno reperti storici archeologici: Pozzolengo, Lonato, Desenzano e Gavardo. Altra azione che sarà effettuata per tutti gli enti è quella del posizionamento di “oculus”, visori di realtà virtuale aumentata, che proietteranno un video standard per sponsorizzare le aree UNESCO del territorio e un video personalizzato esclusivamente dedicato a Desenzano. Verrà infine effettuata una massiccia campagna di comunicazione pubblicitaria all’estero per sponsorizzare questi siti in modo da attrarre anche il turismo culturale straniero.

Così sarà l’ingresso del Museo Rambotti.

 

Il bando del Pnrr

L’ultima tipologia di bando ottenuto è quella derivante dai fondi del PNRR a cui il Comune di Desenzano ha partecipato da solo ottenendo 256.000 euro. In questo caso il focus del progetto è quello dell’inclusività e nella fattispecie della rimozione delle barriere architettoniche, non solo fisiche, ma soprattutto cognitive e sensoriali.

La grande svolta che si è voluta dare al Museo Rambotti grazie a questo investimento è stata quella di avere una struttura integrata per le persone con disabilità, senza distinzioni o aree dedicate. Ne è concreta prova uno degli interventi che riguardano i bagni del Museo che avranno soltanto la differenziazione tra uomo e donna e non più per disabili: entrambi saranno muniti di tutto il necessario per essere inclusivi, senza dover creare un terzo spazio apposito.

Stesso discorso vale per l’ascensore che sarà fruibile per tutti con pulsantiera, specchio, corrimano e con la segnalazione sonora per capire quando si è arrivati al piano giusto. Un altro esempio è la presentazione del video che descriverà il Museo che avrà una doppia visuale e sarà integrato con la LIS (lingua dei segni italiana).

Oltre a questi interventi verranno implementate molte altre operazioni volte a semplificare la fruibilità del museo per ipovedenti e ipoudenti: sarà rifatta e ristudiata la pannellistica con colori e simboli ben visibili per tutti; verranno apposti adesivi per segnalare i gradini, pannelli tattili per le descrizioni dei reperti e saranno aggiornate le audioguide; verrà inserita una postazione olfattiva in cui poter annusare i profumi dimenticati dei canneti o del grano tagliato; verrà prolungato il corrimano già presente e ne sarà creato uno più basso dedicato ai bambini; sarà infine acquistata una sedia a rotelle per ogni evenienza e il modellino delle palafitte già presente verrà rifatto e potrà essere toccato dagli ipovedenti, al contrario di quanto accade oggi.

Museo Rambotti: l’antica piroga rivenuta nel sito del Lavagnone.

 

 

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