Legambiente: tunnel inutile, costoso e dannoso

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VALVESTINO – Legambiente è critica in merito al previsto tunnel di collegamento tra la Valvestino e le valli Giudicarie, in Trentino. Secondo l’associazione costerà 114 milioni di euro.

Si è tenuto sabato 19 a Gargnano un dibattito organizzato da Legambiente per valutare l’utilità del programmato tunnel in Valvestino, per collegare la sperduta valle altogardesana al Trentino. Si tratta di 4 km di tunnel i cui costi dell’opera, stimati in 33 milioni di euro, sono stati messi in discussione  nello studio presentato da Legambiente.
La spesa ammonterà a 117 milioni, secondo il  prof. Renato Pugno, che ha snocciolato i dati, arrivando alla conclusione che tra costi (alti) e traffico (scarso), il  tunnel non serve né sotto il profilo economico né sotto quello dei trasporti.

Bilancio benefici/costi in passivo. «La progettazione fino ad oggi sviluppata – dice Pugno – è principalmente di carattere tecnico e non comprende però un’analisi  economico-finanziaria sulla fattibilità di questo collegamento. L’idea di questo progetto è nata in un contesto economico sociale e finanziario completamente diverso da quello attuale e nella prassi consolidata italiana di scegliere e gestire opere pubbliche prescindendo dalla sostenibilità economica dell’opera e non preoccupandosi degli impatti sulla finanza pubblica.

Questo oggi  non è più possibile perché c’è stato un “cambiamento epocale”  che obbliga ad esaminare questi aspetti». Per Pugno si è finora «ignorato quali benefici l’opera genererà per la collettività e quindi quale sarà (o non sarà) il suo contributo alla crescita del PIL. In altre parole quale sarà il bilancio benefici/costi».

Quanto costerà il tunnel? «L’ammontare totale dei costi d’investimento – continua il prof. Pugno – non sarà inferiore a 114 milioni di euro 2015, pari a 24 milioni di euro 2015 per km di galleria. Cioè circa il doppio di quelli stimati dal PAT. A questi costi si devo aggiungere i costi di manutenzione annua che mediamente si stimano pari al 2% del valore dell’investimento e cioè 1,68 milioni di € 2015/anno al primo anno di esercizio. I costi d’investimento sono stati stimati partendo da quelli stimati dalla PAT, aggiornandoli con l’inflazione e tenendo conto che si basano su valori parametrici e non derivanti da un Progetto Definitivo o Progetto Esecutivo. L’esperienza insegna che i costi a consuntivo sono quasi sempre molto superiori  ai valori stimati su base parametrica  o sulla base di un progetto preliminare»

A chi serve il tunnel? Per il consulente di Legambiente «l’area d’influenza della galleria interesserà principalmente solo lo 1% circa della popolazionedelle due province escluse le aree metropolitane di Trento e Brescia. Solo una parte di questa popolazione sarà interessata all’utilizzo del tunnel. La popolazione interessata – dice Pugno – sarà di circa 13.000 abitanti. Il traffico stimato per il tunnel all’inizio dell’esercizio non supera ottimisticamente 0,25 milioni di veicoli equivalenti. Per rendere fattibile economicamente il progetto il traffico iniziale dovrebbe essere superiore del 100 %, dovrebbe cioè ammontare a 0,50 milioni di veicoli equivalenti. Il che è praticamente impossibile».

Le conclusioni di Legambiente. «Il tunnel – sostiene l’associazione ambientalista – non ha basi di fattibilità economica. I benefici per le valli di Valvestino e Bondone, che sono le aeree d’influenza del tunnel maggiormente interessate ad esso, non lo giustificano, per la bassa quantità dei beneficiari ed i costi (elevati) della realizzazione del Tunnel. In altre parole il tunnel non può essere la soluzione ai problemi delle due valli. È invece opportuno invece chiedersi quale è la miglior destinazione di eventuali  risorse finanziarie pubbliche disponibili per “valorizzare” queste aree dal punto di vista economico ed ambientale partendo delle caratteristiche specifiche di queste aree e valorizzando queste  caratteristiche».

Cosa propone Legambiente «Diverse – ha concluso il prof. Pugno – sono le caratteristiche specifiche delle due valli, ma la principale è di essere una vasta area verde,  circa 50 km2scarsamente abitata (56.242 m2/abitante), a poco meno di 2 ore dall’area metropolitana di Milano e meno di 1 ora dall’area metropolitana di Brescia.

Trovare aree come questa in Italia non è facile e soprattutto non vicino ad aree metropolitane importanti. Non solo, quest’area è vicinissima ad una delle più grandi aree turistiche italiane, cioè il Garda(circa 20 milioni di presenze all’anno). Questo flusso turistico costituito in gran parte da stranieri, potrebbe sicuramente essere interessato, anche se in minima parte a visitare questi siti.

“Valorizzare” questo territorio non significa creare flussi di traffico turistico che comunque non potrebbero esserci, perché c’è la concorrenza del lago di Garda, ma puntare a segmenti di nicchia della domanda turistica interessata particolarmente alle specificità ambientali delle due aree.

In altre parole si deve puntare ad un turismo selettivo, qualificato e motivato. Questo turismo non dovrà snaturare le caratteristiche delle aree che rimarranno le stesse, ma dovranno essere in grado di fornire ai turisti interessati dei servizi adeguati e strade migliori, cosa che oggi non si riscontrano. Se si vogliono e si può impegnare risorse finanziarie pubbliche  è molto meglio finalizzarle agli interventi di valorizzazione del territorio, al fine della crescita del PIL oltre che impegnare una quantità di risorse pubbliche finanziaria notevolmente inferiori a quelle che sarebbero richieste dal tunnel».

Giorgio Schiffer ha invece affermato che va rilanciata la Consulta dei sindaci per pianificare la mobilità nella provincia oggi molto carente.

Presentato da Cristina Milani del circolo di Legambiente del Garda il dibattito è stato chiuso, dopo un acceso dibattito, da Dario Balotta di Legambiente Brescia, che ha detto: «Ci sono altre priorità, come la manutenzione delle strade e il potenziamento dei trasporti pubblici nelle valli bresciane, prima di pensare al costoso e impattante tunnel della Valvestino. Lo sviluppo della valle non passa da una grande opera pubblica ma dal rilancio del turismo e dalla rivitalizzazione delle sue attività tradizionali.

Le ragioni del si. D’altro canto va detto che l’opera è stata fortemente voluta dall’Amministrazione comunale di Valvestino, così come da quella di Magasa. I due sindaci hanno trovato le risorse per progettarla e realizzarla, peraltro – a quanto sembrerebbe – con il convinto sostegno della popolazione.

Per gli amministratori dei due centri montani di Valvestino (200 abitanti) e di Magasa (meno di 150 anime), il collegamento con il Trentino è l’unico modo per arrestare l’emorragia demografica di questo territorio bellissimo ma lontano da tutto, che da decenni si sta inesorabilmente spopolando.

Il tunnel tra le due provincie ridurrebbe del 60% i tempi di percorrenza che un valvestinese deve oggi affrontare per raggiungere una zona dotata di scuole (gli studenti si sobbarcano quotidianamente 2 ore di pullman per fare i 27 tortuosi chilometri che portano a Gargnano), servizi e posti lavoro.

Valvestino
La Valvestino, cuore verde e incontaminato del Parco Alto Garda Bresciano.
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