Medaglia d’oro al merito a Renato Ballardini

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RIVA DEL GARDA – Riva ha attribuito la medaglia d’oro al merito a Renato Ballardini, partigiano, amministratore, deputato, politico al servizio della comunità. “Non ho fatto nulla di particolare, se non il mio dovere”.

S’è tenuta mercoledì 23 marzo nella sala al terzo piano della Rocca la partecipata cerimonia di consegna all’avv. Renato Ballardini della medaglia d’oro al merito, conferita dal Consiglio comunale con voto unanime.

E’ un particolare segno di riconoscimento della comunità di Riva del Garda per il suo impegno civico e nei campi della cultura e della convivenza. La sala era gremita da un folto pubblico costituito in prevalenza da amministratori e rappresentanti delle istituzioni civili e militari, ma anche da tantissime personalità della società e della cultura. Al tavolo dei relatori accanto all’avv. Ballardini c’erano il sindaco di Riva del Garda Adalberto Mosaner, il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti, il noto giornalista e scrittore Franco De Battaglia e il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi.

Su proposta del sindaco, la cerimonia s’è aperta con un minuto di silenzio in ricordo dei tragici fatti di Bruxelles. Quindi il sindaco ha osservato come la sala fosse colma di gente, segno che «è una comunità intera che si raccoglie a tributare un prestigioso, meritato riconoscimento ad uno dei suoi più illustri concittadini». Il sindaco ha poi spiegato che l’onorificenza del Comune di Riva del Garda fa sèguito all’Ordine di merito della Provincia di Bolzano, ottenuta nel 2011, e all’Aquila di San Venceslao, attribuita l’anno successivo dal Consiglio provinciale di Trento, e come in occasione del conferimento dell’Aquila di San Venceslao, il giornalista e scrittore Franco De Battaglia (presente anche alla cerimonia a Riva del Garda) abbia pronunciato la laudatio in onore di Renato Ballardini, mettendone in risalto il ruolo di protagonista in una stagione storica cruciale ed incandescente per l’Autonomia, «che ha affrontato da vero erede dei grandi valori del socialismo di Cesare Battisti, non ideologico perché calato nel territorio».

«L’avvocato Renato Ballardini è nato a Riva il 21 ottobre 1927 – ha detto il sindaco, leggendo la relazione a suo tempo presentata al Consiglio comunale – e divenne, nel corso della sua lunga vita, un primo attore della vita politica della comunità rivana, trentina e nazionale. “Egli appartiene alla schiera di coloro che alla politica assegnano la funzione primaria di servizio alla comunità” (Giorgio Napolitano). Era poco più che adolescente, quando visse un’esperienza, che segnò e ancora segna la sua vita e i suoi ricordi, dando corpo e coerenza alle sue scelte politiche. Aveva sedici anni quando entrò nel gruppo clandestino di giovani resistenti a Riva del Garda e sfuggì per caso alla strage nazi-fascista del 28 giugno 1944 nella quale furono uccisi gran parte dei suoi compagni. La sua partecipazione alla Resistenza inizia da una frase di Gastone Franchetti “dobbiamo fare qualcosa”. Lui stesso afferma: “Non avevamo cultura della libertà e della democrazia. Avevamo una percezione elementare che le cose non andavano. Era un malessere morale, soffrivamo per la Patria tradita, offesa dal Regime”. Renato Ballardini ha iniziato da quel momento a darsi da fare per i partigiani. Portava da mangiare per alcuni giorni al generale Masini, portava scarpe nei rifugi, veniva utilizzato da staffetta. Alla vigilia del tragico epilogo del 28 giugno, i genitori, preoccupati per il clima di persecuzione e repressione che si respirava anche a Riva, decisero di mandare il giovane a Fisto. Ballardini veniva cercato dalle SS la mattina del 28 giugno, ma non essendo stato trovato venne arrestato il padre e incarcerato. Da quel giorno si spostò di malga in malga per sfuggire ai controlli e si arrangiò come poteva. Questa vita è durata poco meno di un anno (306 giorni). Queste sono le sue parole: “Avevo tempo per pensare. Tagliavo la legna, spalavo la neve, sbucciavo le patate, ma erano tutte azioni che compivo come trasognato. Ero preda di un rovello ossessivo, implacabile, che non trovava sbocchi”».

«Il 20 aprile 1945 – continua la relazione letta dal sindaco – Renato Ballardini è potuto tornare a casa. L’incubo è finito. Ma i ricordi e il rimorso per l’arresto del padre che morì nell’ottobre del 1944 e la morte dei compagni saranno un assillo che solo il tempo e l’impegno politico sono riusciti a mitigare. La vita riprendeva e dopo aver raggiunto la maturità liceale si è iscritto all’Università di Bologna a Giurisprudenza dove si è laureato col massimo dei voti nel 1950. Ha iniziato da allora l’attività di avvocato e poco più tardi la carriera politica. L’avvocato Ballardini ha ricoperto la carica di consigliere comunale dal maggio del 1951 al giugno del 1976 e dal giugno del 1995 al giugno del 1999. In particolare, si ricorda che, a seguito delle elezioni del settembre del 1961, egli fu promotore di una mozione votata all’unanimità dal Consiglio comunale che, come da lui ricordato in una recente sua pubblicazione, mirava ai seguenti obiettivi: “Bisogna ottenere la revoca di tutte le concessioni di uso della spiaggia sul litorale che va dalla punta Lido al porto industriale; bisogna sullo stesso litorale costruire un lungolago, con periodici allacciamenti alla spiaggia, onde mettere a disposizione di tutta la popolazione turistica detta parte del nostro comune che è per natura ed esposizione la più confacente alle esigenze del turismo moderno”. Nel 1958 egli è stato eletto alla Camera dei Deputati ed è rimasto in carica fino al giugno del 1979. Dal gennaio del 1965 al giugno del 1968 è stato presidente della “Commissione Affari Costituzionali” della Camera dei Deputati, nonché vicepresidente della Commissione parlamentare per le questioni regionali dal settembre 1970 al maggio del 1972. Tra le tematiche che affrontò, si ricorda che gli è stata affidata la relazione parlamentare sul disegno di legge costituzionale di modifica dello Statuto di Autonomia.

E’ stato un autorevole componente della Commissione dei Diciannove, della Commissione dei Dodici e del Parlamento Europeo. Nel 1983 è entrato nel Consiglio Regionale del Trentino Alto Adige e vi è rimasto per metà legislatura. Dal giugno del 1995 al giugno del 1999 ha ricoperto la carica di consigliere comunale a Riva del Garda. Come onorevole e presidente della Commissione Affari Costituzionali è stato sostenitore della tesi, che poi ebbe successo, che l’istituto del divorzio andasse introdotto con legge ordinaria, non richiedendo una legge costituzionale, permettendo così l’approvazione della legge sul divorzio Fortuna, Baslini. Ballardini rivendicava la laicità dello stato come strumento di garanzia per tutti e nel rispetto delle convinzioni etiche di ciascuno, consentendo così ai cittadini di fare le loro scelte nei termini definiti dalla legge. Nei suoi venticinque anni di attività parlamentare fu protagonista nel risolvere la “questione altoatesina” . Tenacemente e con lucidità si è speso per trovare un varco tra esigenze e posizioni contrastanti. All’interno della Commissione dei 19 fu determinante nell’approvazione del “Pacchetto”, un insieme di misure a tutela della popolazione di lingua tedesca della provincia di Bolzano».

«Costante dell’impegno politico di Ballardini è stato cercare le ragioni dell’incontro e dell’intesa – ha proseguito il sindaco – sicuramente non trascurabile è stato e lo è tuttora l’impegno politico e ideale per l’Europa. Nel giugno-luglio di quest’anno sulla questione greca in un editoriale scriveva:”La minaccia che incombe è che questa vicenda alimenti l’antieuropeismo. E’ molto diffusa (…) l’ostilità verso la moneta comune con il ritorno al nazionalismo. E’ questa una reazione primitiva, addirittura istintiva. Non tiene conto di ciò che sta accadendo nel mondo. I protagonisti sono Stati che hanno una dimensione continentale. (…) Tornare indietro sarebbe un disastro. Ma anche stare fermi è sbagliato. Occorre andare avanti, costruire la federazione degli Stati Uniti d’Europa con ordinamento democratico”. Conclusa la sua esperienza politica, si è dedicato con maggior vigore alla professione legale ed ha intensificato l’attività di scrittore, collaborando con numerosi periodici. Nel settembre 2011, l’avv. Ballardini è stato insignito con l’Ordine di merito della Provincia Autonoma di Bolzano. Le motivazioni sono riassunte in queste parole: “Quel rapporto più civile è diventato, anche grazie al Suo contributo, un rapporto amichevole. E ha fatto dell’Alto Adige una terra pacificata. Per questo oggi tutti noi, e solo la popolazione di lingua tedesca, Le diciamo grazie di cuore.” (Luis Durnwalder). Nell’ottobre 2012, a conclusione delle celebrazioni promosse per il quarantesimo anniversario del secondo Statuto d’Autonomia, il presidente del consiglio provinciale ha conferito all’avv. Ballardini l’ “Aquila di San Venceslao” da parte del Consiglio provinciale di Trento. Quel giorno Franco De Battaglia aveva pronunciato la “laudatio” in onore di Renato Ballardini, mettendone in risalto il protagonismo in una stagione storica cruciale ed incandescente per l’autonomia, che ha affrontato da vero “erede dei grandi valori del socialismo battistiano, non ideologico perché calato nel territorio”. Ritenuto pertanto che l’avvocato Ballardini abbia acquisito speciali meriti per il suo impegno civico nonché nei campi della cultura e della convivenza, e viste inoltre le alte onorificenze ricevute in ambiti provinciali si propone di conferirgli la medaglia d’oro al merito».

A seguire l’intervento del presidente Dorigatti che ha espresso il suo «compiacimento per la decisione della città di Riva del Garda di premiare uno dei suoi figli migliori, dai meriti innumerevoli», sottolineando il valore enorme di una figura che si caratterizza per l’alta statura morale, «un uomo che sta in piedi, diritto davanti alla storia sua e a quella del nostro Paese».

Il vicepresidente Olivi ha messo in rilievo in particolare un insegnamento di Renato Ballardini, che cioè «la democrazia è un bene fragile, una conquista sempre instabile che ha bisogno di essere coltivata con impegno, capacità e rigore».

Franco De Battaglia ha aperto il suo intervento osservando come, dei tanti riconoscimenti ottenuti da Ballardini, questo sia a suo giudizio «il più bello e il più simpatico, perché è quello della sua città, della sua gente, del luogo dove ha vissuto e dove ha anche molto sofferto, di un ambiente al quale è sempre rimasto fedele». Delle vicende, note, della vita di Ballardini, De Battaglia ha voluto ricordare in particolare quelle legate alla soluzione del problema del terrorismo in Alto Adige e quelle della Resistenza. «La sua vita è una lotta per le libertà» ha concluso.

Quindi la parola all’avv. Ballardini, che dopo aver ricordato i fatti di Bruxelles e la difficile situazione internazionale, ha affermato di non aver fatto nulla di particolare, se non il suo dovere. Ha quindi ripercorso i ricordi legati alle tante vicende della sua vita e del suo impegno come partigiano e come amministratore. La conclusione è stata una dichiarazione d’amore per la sua città, ricordando come un giorno una turista ebbe a rivolgerglisi dicendo, al riguardo del lungolago: «è un paradiso!». «Io no so come sia il paradiso – ha concluso Ballardini – ma certo se assomiglia a Riva del Garda sarò contento di andarci». L’intervento s’è concluso con un lunghissimo applauso.

La cerimonia s’è quindi conclusa con la consegna della medaglia da parte del sindaco e con la firma, di Ballardini e dei presenti, sulla pagina dedicata nel libro d’oro del Comune.

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