Il suono di Gasparo con l’antico contrabbasso

SALO' - Sabato 7 alle 16.45 il MuSa ripropone «Il suono di Gasparo», momento musicale con il contrabbasso che il liutaio salodiano realizzò intorno al 1590.

L’antico contrabbasso «Biondo», uno dei gioielli di Gasparo da Salò, esce dalla teca per far sentire la sua voce. Il prezioso strumento sarà suonato dal Maestro Giovanni Pietro Fanchini, docente del Conservatorio Doninzetti di Bergamo.

Per gli appassionati sarà un’occasione ghiotta. Accade raramente di sentire il suono potente e profondo di questo gioiello della liuteria, uno dei contrabbassi più preziosi al mondo, tra i meglio conservati tra quelli realizzati da Gasparo, liutaio considerato il padre del violino moderno ma che ebbe un ruolo rilevante anche nell’evoluzione del contrabbasso (fu lui stesso un valente contrabbassista).

I posti sono limitati. L’ingresso costa 9 euro; prenotazione obbligatoria entro venerdì 6 ottobre a [email protected] o 0365.20553.

 

Il contrabbasso Biondo

Uno degli emblemi di Salò è la figura di Gasparo Bertolotti, meglio noto come Gasparo da Salò, ritenuto l’inventore del violino moderno. Gasparo nacque a Salò nel 1540 e imparò il mestiere di liutaio dal padre per poi aprire bottega a Brescia, dove morì nel 1609.

Il contrabbasso Colonna (oggi di proprietà della famiglia Biondo, che nel 2011 lo acquistò dal maestro Leonardo Colonna, primo contrabbassista dell’orchestra della Scala, per poi affidarlo al Comune), esposto al primo piano del MuSa, nella sezione dedicata, fu realizzato da Gasparo intorno al 1590 ed è uno dei più belli e preziosi strumenti del liutaio salodiano, ancora oggi studiato dai liutai di tutto il mondo per l’eccezionale sonorità e il timbro.

Come accadde per i violini di Gasparo, anche i suoi contrabbassi hanno canonizzato le misure e le forme cui si fa riferimento ancora oggi.

Gasparo fu inoltre un valente contrabbassista (nel 1604 venne chiamato in tale veste per un concerto a Bergamo, con una paga molto rilevante) e quando progettò e costruì questi strumenti si era già lasciato alle spalle le linee dei vecchi violoni, per imboccare la strada di un nuovo strumento, più versatile, apprezzato per la facilità di pronuncia e la ricchissima sonorità.

 

 

 

 

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