Peschiera, l’omaggio del sindaco a medici, infermieri e operatori del Pederzoli

PESCHIERA - Il sindaco Orietta Gaiulli e le Forze dell’Ordine all’ospedale “P. Pederzoli” per rendere omaggio a medici, infermieri, operatori sanitari e volontari. La struttura ospita attualmente 64 pazienti Covid.

Stamattina, lunedì 30 marzo, il sindaco Orietta Gaiulli, insieme alle Forze dell’Ordine, si è recato all’ospedale “P. Pederzoli” per rendere omaggio a medici, infermieri, operatori sanitari e volontari impegnati nella lotta per sconfiggere questo nemico invisibile, in un momento così difficile per la nostra nazione.

Presenti l’Amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco, il Vicesindaco, gli assessori e consiglieri comunali, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana, la Polizia Municipale di Peschiera d/G, il Parco Materiali Motorizzazione, Genio Militare, Artiglieria e NBC e l’Associazione Nazionale Polizia di Stato – sezione di Peschiera d/G.

Alle ore 11.30 le sirene delle Forze di Polizia hanno suonato all’unisono per ricordare a questi eroi che ogni giorno lottano a tutela della nostra salute, che la cittadinanza di Peschiera è loro vicina. Un piccolo gesto simbolico che mai li potrà ripagare della fatica, sudore e sangue versati, ma che vuole essere simbolo di solidarietà verso il loro operato che unisce tutti i cittadini in un comune “grazie”.

Anche in questo ospedale si sono registrati casi di positività tra il personale sanitario.

 

Anche all’ospedale Pederzoli di Peschiera gli spazi sono stati riorganizzati per accogliere i pazienti affetti da Covid-19 e creare percorsi ad hoc di diagnosi e cura.

Sono 92 i posti letto destinati ai pazienti Covid: tutti i 12 della terapia intensiva, 34 nell’area semintensiva del reparto di pneumologia e 46 nell’area di medicina a indirizzo respiratorio, dove si trovano i casi meno gravi.

Secondo i dati aggiornati a venerdì 27 marzo i pazienti Covid ricoverati erano 64, di cui 47 accertati e 17 in isolamento in attesa dell’esito del tampone ma con un quadro diagnostico compatibile con la patologia.

Il 25% arriva dalla Lombardia, prevalentemente dal basso lago bresciano e dal Mantovano.

 

 

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