Cittadinanza al duce e sede FdI intitolata ad Almirante, la protesta a Salò

SALO' - Striscione e volantini di protesta a Salò, in occasione della campagna per commemorare l'eccidio delle popolazioni Etiopi, per la mancata revoca della cittadinanza onoraria al duce e per l'intitolazione della locale sede di FdI a Giorgio Almirante.

Ecco la nota in cui è motivata la protesta, a firma di Resetall e Nunca M.A.S! ( Memoria ma Accanto alla Storia!).

«Per il terzo anno consecutivo il Garda occidentale ha preso parte alla campagna Yekatit 12 per commemorare l’eccidio perpetrato da soldati e civili italiani a danno delle popolazioni Etiopi.

Due i luoghi coinvolti. Il primo è la loggia al piano terra del Municipio di Saló, dove accanto alle lapidi commemorative dei “padri della patria” Risorgimentali ( Vittorio Emanuele, Mazzini, Garibaldi, Cavour) è stato affisso uno striscione a memoria di “Sua Eccellenza Benito Mussolini, Duce Fondatore dell’Impero con l’impiego di Gas e cittadino (dis) onorario di Salò” al quale non è stata ancora revocata la cittadinanza onoraria nonostante che l’accostamento tra Duce e Saló non possa non evocare la pagina nera della RSI e della persecuzione razziale.

Lo striscione appeso sotto la loggia della Magnifica Patria.

 

Il secondo luogo scelto è stata la vetrina della sede del partito Fratelli d’Italia presente a Saló , provocatoriamente dedicata dai camerati a Giorgio Almirante dove sono stati affissi volantini incorniciati dalla scritta “Io sono Giorgio”, con alcune delle affermazioni più rilevanti pronunciate dal camerata Almirante per ricordare ai passanti la storia del personaggio.

La scelta di dedicare proprio la sede di Saló ad un personaggio che è stato, nell’ordine, propagandista del razzismo dalle colonne della Rivista “La difesa della razza”, dirigente ministeriale repubblichino che firmava proclami in cui si minacciavano di fucilazione i renitenti alla leva di Mussolini, fascista conclamato durante la Repubblica, picchiatore in doppiopetto nel 1968 durante gli scontri di Valle Giulia, propagandista delle dittature di Spagna, Portogallo e Grecia prima (discorso congresso MSI giugno 1971) e del colpo di stato cileno poi ( Felicitazioni a Pinochet il 12 settembre 1973) ed infine favoreggiatore dei terroristi neri in fuga responsabili della strage di Peteano ( tre carabinieri morti) che grazie all’immunità parlamentare ha potuto sottrarsi alle proprie responsabilità, dice molto di come la destra italiana – concludono Resetall e Nunca M.A.S! – abbia scelto di non fare i conti con la propria storia».

Volantini sulla vetrina della sezione del circolo salodiano di FdI.

 

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