Il Serraglio ritrovato

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MADERNO – Domenica 12 ottobre a partire dalle 11.30 grande festa al Serraglio: visite al parco, buon cibo e la musica dei Corimè per una giornata dedicata alla riscoperta di un luogo magico.

Riappropriarsi del proprio territorio e riscoprire angoli dimenticati e trascurati, eppure straordinariamente belli e portatori di potenzialità turistiche non ancora sfruttate. Come il parco del Serraglio appunto – un angolo di verde ricco di memorie, di storia, di acqua, di alberi monumentali e di scorci panoramici – dove domenica va in scena la seconda edizione de «Il serraglio ritrovato», manifestazione promossa da Comune, Legambiente e altre realtà del paese.

Il programma

Ore 11: apertura della giornata e visita al parco con le associazioni Nordic Walking Alto Garda Bresciano e Valle Sabbia, Legambiente, Avis di Salò e 04 Agar Gruppo Arcieri.

Ore 12.30: pranzo con piatti tipici locali, messi a disposizione da alcuni ristoranti del paese.

Ore 15: concerto dei Corimè (guarda il sito del gruppo), omaggio a Fabrizio de Andrè.

L’evento fa seguito alla prima edizione organizzata lo scorso anno, quando il mondo del volontariato locale si rimboccò le maniche per sistemare il parco del Serraglio, tagliando erbacce e rovi infestanti e ripristinando i vecchi sentieri. Fu la dimostrazione del fatto che ognuno di noi può fare la sua parte per la tutela del territorio e che la partecipazione attiva dei cittadini consapevoli è il primo presidio a salvaguardia del paesaggio.

Cos’è il Serraglio

Il Serraglio è la palazzina che troneggia, a mezza costa, sul golfo di Maderno, edificata dai Gonzaga di Mantova nella seconda metà del Seicento. Nel 1921 fu presa in considerazione come possibile dimora gardesana da Gabriele d’Annunzio, che poi preferì Villa Cargnacco, il futuro Vittoriale.

La villa e il parco, oggi di proprietà pubblica, rappresentano un «luogo del cuore» per i toscomadernesi, amato e mitizzato nel ricordo dei fasti passati, che raccontano di leggendarie feste organizzate dai signori di Mantova.

Uno sguardo a Padernello

Il sogno dei promotori dell’iniziativa è quello di poter un giorno recuperare del tutto questo luogo dalle straordinarie potenzialità turistiche.

Per questo lunedì 13 ottobre è in programma un incontro con una realtà che ha portato a compimento il recupero di una struttura che, come il Serraglio, era ridotta a poco più di un rudere, il Castello di Padernello (info qui).

Alle 20.45 nella sala consiliare dell’ex palazzo municipale potrete incontrare l’associazione «Amici del Castello di Padernello», che grazie all’impegno dei volontari ed al supporto di sponsor privati ha saputo recuperare un intero castello diroccato (valore degli interventi: 4 milioni di euro). «Perché – dicono i promotori dell’iniziativa di domenica – non ci proviamo anche noi con il parco e la villa del serraglio?».

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serraglio ritrovato

 

I Gonzaga a Maderno

L’antica Maderno venne frequentata dai Gonzaga già alla fine del Quattrocento. La celebre Isabella d’Este, andata in sposa a soli sedici anni a Francesco Gonzaga, marchese di Mantova, vi giungeva spesso. E probabilmente accompagnò in barca Andrea Mantegna, grande artista che volle alla sua corte, per comprare capitelli, lapidi e colonne romane da riprodurre nei suoi affreschi e nelle sue tele.
I Gonzaga intorno al 1606, con Vincenzo I, scelsero Maderno per costruirvi un’importante dimora di piacere dotata di ampi giardini. Il progetto fu affidato al pittore architetto Antonio Maria Viani e successivamente a Francesco Geffels. Il parco si estendeva per quasi tutto il promontorio di Maderno ed era ricco di alberi da frutta, di aranci cedri, cipressi. Vincenzo I non riuscì a vedere la conclusione dei lavori. La proprietà passò a Francesco IV e pochi anni dopo a Carlo II che nel 1656 acquistò anche il convento dei Padri Serviti di San Pietro e il parco del Serraglio sulla collina, così chiamato perché circondato da alte mura che impedivano l’accesso a chiunque.
Il serraglio venne ricostruito nel 1660 e collegato al cosiddetto Palazzo nuovo con una galleria sotterranea che permetteva al duca di spostarsi al riparo ripara degli occhi indiscreti. Il figlio, Ferdinando Carlo II, continuò frequentare le dimore di Maderno e non fu da meno del padre nel gioco e nei vizi: il clamore delle vicende amorose del genitore nelle case di piacere lacustri avevano suscitato scandalo alla corte d’Austria, tra i familiari della moglie. La fine delle dimore madernesi iniziò 1718 allorché passate a Leopoldo I, duca di Lorena, questi le donò e in parte le vendette al conte Saverio de Villio di Desenzano. Nel 1819 i resti del palazzo furono acquistati dal dottor Ghiselli il quale ne fece demolire due terzi nella speranza di trovarvi un favoleggiato tesoro. Quasi nulla è rimasto della bellezza del palazzo secentesco; un reperto significativo è lo stemma di marmo che si vede nell’androne dell’edificio superstite. Miglior sorte toccò al Serraglio e al parco che ancora si ammira, mentre la palazzina subì le ingiurie del tempo, adattata a nuovi usi e ristrutturata in diverse epoche.

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