Comuni veronesi sulle falde acquifere compatti contro le discariche di amianto

VERONA - Il Comitato anti discarica Cà Balestra estende la propria battaglia e coinvolge tutti i 16 comuni veronesi che rientrano nelle zone di alta pianura e ricarica delle falde acquifere individuati dalla delibera di Consiglio regionale n. 62/06.

Il Comitato anti discarica Cà Balestra, nei giorni scorsi, ha inviato una lettera (la puoi leggere qui) ai sindaci dei comuni di Arcole, Buttapietra, Castel d’Azzano, Isola della Scala, Mozzecane, Oppeano, Povegliano Veronese, San Bonifacio, San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo, Sommacampagna, Sona, Verona e Zevio per segnalare loro la pericolosità concreta e attuale legata alla realizzazione di discariche per amianto nelle zone più vulnerabili del Veneto, quali quelle di ricarica delle falde acquifere.

La comunicazione ha ricordato come questa emergenza sia stata originata dalla modifica introdotta nel 2022 dalla Giunta Regionale al Piano Regionale Rifiuti (DGR. 988/22), che ha consentito la realizzazione di discariche per amianto nelle zone di ricarica delle falde acquifere oltre che in quelle instabili, esondabili e alluvionabili, mettendo così a rischio la qualità delle riserve idriche del Veneto utilizzate sia ai fini idropotabili che agricoli ed industriali.

Richiamando la mozione approvata all’unanimità dalla Provincia di Verona il 1° febbraio scorso, il Comitato ha chiesto a tutti gli Enti coinvolti di intervenire insieme e compatti affinché la Regione Veneto proceda a:

  • ripristinare l’art. 15, comma 4, del Piano Rifiuti alla versione originaria del 2015;
  • introdurre delle ipotesi di sospensione dell’iter autorizzativo per discariche di amianto quando risultino attualmente in valutazione altre istanze della stessa tipologia e quando risultino già autorizzate o in fase di valutazione impianti in grado di soddisfare il fabbisogno di smaltimento dell’intera Regione Veneto;
  • predisporre uno studio regionale per la localizzazione di discariche di amianto che escluda le zone di ricarica delle falde acquifere e quelle instabili, esondabili e alluvionabili;
  • finanziare uno studio destinato a valutare le alternative oggi esistenti al conferimento in discarica di rifiuti contenenti amianto, per conseguire quell’economia circolare che l’Unione Europea impone agli Stati di raggiungere.

L’assurdità della deroga introdotta dalla Giunta di consentire la realizzazione di discariche di amianto in zone instabili, esondabili ed alluvionabili assume risvolti ancora più allarmanti e drammatici proprio in questi giorni di allerta rossa in Veneto per il maltempo!

Prevenire è meglio che curare… o dobbiamo aspettare un disastro ambientale?!?

 

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