Storie di donne: primo premio a Susanna Battistini

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ARCO – La Giuria ha assegnato al racconto senza titolo di Susanna Battistini (Roma) il primo premio del concorso letterario femminile «Storie di donne», la cui premiazione s’è svolta sabato 4 aprile a Palazzo dei Panni. 

«La protagonista dissemina con cura i suoi indizi fin dalle prime righe, fa pensare a una donna colta, amante dei libri, della natura, della vita; con pennellate efficaci descrive la fatica dell’alzataccia dell’indomani, l’umiliazione del lavoro che l’aspetta, ma anche la bellezza della scala, la precisione e l’entusiasmo con cui la pulirà, rendendo dignitoso il suo semplice lavoro. Lo stile è asciutto e ironico, il racconto una metafora della scrittura: se c’è passione e talento, ogni dettaglio più essere usato come spunto narrativo». È la motivazione con cui la Giuria ha assegnato al racconto senza titolo di Susanna Battistini (Roma) il primo premio del concorso letterario femminile «Storie di donne», la cui premiazione s’è svolta nel pomeriggio di sabato 4 aprile a Palazzo dei Panni. La sezione speciale dedicata al tema dell’alcolismo femminile è stata vinta da «Io non ho un problema», racconto scritto da Arilaura, gruppo di scrittura composto da tre donne di Arco e Dro, Arianna Lattisi, Laura Fravezzi e Laura Giuliani.

Il racconto di Susanna Battistini s’è imposto tra i 90 racconti pervenuti, di cui 17 iscritti alla sezione speciale dedicata al tema dell’alcolismo femminile, realizzata in collaborazione con l’ospedale San Pancrazio. Il concorso è stato proposto nell’àmbito dell’edizione 2015 di «Dedicato alla donna», il cartellone di iniziative proposto dalla biblioteca civica «Bruno Emmert» e dall’assessorato alla cultura del Comune di Arco in occasione della Giornata internazionale della donna. Alle prime tre opere classificate nelle due diverse sezioni è andato un premio in buoni-acquisti rispettivamente di 300, 200 e 100 euro. Si tratta di racconti brevi (lunghezza massima di cinque cartelle) e inediti (sono escluse opere già premiate in altri concorsi) dedicati alle voci femminili che raccontano di sé, della loro vita e delle loro esperienze; di ciò che è reale e quotidiano, ma anche dei sogni e delle ambizioni, delle piccole e grandi «evasioni». Gli elaborati sono stati esaminati da una commissione giudicatrice presieduta da Cristina Bronzini, già dirigente dell’Area Servizi del Comune.

Il secondo premio è andato al racconto «Ottavia» di Carla Infranca Granata (Napoli), di cui la Giuria dice: «Una ragazzina infelice e fisicamente maldestra trova sollievo nella fantasia: sa abbinare con leggerezza e maestria il carattere delle persone alle lettere del loro nome. Così Ottavia non può essere che tonda (con quella o iniziale) e bassa, costretta a star giù dal trattino delle due t. Nel suo regno sui tetti si riappacifica con il proprio passato, incontrando l’amica della madre che le farà scoprire il ballo, la gioia, forse l’amore. Una favola lieve, in cui la protagonista si rifugia per consolarsi dalle malinconie della vita». Terzo premio a «La zia», racconto scritto da Laura Giuliani (Dro), con la seguente motivazione: «Più che un racconto, è un diario, una cronaca del dolore di una zia, di un fratellino e di un’intera famiglia per la neonata che non ce la farà a vivere. Qua e là l’autrice colloca delle immagini, vive e commoventi, che illustrano un ritrovo familiare per natale, il bagnetto del fratellino, l’ultimo abbraccio alla piccolina. E in queste fermo-immagini indimenticabili sta la bravura dell’autrice».

Per quanto riguarda la sezione speciale dedicata al tema dell’alcolismo femminile, il primo premio è stato assegnato a «Io non ho un problema», racconto scritto da Arilaura, gruppo di scrittura composto da tre donne di Arco e Dro, Arianna Lattisi, Laura Fravezzi e Laura Giuliani: «Il racconto è molto ben costruito e parte subito con una suspence efficace – è la motivazione della Giuria – perché non sappiamo come mai la paziente si rivolga allo psichiatra; il loro dialogo, acuto e realistico, mantiene un tono ironico e lieve. Solo verso la fine si intravede un’esperienza così atroce da segnare tutta la vita della paziente». Secondo premio a Laura Marocchi (Dro) con «La vecchia delle torte»: «Immersa nel duro lavoro al discount, persa nei suoi pensieri, Chiara si ferma, nella pausa, a riflettere sulle amare storie dei vecchietti che, con scuse pietose, riempiono di alcol i loro carrelli. Si scoprirà poi che fra loro, la più fragile e sola, è proprio sua madre. Chiara tenterà di salvarla, assieme alla sorella; e il dolore dei soprusi subiti nell’infanzia e della mancanza d’amore troverà redenzione nel perdono». Infine, terzo premio per Rita Mazon di Padova e per il suo racconto «Una brutta parola»: «Quella mosca che ronza sul vetro e toglie concentrazione alla ragazzina mentre studia – scrive la Giuria – è un’immagine efficace che esprime tutti i fastidi e l’infelicità di una giovane vita. A cominciare dai litigi dei genitori, distratti e assenti che, almeno in parte, giustificano l’incontro precoce con il più pericoloso degli amanti: l’alcol. Una piccola perla di precisione narrativa ben scritta e ben costruita».

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