L’anniversario del terremoto di Salò del 1901

SALO' - Accadde 120 anni fa. Il pomeriggio del 30 ottobre 1901 una fortissima scossa di terremoto colpì diverse località nell’area ad occidente del lago di Garda, Salò in particolare.

120 anni fa, il 30 ottobre 1901 alle ore 15.49 una scossa di terremoto sconvolse la cittadina gardesana: oltre ai danni materiali e ai morti – pochi per fortuna, due -, porterà a decisioni importanti in campo urbanistico, che ancora oggi sin riflettono sulla vita e l’economia dei salodiani.

La vicenda è stata ricordata dall’Infopoint di Salò nella rubrica “In the heart of Salò” (per iscrivervi mandate una mail a infopoint.salo@provincia.).

«Questo giorno rimarrà memorando Per Salò, e per non pochi dei paesi posti a occidente della sponda bresciana del Garda. Erano le 15:49:56, secondo gli orologi dell’Osservatorio, quando un rombo fragoroso. somigliante a forte vento sotterraneo, fu annunziatore d’uno de’ più violenti terremoti, che, negli ultimi secoli, abbiano scosso una parte cospicua della regione benacense». Così annotò Pio Bettoni, fondatore e primo direttore dell’osservatorio meteosismico salodiano (1877-1937).

In quel 30 ottobre di 120 anni fa la terra tremò senza preavviso con una magnitudo di 4,9 della scala Richter e con epicentro a Salò: questo movimento tellurico causò due morti, una donna a Salò e un bimbo a Campoverde, e ingenti danni alle abitazioni e agli edifici.

A Salò era operante un osservatorio fondato nel 1877 come osservatorio meteorologico ed aggregato nel 1881 alla rete degli osservatori governativi; nel 1889 divenne anche sede di stazione sismica. Il terremoto del 30 ottobre 1901 fu segnalato dagli apparecchi sismici in dotazione all’osservatorio anche se il sismometrografo Agamennone, uno dei più perfezionati sismografi dell’epoca, nel giorno del terremoto non era in funzione, secondo quanto annotava Pio Bettoni, fondatore e primo direttore dell’osservatorio (1877-1937).

L’unico diagramma del sisma, registrato nella stazione di Salò, di cui si conserva la documentazione, è quello relativo al sismografo “Agamennone” a lastra mobile.

Diagramma tracciato dal sismografo Agamennone a lastra mobile in occasione del terremoto di Salò del 1901. 

 

Nell’edizione del 1 novembre 1901 così riportava L’Eco di Bergamo le «gravi notizie» arrivate dalla «ridente riviera del Garda»: «A Salò – riposta testualmente la notizia – le scosse di terremoto si ripeterono 4 volte colla durata di 45 minuti. La prima fu avvertita verso le 15.53 con maggior violenza nelle case poste lungo la spiaggia del lago, presso la piazza barche. La popolazione in preda ad un vero terrore si riversò nelle strade con alte strida. Tosto nella piazza Barche venne avvertito un largo crepaccio ed anche il palazzo municipale dove ha sede pure l’ufficio postale e il telegrafo, apparve danneggiatissimo. Così le case prospicienti il lago della via San Carlo furono in gran parte lesionate».

Disse in seguito il sindaco Marco Leonesio: «Salò è chiamato ad esser la Gemma del lago: e questa meta sarà certamente raggiunta se coloro ai quali è affidata l’Amministrazione della Cosa pubblica, mirando più che ai sacrifici del presente ai non dubbi e immancabili vantaggi dell’avvenire, daranno opera a render possibile il conseguimento di una riforma generale lungo il tratto di spiaggia lacuale».

Piazza Vittoria, prima del terremoto del 1901.

 

Nonostante risultarono inagibili edifici dalla Fossa (piazza Vittorio Emanuele II) fino a piazza delle Barche, o Napoleone (attuale piazza della Vittoria) «per ragioni di equità e di giustizia», la ricostruzione si ampliò fino a comprendere piazza Duomo, esplicando così «una fisionomia tutta sua che distingua la città fra mille e la renda maggiormente apprezzata al forestiero». Suggeriva così uno studio per uno dei fautori del lungolago, l’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli.

La storia del lungolago di Salò iniziò così dopo il terremoto del 1901 che distrusse tutte le abitazioni che si affacciavano sul lago.

La distruzione determinò il rilancio urbanistico, che comprendeva anche la realizzazione di un lungolago inaugurato nel 1906 (lungolago Zanardelli).

salò foto del mancino
Veduta di Salò a fine Ottocento, prima del terremoto del 1901.

 

 

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