Carpione: bracconaggio e illegalità diffusa

LAGO DI GARDA – Carpioni in vendita al mercato. O proposti al ristorante. L’Unione Pescatori Sportivi del Garda denuncia un vero e proprio sistema fraudolento, alimentato da ristoratori e pescatori professionisti senza scrupoli, che minaccia la sopravvivenza del salmonide gardesano.

I riflettori sulla pesca di frodo al carpione si erano accesi nei giorni scorsi, quando un pescatore dilettante era stato denunciato per averne catturato un esemplare ed essersene vantato sui social (leggi qui).

Il gesto era stato condannato dall’Unione Pescatori Bresciani e dal WWF Bergamo-Brescia. Ora interviene anche l’UPSdG, l’Unione Pescatori Sportivi del Garda (consorzio di 10 associazioni bresciane, veronesi e trentine per un totale di 600 iscritti), che per voce del presidente Maurizio Scarmigliati denuncia una situazione di illegalità diffusa.

«L’ Unione Pescatori Sportivi del Garda – dice Scarmigliati – intende denunciare palesi violazioni del divieto di pesca al carpione che avvengono quotidianamente soprattutto in queste giornate di intenso turismo, sulle sponde delle tre provincie gardesane.

Non intendiamo soffermarci sull’unicità del carpione e sulla sua endemicità esclusivamente benacense, intendiamo però con forza far sapere che, nonostante i decreti emanati in sua difesa, i pericoli per il carpione restano e persistono per colpa di soggetti che per il vile denaro non si fanno scrupoli nei confronti di una specie unica ed ormai estremamente rara.

Negli ultimi giorni l’attenzione dell’opinione pubblica si è concentrata sull’episodio del pescatore dilettante che ha, per vie non ancora chiare, inopportunamente ed illegalmente reso nota la cattura di un esemplare di carpione effettuata nella zona settentrionale del nostro lago.

La nostra Associazione, pur condannando l’episodio ed il suo autore, intende con forza denunciare che le violenze perpetrate nei confronti del carpione hanno spettro ben più ampio e preoccupante.

Grazie ad una capillare distribuzione dei suoi numerosi associati su tutte e tre le sponde gardesane, UPSdG ottiene una quantità di informazioni di importante utilità nella denuncia di illegalità nei confronti del Garda e della sua fauna.

Proprio per questo l’ Unione Pescatori Sportivi del Garda punta l’indice verso una serie di palesi violazioni nei confronti del prezioso carpione che spesso evidenziano la sfrontatezza di alcuni “personaggi” i quali senza alcun scrupolo si fanno beffe di leggi e regolamenti.

Si assiste quindi a carpioni esposti da professionisti assetati solo di denaro al mercato del paese, tra l’altro di una misura vergognosa da esibire.

Oppure capita di essere seduti ad un ristorante rivierasco e di sentire che al tavolo vicino, formato da clienti particolarmente affezionati, viene proposto il carpione nelle ricette tradizionali gardesane. E questo è accaduto sia sulla sponda bresciana, su quella veronese e sia su quella trentina. In particolare riferimento a quest’ultimo grave aspetto U.P.S.d.G. tende a rimarcare che ci si trova di fronte ad uno scenario molto grave, che dimostra la fraudolenta sinergia tra alcuni ristoratori poco seri e disposti a tutto pur di far cassa, e pescatori professionisti, gli unici a poter pescare il carpione in quantità tale da soddisfare le disoneste richieste.

L’Unione Pescatori Sportivi del Garda – continua Maurizio Scarmigliati – si pone quindi una serie di interrogativi: come è possibile che il prezioso e protettissimo carpione possa essere presente sui mercati paesani di alcune località del Garda? Come è possibile che il prezioso e protettissimo carpione possa essere servito più o meno sottobanco, in diversi locali delle sponde gardesane?

Al pari di altre associazioni che stanno denunciando questi mal affari, U.P.S.d.G. chiede maggiori controlli verso soggetti che possono insidiare la sopravvivenza del carpione. Chiede maggiori controlli verso i ristoratori della riviera con accertamenti sulla provenienza e tracciabilità del pesce servito agli ospiti e chiede che finalmente si faccia una vera pulizia di chi non ama il Garda, anzi, lo sfrutta a soli scopi personali».

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