L’Hockey Riva è in A2

RIVA DEL GARDA - Nell’anno del suo cinquantesimo compleanno, l’Hockey Club Riva ha raggiunto uno dei risultati più belli e importanti della propria storia: la promozione in A2 della prima squadra maschile.

Lo storico passaggio dalla serie B alla serie A2, prima volta dalla fondazione del 1971, è l’esito della finale di Cernusco sul Naviglio, che si è disputata nel fine settimana al centro sportivo di via Boccaccio.

«Un risultato incredibile -scrive la società sul proprio sito web, www.hcriva.it) perché raggiunto al primo tentativo (erano circa 20 anni che non proponevamo una prima squadra), per l’età media dei ragazzi e per la difficoltà dovuta alla mancanza di un campo regolamentare a Riva del Garda per allenarsi con costanza su un vero campo da hockey su prato (per fortuna una volta alla settimana abbiamo a disposizione il campo di Mori)».

Una final-three dominata contro CUS Genova e i siciliani della Raccomandata Giardini Naxos, che ha permesso all’Hockey Riva di festeggiare la A2, serie nella quale il prossimo anno si scontrerà con squadre molto forti di tutta Italia. Nulla di facile, quindi, ma la squadra rivana se la giocherà al massimo delle possibilità. E, in tutti i casi, sarà una grandissima soddisfazione esserci.

 

«Abbiamo grandissimi margini di crescita -commenta la società- e una rosa molto ampia a cui ogni anno si aggiungono altri atleti provenienti dalle giovanili. Abbiamo la possibilità di avere un lungo futuro che speriamo ci regalerà ulteriori soddisfazioni. Ma ora non abbiamo fretta, ci godiamo il momento e basta».

Un ringraziamento speciale a Fernando Redini, Patrick Cretti, Matteo Sacchetti, Ezio Prandi e Giancarlo Cornella. che hanno contribuito in maniera determinante alla crescita della squadra. Una vittoria speciale anche per capitano Matteo Pellegrini, per Alberto Marchi, Andrea Travaglia e Michele Matteotti, che hanno scelto la squadra rivana di serie B nonostante la possibilità di giocare in serie A1, aggiungendo l’esperienza che mancava a tutti gli altri atleti che di età media non raggiungono i 18 anni.

«E un grande grazie proprio a loro, i nostri ragazzi -è il commento finale- sempre presenti, sempre disponibili e sempre vogliosi di migliorare nonostante le difficoltà che la mancanza di un terreno di gioco regolamentare dove allenarsi comporta. Anche per questo, la vittoria assume ancora più importanza».

 

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