Anguille al PCB, nuove analisi in programma

LAGO DI GARDA - In corso i prelievi per nuove analisi di laboratorio sulle anguille del Garda, specie di cui è vietata dal 2011 la pesca e la commercializzazione per la contaminazione da PCB.

Dita incrociate sul Garda: si potrà tornare a pescare e mangiare l’anguilla? Le speranze sono ridotte al lumicino, ma si nutre ovviamente qualche flebile aspettativa.

La notizia è rappresentata dal fatto che, su incarico della Regione Veneto, sono cominciati i prelievi della specie per nuove analisi di laboratorio.

Come noto, sul Garda vige dal 2011 il divieto di pesca e commercializzazione delle anguille, prorogato di anno in anno dalle Regioni in base a un’ordinanza del Ministero della Salute del 17 maggio 2011, che ha introdotto «misure urgenti di gestione del rischio per la salute umana connesso al consumo alimentare di anguille contaminate provenienti dal Garda per la presenza di PCB diossina-simili oltre i limiti previsti».

«Le ultime verifiche – spiega Filippo Gavazzoni, vice presidente della Comunità del Garda – risalgono a sei anni fa. Nutriamo quindi qualche speranza che le imminenti analisi possano registrare, rispetto alle contaminazioni da diossina verificate in passato, un miglioramento dei parametri».

Se sono speranze fondate lo sapremo nei prossimi mesi. Intanto a Peschiera il pescatore professionale incaricato del prelievo, Michele Meritano, sta prelevandone diversi esemplari destinati all’istituto zooprofilattico veneto per le analisi.

«Aspettiamo fiduciosi – conclude Gavazzoni – anche perché oggi la pesca gardesana gravita sostanzialmente attorno a un’unica specie, il coregone lavarello, la cui presenza è messa in dubbio dalle recenti normative che vietano il ripopolamento delle specie alloctone. Poter tornare a pescare un pesce come l’anguilla, storicamente importante per il comparto pesca, sarebbe una boccata di ossigeno. Peraltro l’anguilla è una specie in contrazione sia a livello europeo che mondiale».

I numerosi esemplari catturati nel basso lago per le analisi rappresentano comunque un bel segnale. Sono 11 anni che le anguille non vengono più immesse dall’uomo nel Garda. Eppure, nonostante gli sbarramenti sul Mincio, la specie ha trovato altre strade per la migrazione dal mare al lago.

 

 

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