Ricompare il pennone con lo stemma di Gardone Riviera

GARDONE RIVIERA – Il Comune ha riposizionato, in piazza Caduti, il pennone sul quale, un tempo, sventolava la bandiera con lo stemma di Gardone Riviera.

Nelle vecchie fotografie si vede un pennone che si innalza accanto agli archi della monumentale Loggia dei Caduti, progettata nel 1931 da Giancarlo Maroni, l’architetto del Vittoriale. Sulla sua sommità sventolava il gonfalone comunale.

Lo si nota anche nelle fotografie scattate in occasione dei funerale di Gabriele d’Annunzio.

Ora l’Amministrazione comunale ha riposizionato quel pennone rimosso, chissà perché e chissà quando. E sulla sua punta sventola la bandiera con lo stemma municipale, che si staglia su uno sfondo giallo e azzurro, i colori del paese.

Secondo il sito www.araldicacivica.it lo stemma di Gardone Riviera risale al 1926. Venne concesso al Comune col Regio Decreto del 16 settembre.

Lo stemma si compone di uno scudo partito, nel primo campo azzurro è rappresentato un olivo sradicato, che ai simboli tipici degli stemmi comunali (pace, convivenza, produttività, valore) unisce il riferimento al territorio gardesano, dove la sua coltivazione è assai diffusa. Sopra di esso è rappresentata la medaglia commemorativa della spedizione di Fiume: una decorazione del Regno d’Italia, coniata dalla Reggenza Italiana del Carnaro, istituita da Gabriele d’Annunzio, col nome di “Medaglia Commemorativa della Marcia di Ronchi” subito dopo occupazione italiana di Fiume (l’attuale Rijeka, in Croazia) del 12 settembre 1919. La medaglia ha un nastro con i colori della città di Fiume: rosso, oro e azzurro.

È anche un riferimento al “Vittoriale degli Italiani” la fastosa residenza del poeta a Gardone (dal 1921 fino alla sua morte nel 1938) progettata dallo stesso d’Annunzio con l’architetto Maroni.

Il secondo campo è fasciato di nero e d’oro (sei bande orizzontali a colori alternati), con un’aquila nera coronata nella parte superiore.

 

Gardone Riviera stemma
Lo stemma del Comune di Gardone Riviera concesso con regio decreto del 16 settembre 1926.

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