Nessun dubbio, doloso l’incendio di Tignale. La domanda è: perché?

ALTO GARDA - Se l'incendio divampato a Tremosine, sul monte Cocca, è dovuto a cause naturali (un fulmine), altrettanto certa è l'origine dolosa dell'incendio di Tignale, dove sono stati individuati ben 8 punti di innesto. Perché?

Anche oggi, martedì 21 agosto, operativi sui monti dell’alto Garda bresciano un elicottero di Regione Lombardia e squadre del sistema antincendio boschivo della Comunità del Garda.

A Tignale, dove le fiamme sono divampate nella notte tra sabato 18 e domenica 19 nella zona di Cima Piemp, non si registrano ripartenze di focolai e l’area non presenta più la necessità di essere monitorata.

Diversa, ma pur sempre sotto controllo, la situazione a Tremosine, dove l’area colpita dal fuoco divampato sul monte Cocca giovedì 16 agosto (95 ettari bruciati) necessita di essere tenuta d’occhio.

Di tanto in tanto serve l’intervento mirato dell’elicottero per spegnere qualche focolaio. Lavorano anche le squadre a terra per continuare la bonifica. Anche questa sera – come già successo ieri, nella notte tra lunedì e martedì, e nelle notti precedenti – monterà una squadra di Vigili del Fuoco per il presidio notturno.

La vasca per il rifornimento degli elicotteri allestita all’imbocco della valle di Bondo.

 

Le cause dei due incendi

E’ appurato che l’incendio di Tremosine è stato innescato da un focolaio attivato da un fulmine. Si tratta di fenomeni rari, ma che non sono da escludere.

Tra gli incendi registrati in Lombardia negli ultimi anni la classifica vede in testa gli incendi dolosi (74%), seguiti da quelli colposi (15,8%), dubbi (9,3%), naturali (0,7%) e accidentali (0,2%).

Chiaramente doloso l’incendio scoppiato a Tignale, dove sono stati individuati, ai margini della mulattiera che sale a monte del rifugio di Cima Piemp, ben otto punti di innesco.

Il disgraziato che l’ha appiccato, intorno all’una di notte, si è preso la briga di dare fuoco a erba e sterpaglie in ben otto punti differenti lungo la mulattiera. Alcuni inneschi non sono partiti, altri hanno dato luogo all’incendio, che fortunatamente, vista la presenza delle squadre operative nella vicina Tremosine, è stato presto domato.

La domanda è: perché? Non si tratta di aree edificabili. Non sono zone dove, una volta bruciati i boschi, si possa insediare qualcosa. Parliamo di aree impervie, vallate selvagge, pendii isolati. Perché, allora, dare fuoco a queste zone?

«È davvero difficile – dice il presidente della Comunità Montana dell’Alto Garda, Davide Pace – trovare una motivazione a questi gesti. Attualmente non ci sono situazioni di contrasto tra l’amministrazione pubblica e il mondo agricolo o il mondo della caccia che possano spiegare queste azioni assurde e deprecabili. Anche la presenza del Parco regionale, con i suoi vincoli e le Zps, le Zone di protezione speciale, è ormai digerita da più di trent’anni. Davvero, è difficile dire perché. Forse è il gesto di uno squilibrato. Non trovo altre spiegazioni».

Si pensa ad un emulatore, un idiota che dopo aver visto l’incendio a Tremosine ha voluto movimentare la situazione anche nella vicina Tignale.

C’è un’indagine in corso, ma nessuno si illude che i responsabili possano essere individuati.

Il versante del fuoco, alla “Cocca”, sul versante occidentale dei monti che si affacciano sulla valle di Bondo, sopra la frazione di Vesio.

 

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