Vittoriale, nel Casseretto nasce il Museo della Santa Fabbrica “Gian Carlo Maroni”

GARDONE RIVIERA - Iniziati i lavori di recupero del Casseretto. Diventerà un museo dedicato alla Santa Fabbrica del Vittoriale e al suo soprintendente, l’architetto Gian Carlo Maroni. Guerri: «Abbattiamo anche queste ultime catene per restituire agli italiani questo luogo affascinante».

Nei 17 anni in cui Gabriele d’Annunzio vive a Gardone Riviera, dal 1921 al 1938, ma anche oltre la sua morte, la tenuta di Cargnacco, divenuta nel 1923 il Vittoriale degli Italiani, è un cantiere in perenne attività.

È la «Santa Fabbrica», di cui è soprintendente l’architetto Gian Carlo Maroni (1893 – 1952), gardesano di Arco, geniale coautore, insieme col Poeta, della cittadella dannunziana, e dopo la morte del Vate custode fedele del monumento a memoria della “vita inimitabile” del poeta-soldato.

Il ponte di comando dal quale l’architetto Maroni coordina le operazioni è il Casseretto, un villino che lo stesso architetto disegnò e costruì alla fine degli anni Venti per farne la sua casa-studio. Non è visibile al pubblico. Escluso dal percorso di visita, negli anni Ottanta è diventato foresteria dei presidenti della Fondazione dannunziana.

Gabriele d’Annunzio e Gian Carlo Maroni.

 

«Abbatteremo anche queste ultime catene – dice il presidente Giordano Bruno Guerri – e restituiremo agli italiani anche questo luogo affascinante. Diventerà, come è giusto e doveroso che sia, il Museo della Santa Fabbrica Gian Carlo Maroni».

Benché Gian Carlo Maroni vivesse al Vittoriale, d’Annunzio gli scrisse mille e duecento lettere e biglietti. Oltre a realizzate le idee del Comandante è suggeritore, consigliere, contabile, segretario e amministratore.

I lavori sono iniziati in questi giorni. Il villino, in elegante stile razionale, circondato da un colonnato semicircolare che richiama lo stile architettonico del Vittoriale, è affidato a muratori e restauratori.

Il Casseretto, casa -studio dell’architetto Gian Carlo Maroni.

 

«Mi sono sfrattato con grande dolore – dice Guerri -. È la casa dovo ho vissuto più a lungo nella mia vita. Si tratta di un edificio di estremo fascino, perché fatto per sé da un grande architetto, che l’ha posizionato strategicamente nel cuore del Vittoriale. Da lì, dal suo studio allestito su due piani, come il cassero di una nave, Maroni vedeva e controllava tutto».

Il ponte di comando diventerà museo. «Nello studio – continua Guerri – ci sono ancora i mobili di Maroni, librerie piene di anfratti, vecchi legni. Ovviamente non lo lasceremo vuoto. Oltre a riportarlo esattamente com’era negli anni Trenta, lo struttureremo come un museo, con video e documenti, la corrispondenza tra l’architetto e d’Annunzio, schizzi e progetti di ogni pietra del Vittoriale, abiti e altri cimeli».

I tempi di apertura del nuovo Museo? «Il 18 settembre – dice Guerri – ne inaugureremo certamente una parte, lo studio di architettura posto tra la serra e il Casseretto vero e proprio, che in passato era stato adibito a falegnameria e deposito attrezzi. E finalmente tutto il Vittoriale sarà visibile al pubblico».

L’ingresso del Casseretto. Scaramantico come d’Annunzio, Maroni mise sopra la porta due grandi corna di bue, per scacciare influssi maligni e malocchio. Nello studio teneva sedute spiritiche, cui d’Annunzio partecipava volentieri.

Gian Carlo Maroni

Giancarlo Maroni (Arco, 5 agosto 1893 – Riva del Garda, 2 gennaio 1952) si formò professionalmente a Milano dove ebbe l’opportunità di frequentare la “Scuola Speciale di Architettura dell’Accademia di Belle Arti di Brera”, conseguendo la laurea.

Da quel momento fino al 1914 fece tirocinio presso gli studi di altri noti architetti. Nel 1915 si arruolò negli alpini e partecipò alla Prima guerra mondiale, in cui venne gravemente ferito.

Nel 1919 si trasferì a Riva del Garda, paese martoriato dal conflitto bellico che egli avrebbe in seguito architettonicamente ed urbanisticamente aiutato nella ricostruzione. Uno dei primi incarichi ricevuti fu quello di restaurare ciò che restava dell’antica chiesa di San Rocco e suo fu il progetto della centrale idroelettrica del Ponale. Successivamente entrò a stretto contatto con la giunta comunale della città collaborando alla stesura del piano regolatore generale.

Già nel novembre 1921 il giovane architetto Gian Carlo Maroni è a Gardone al fianco di d’Annunzio, all’opera per ristrutturare e “stodeschizzare” villa Gargnacco, la futura Prioria del Vittoriale, ndr).

Per D’Annunzio, il Maroni portò a termine anche la ristrutturazione della casa natale a Pescara.

Nel secondo dopoguerra Maroni ridusse la sua attività professionale e dopo la sua scomparsa venne sepolto in una delle arche del Mausoleo del Vittoriale.

cadorin maroni ritratto
Al Vittoriale un ritratto di Maroni eseguito da Guido Cadorin (ne avevamo scritto qui).

 

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