Darsi pace

ARCO - Al via «Darsi pace», mini rassegna di tre autori di libri usciti tra il 2022 e quest’anno. Primo appuntamento con martedì 12 febbraio con Gabriele Carletti e il golpe di Pinochet.

La pace si persegue attraverso diversi fattori, tra questi la ricerca della giustizia democratica, il contenimento delle armi distruttive e il riconoscimento e l’uso delle parole della propaganda. È questo il filo conduttore di «Darsi pace», una mini rassegna di tre autori di libri usciti tra il 2022 e quest’anno, che si succederanno in incontri dialoganti dal 12 dicembre a febbraio.

Nata da un’idea del consigliere delegato all’inclusione, diritti civili, beni comuni, laicità e pace Tommaso Ulivieri con la collaborazione dell’assessorato alla cultura e della biblioteca civica «Bruno Emmert», la rassegna si svolge all’auditorium di Palazzo dei Panni, sempre con inizio alle ore 18.

 

I mille giorni di Allende

Si comincia martedì 12 con Gabriele Carletti, giornalista e volto noto del Tg Tre locale e nazionale, che presenta il suo libro «I mille giorni di Allende. L’altro 11 settembre e l’Italia vittima della sindrome cilena» (Youcanprint, 2023). Carletti ha ampliato in revisione critica la sua tesi di laurea in Storia contemporanea con questo volume corposo e completo, edito a 50 anni dal sanguinoso golpe del generale Pinochet, orchestrato dalla Cia e dal recentemente scomparso Kissinger, che pose fine, ai tre anni di governo e alla vita di Allende e di Unidad Popolar.

Un testo che non solo ripercorre le radici storico-politiche nelle quali si innestò il fragile e difficile esperimento marxista-democratico del medico cileno, ma racconta anche le enormi ripercussioni che questa vicenda ebbe nel mondo e i Italia di quei ferventi primi anni Settanta.

«C’è stata un’epoca in Italia -scrive Carletti- in cui la rivoluzione sembrava possibile. Inseguita o temuta, ma possibile. Un’utopia vaga ma di massa. Era l’alba degli anni Settanta, anni ruggenti e dissennati. Il Pci rosicchiava terreno alla Dc, Moro apriva ai comunisti e l’eversione nera invocava una sterzata autoritaria con un rosario di bombe. L’11 settembre 1973 a finire sotto attacco fu un palazzo presidenziale a dodicimila chilometri da Roma. La distanza non attenuò l’effetto, il messaggio era identico: un governo marxista in Occidente non avrebbe avuto vita facile. L’altro 11 settembre, quello cileno, mandò alla morte migliaia di persone e impose una sterzata alla storia. In Italia dettò le strategie politiche e contagiò le piazze».

A dialogare con l’autore, il collega Rai Raffaele Crocco, ideatore e curatore dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo e presidente dell’associazione 46° parallelo.

Gli altri appuntamenti

Il 18 gennaio 2024, a tre anni dall’accordo Onu per la messa al bando delle armi nucleari, sarà la volta di Francesco Vignarca, coordinatore della rete italiana pace e disarmo, con il suo «Disarmo nucleare» (Altraeconomia, 2023) sulla storia e lo stato attuale delle armi di distruzione di massa, in dialogo con il presidente del Forum trentino per la pace e i diritti umani Massimiliano Pilati.

Infine, in febbraio con data da destinarsi, a due anni dall’invasione russa in Ucraina, il giornalista Rai Nico Piro presenterà «Maledetti pacifisti» (People, 2022), un’analisi critica del “pensiero unico bellicista” (pub) che con la guerra russo-ucraina ha pervaso l’informazione.

 

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