Toponomastica gardesana: continua la ricerca

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LIMONE SUL GARDA – Dopo Toscolano Maderno, San Felice del Benaco e Gardone Riviera è la volta di Limone sul Garda. Un libro svela l’origine e il significato dei nomi dei luoghi limonesi.

La ricerca sui nomi di luogo dei Comuni del Garda bresciano, avviata negli anni Novanta per iniziativa di Piercarlo Belotti, Antonio Foglio e Gianfranco Ligasacchi, nel 1996 ha visto la pubblicazione di un primo volume sulla toponomastica di Toscolano Maderno; hanno fatto seguito i volumi su San Felice del Benaco nel 2008, su Gardone Riviera nel 2009 e, ora, di Limone sul Garda.

Si è in pratica provveduto alla raccolta sistematica e alla documentazione dei toponimi, particolarmente di quelli conservati nella memoria popolare, che correvano il rischio, a differenza di quelli cartografati o contenuti in documenti, di venire cancellati perché legati ad attività non più o diversamente praticate sul territorio o ad aspetti del suolo profondamente mutati.

Basti pensare ai cambiamenti del paesaggio agrario, del quale fino a pochi decenni fa si conoscevano ogni sentiero, ogni dosso, ogni valle, ogni corso d’acqua, ogni albero di particolare evidenza, ogni masso, ogni sporgenza rocciosa, ogni elemento naturale o umano che lo caratterizzasse; ad ognuno di essi era stato imposto un nome, così da poterlo identificare con precisione e renderlo immediatamente riconoscibile a tutti, per potersi orientare con sicurezza nell’ambiente, oltre che per affermare o difendere diritti e proprietà.

Oggi il quadro è in larga parte mutato. A seguito dell’abbandono della montagna e del piccolo allevamento, della riduzione delle attività agricole, dello sviluppo artigianale, commerciale e turistico e delle aumentate esigenze abitative, molti terreni sono stati urbanizzati; ciò ha comportato, accanto alle evidenti conseguenze sul piano ambientale, la perdita di un consistente numero di nomi riferiti a quei luoghi e alle attività che vi venivano praticate. Lo stesso è avvenuto lungo le sponde del lago, dove i pescatori conoscevano nomi di rive e sègn per gettare le loro reti.
La raccolta sistematica dei toponimi e la loro localizzazione sono state integrate con la ricerca etimologica, che consente spesso di ripercorrere, al di là del dialetto, le loro origini medievali e latine.

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