Una mostra celebra il pittore tignalese Gino De Lai

TIGNALE - Il Tignale Summer Festival propone da domenica 1 a sabato 7 agosto una mostra sul pittore tignalese Gino De Lai in occasione dei 130 anni dalla nascita.

Gino De Lai nasce a Tignale il 31 ottobre del 1891. È un paesaggista autodidatta di fortunata tecnica pittorica, incoraggiato da un altro personaggio geniale, Arturo Cozzaglio, che gli regalò una cassetta di colori.

Le tele di Gino De Lai testimoniano la sua profonda passione per la natura del lago di Garda. Fu un creativo di grande versatilità e inventore di brevetti. Le spoglie di De Lai, scomparso a Salò nel 1960, riposano nel cimitero del paese.

La mostra, con vernissage alle 17 di domenica 1 agosto, sarà visitabile fino al 7 agosto (tutti i giorni 17-19 e 20-22).

 

Il pittore tignalese Gino De Lai.

Ha scritto Carmela Perucchetti: «Nel nutrito novero di paesaggisti che trovano suggestioni molteplici nel lago più bello d’Italia, ed in particolare tra quelli operanti nella prima metà secolo scorso, De Lai occupa un posto ben definito, con il taglio inconfondibile di panorami tersi, lucidi di colore steso d’istinto.

Dipinti che sono espressione di ingegno autodidatta, naturalmente incline al disegno e alla musica e nel contempo capace di geniali intuizioni innovative in campo tecnico e scientifico, che trovano concreta realizzazione senza mai però fruttare all’inventore il meritato e adeguato riscontro».

E ancora: «L’artista studia la luce del Garda, riverberata anche nell’entroterra fatto di campi coltivati su cui si stagliano radi alberi, nelle varianti infinite dello scorrere delle ore del giorno e delle diverse stagioni, insistendo sul medesimo luogo e creando così in alcuni casi vere e proprie sequenze.

Poche figure, sveltamente tratteggiate a pennello, suggeriscono la presenza umana con discrezione. La luce sul Garda, meglio la luce del Garda, è la vera protagonista di uno spettacolo naturale fissato con freschezza e vivacità dallo sguardo attento, ma anche ricco di lirica sensibilità, di Gino De Lai».

 

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