Tokyo 2020, Valentina Iseppi nella storia olimpica: «Abbiamo fatto il massimo»

TOKYO - Il quattro di coppia di Iseppi, Montesano, Lisi e Gobbi nella storia olimpica del canottaggio femminile con il quarto posto nella finale. La gardonese: «Abbiamo fatto il massimo e dato tutte noi stesse oggi, ma questo risultato un po’ fa male».

Pronte, via e sono subito Cina e Germania a fare l’andatura nella finale del quattro di coppia femminile, conquistata con grande determinazione dalle azzurre che in acqua 1 non hanno niente da perdere contro i mostri sacri della specialità.

L’armo tedesco prova a contenere la Cina ma è impressionante il ritmo delle atlete cinesi, che a 36 colpi sprigionano una grande forza in acqua mettendo luce tra sé e le avversarie. L’Italia all’esterno continua a fare la sua gara e cerca di non perdere di vista Polonia e Olanda in zona bronzo. Una gara entusiasmante con l’Italia che continua la sua condotta di gara ad alto livello con Cina, Polonia e Australia nelle posizioni da podio.

Ma l’Italia c’è, la barca azzurra è lì ed è pronta a fare un grandissimo finale risalendo fortissime a caccia di un bronzo che ora è a portata di mano. La Cina va a conquistare l’alloro olimpico con il record mondiale annullando la concorrenza, la Polonia è seconda davanti all’Australia e l’Italia a poco più di un secondo dal podio migliora dopo trentasette anni il risultato di Los Angeles ’84. Grandi ragazze, davvero eccezionali!

  1. Cina (Yunxia Chen, Ling Zhang, Yang Lyu, Xiatong Cui) 6.05.13,
  2. Polonia (Agnieszka Kobus-Zawojska, Marta Wieliczo, Maria Sajdak, Katarzyna Zillmann) 6.11.36,
  3. Australia (Ria Thompson, Rowena Meredith, Harriet Hudson, Caitlin Cronin) 6.12.08,
  4. Italia (Valentina Iseppi, Alessandra Montesano, Veronica Lisi, Stefania Gobbi) 6.13.33,
  5. Germania (Daniela Schultze, Franziska Kampmann, Carlotta Nwajide, Frieda Hammerling) 6.13.41,
  6. Olanda (Laila Youssifou, Inge Jansenn, Olivia Van Rooijen, Nicole Beukers) 6.15.75.

Le dichiarazioni di iseppi, Gobbi, Lisi e Montesano

Valentina Iseppi (numero quattro – CC Aniene): “Abbiamo fatto il massimo e dato tutte noi stesse oggi, ma questo risultato un po’ fa male. I problemi in partenza ci hanno costretto a fare una gara di rincorsa, ma siamo state brave a non abbatterci alle prime difficoltà di questa finale e a crederci fino alla fine, fino a riprendere le avversarie e arrivare ad insidiare le prime per il podio. Purtroppo le condizioni dell’acqua hanno fatto sì che questa divenisse una gara a chi sbagliava meno, e le medaglie sono andate evidentemente ai tre equipaggi che hanno sbagliato meno. Grazie al CC Aniene, alle mie amiche e a tutta Gardone Riviera, che nella notte italiana è rimasta sveglia ed è scesa in piazza per vedermi in finale alle Olimpiadi”.

Stefania Gobbi (capovoga – Carabinieri-SC Padova): “Oggi remare in queste condizioni era davvero difficile, io stessa ho sbagliato subito il primo colpo, poi nella prima parte abbiamo avuto qualche altro problema e siamo state costrette a rincorrere le avversarie. Purtroppo dopo un quarto posto per così poco, viene difficile essere completamente soddisfatte, perché il risultato finale brucia. Ti resta l’amaro in bocca, ma poi vedi un equipaggio come il doppio leggero maschile della Norvegia che era qui per giocarsi la vittoria dell’Olimpiade che si ribalta in mezzo alla gara per le avverse condizioni del campo, e quindi ti rendi conto che va bene così. Posso dire comunque con certezza che ci abbiamo provato e che siamo consapevoli di aver fatto la storia del canottaggio femminile azzurro. Da qui continua il nostro percorso di crescita, che per me prosegue anche nei Carabinieri, che ringrazio, dopo gli anni importanti alla SC Padova, due realtà senza le quali oggi non avrei potuto essere qui”.

Veronica Lisi (numero due – SC Padova): “Abbiamo fatto la storia e messo una pietra importante nel percorso di crescita di tutto il canottaggio femminile azzurro, ma faccio fatica ora a pensare al futuro. Sono amareggiata per questo risultato finale, anche se maturato in un campo di gara difficile. In gare così sai che se parti bene sei avvantaggiato, mentre oggi ci è mancato proprio questo, mentre sulla seconda parte di gara non c’è niente da recriminare. Tuttavia se guardo il mio percorso, non posso non sorridere. Dopo molti anni di stop, ho ripreso a remare nel 2018 solo perché sostanzialmente la vita mi aveva voltato le spalle, sono ripartita da zero sotto molti aspetti, dopo essermi reinventata per potermi mantenere. Poi ho incontrato Spartaco Barbo durante i corsi e gli esami per prendere il patentino di allenatrice, ed è stato lui a convincermi a riprovarci. È andata bene, dopo pochi mesi mi ritrovo qui alle Olimpiadi, e oggi prima della finale mi sono detta che dalla mia barca sarei dovuta uscire strisciando, per aver dato tutto. È andata così, grazie Spartaco e grazie alla SC Padova per avermi accompagnata in questa seconda fase della mia vita remiera, che va in parallelo con la mia vita privata, ed è qui che ringrazio il mio compagno per essermi stato vicino nei momenti difficili della mia vita e in questo percorso”.

Alessandra Montesano (numero tre – Fiamme Gialle-SC Eridanea): “Sono felice di aver contribuito a scrivere un pezzetto di storia per l’Italia del canottaggio femminile, ma siamo ai Giochi Olimpici e quando arrivi a un secondo e poco più dal podio, non puoi accontentarti solo di quello. Sicuramente la partenza ci ha penalizzate, ma ci abbiamo provato comunque fin da subito a restare con le migliori. Gara dopo gara siamo state brave a migliorarci in barca e nella gestione della gara, e questo rimane, anche se il quarto posto continua a scottare. Siamo arrivate al punto di giocarci il podio, dunque vuol dire che ne avevamo le capacità, e forse anche per questo brucia ancora di più il nostro piazzamento, pur essendo giovani e all’inizio della nostra carriera di alto livello. Resta comunque l’entusiasmo per ciò che abbiamo fatto, e la consapevolezza che questo è solo un punto di partenza. Dalla SC Eridanea e le Fiamme Gialle, le due società grazie alle quali sono cresciuta al punto di arrivare fino a Tokyo, alla Nazionale, il percorso ora deve continuare”.

 

I commenti sono chiusi.