Omicidio nautico, i genitori di Greta: “Speriamo eviti ad altri il nostro dolore”

LAGO DI GARDA - L'omicidio nautico è legge. I genitori di Greta Nedrotti: "Speriamo eviti ad altri di sopportare la massima pena della perdita di un congiunto".

I genitori di Greta Nedrotti, la 24enne di Toscolano Maderno uccisa il 19 giugno 2021 nel golfo di Salò insieme a Umberto Garzarella, 36enne di Salò, travolti da un motoscafo mentre si trovavano a bordo del gozzo di Umberto, commentano l’approvazione definitiva della legge sull’omicidio nautico (ne abbiamo scritto qui).

Nadia e Raffaele Nedrotti scrivono: «Festeggiamo l’approvazione della legge che speriamo riguardi ogni unità, natante, imbarcazione o nave.

Purtroppo resta sempre una “festa a denti stretti” perché, grazie ai molti, troppi ritardi nell’approvazione della legge proposta sin dal 2019, ad esempio gli omicidi della nostra unica figlia Greta e di Umberto hanno potuto beneficiare di una pena irrisoria e inadeguata alla gravità del fatto solo perché hanno ucciso sull’acqua e non sulla strada.

Troppi lutti, troppo dolore, troppe lacrime, troppi incidenti sono restati sostanzialmente impuniti perché sanzionati con pene lievi e irrisorie. Troppe volte le forze dell’ordine sono rimaste impotenti davanti all’arroganza dei proprietari di imbarcazioni di lusso. Troppe volte abbiamo assistito impotenti alla assoluta mancanza di rispetto dei nostri laghi, fiumi e mari.

Certo, dover ricorrere all’inasprimento delle pene, confessa l’assoluto fallimento delle risorse educative, volte al rispetto della Vita e della Natura che ci ospita. Confidiamo che, di pari passo, sia implementata a cominciare dalle scuole la diffusione della cultura nautica e del rispetto per la Vita.

Ringraziamo la Camera e il Senato per l’accelerazione che hanno saputo dare in questi ultimi mesi all’approvazione della legge. Ringraziamo tutti coloro, Istituzioni, Enti e cittadini che ci hanno sostenuto e hanno contribuito in qualunque modo a questo iter.

A noi hanno ucciso la nostra unica figlia Greta e hanno inflitto la massima pena, con condanna a vita.

Per la nostra tragedia questa legge è un piccolo conforto. Non che la legge serva al nostro “caso”, ma forse a evitare ad altri di sopportare, oltre alla massima pena della perdita di un congiunto, anche le difese becere come quelle che ci tocca leggere ora anche in sede di appello e che ci feriscono ancora, ancora, ancora.

Un grande ringraziamento dal cuore all’onorevole Balboni che con grande generosità ha accolto la nostra speranza, il nostro desiderio di dedicare la legge a Greta e Umberto. Ci ha commosso e riempito il cuore di una grande triste gioia. Siamo convinti – concludono Nadia e Raffaele Nedrotti – che portando i nomi di “Greta e Umberto”, evocando, a monito, la grave tragedia accaduta, potrà forse rendere più agevole e naturale il rispetto della legge da parte di tutti».

 

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