La lettera: invochiamo la vendetta della natura

0

GARDONE RIVIERA – Ci giunge la lettera di un cittadino di Gardone Riviera sulla questione del taglio di alberi nel cantiere di Villa Eden. Ecco cosa dice.

I cittadini che venerdì 5 settembre hanno presenziato al Consiglio comunale sono venuti a conoscenza, con dovizia di dettagli, della devastante operazione che ha portato all’abbattimento di 64 cipressi che abbellivano da sempre la nostra collina e ci proteggevano dalla vista degli orrendi sconvolgimenti del cantiere delle ville Eden.

Infatti la lettura del testo dell’interrogazione che la minoranza “insieme per Gardone” ha presentato perchè venisse discussa in Consiglio ha rivelato una sequenza di fatti che dovrebbero sbalordire anche il più pacifico e disinteressato cittadino di Gardone.

I quesiti presentati con richiesta di risposta e di chiarimenti erano i seguenti:

– Se tutte le autorizzazioni richieste dalle vigenti disposizioni di legge sono state rilasciate e/o recepite nei modi e nei tempi previsti e se sono state scrupolosamente controllate dai competenti Uffici dell’Amministrazione Comunale;

– Se risulta disponibile a consultazione il documento relativo all’istruttoria del Tecnico incaricato dalla Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano che dovrebbe essere allegata all’atto (prot.n.3598 del 4/6/2013) e di cui costituisce parte integrante e sostanziale;

– Se a fronte delle indicazioni del Perito Agronomo nominato dal Committente dei lavori sono state univocamente identificate le piante da tagliare e se su queste sono stati effettuati da parte dell’Amministrazione Comunale con l’intervento di personale competente in materia soprattutto in termini di congruenza (piante malate, piante con edera, piante fuori ordine,ecc.);

– Se le fascette di identificazione sono asportabili e sostituibili oppure numerate e registrate su qualche documento o verbale in possesso di qualche Ente;

– Se l’identificazione ed il controllo PREVENTIVO e successivo risultano da verbale o disegno di identificazione per essere certi che non siano avvenuti spostamenti di fascette su piante non necessariamente da tagliare ma che rappresentassero un ostacolo per la vista a lago (esempio Cedro Deodara sano ma tagliato come da verifica in cantiere);

– Se sono state individuate come sopra indicato ulteriori piante malate e se si ritiene di far intervenire qualcuno per la loro eliminazione;

– Se prima del taglio l’Amministrazione Comunale ha nominato un proprio esperto in Agronomia per verificare le affermazioni dell’Agronomo di parte;

– Se ritiene corretto che i tronchi siano stati asportati alle ore 6 del 2 Giugno, festa della Repubblica ben sapendo il Geom. Merigo (Resp. del Cantiere) che il giorno successivo era stata concordata una visita al Cantiere stesso per verificare lo stato dell’arte e se le piante abbattute fossero realmente ammalate;

– Se ritiene corretto che lo stesso geom. Merigo  non abbia pensato di informare il Sindaco prima di procedere al taglio e prima della rimozione dei tronchi e se ritiene giusto che il Sindaco (della cui buona fede non vogliamo dubitare) non venga minimamente informato di fronte a problemi di questa valenza che modificano profondamente e ulteriormente la struttura ambientale del paesaggio;

– Se ritiene veritiere o false le dichiarazioni di fronte a testimoni da parte dell’incaricato al taglio che 3 o 4 piante tra cui il secolare Cedro Deodara (diam. 65 cm.) fossero piante sane come da me e altri verificato in loco;

– Se non dubita che e non suscita qualche sospetto il fatto che il taglio sia stato effettuato su una fascia di larghezza 40 metri e profondità 80 metri e  proprio nel tratto che ostruiva la visibilità a lago in corrispondenza del punto panoramico Club House e proprio su questa fascia fossero situate TUTTE PIANTE MALATE!

– Se intende far controllare ed eventualmente fare adeguare l’altezza della recinzione messa in opera di recente in Via Ceriolo al confine con il Cantiere Eden.

Di fronte a quesiti così puntuali e ad una realtà dei fatti così sconvolgente le argomentazioni in risposta non potevano che essere incomplete e insoddisfacenti per il cittadino che mai avrebbe immaginato una simile distruzione del proprio ambiente. Si è quindi chiesto come sia stato possibile avviare una trafila di richieste di autorizzazioni e permessi ed una istruttoria tecnica finalizzata ad una pseudo “bonifica fito-sanitaria” per la presenza di qualche pianta secca, ignorando, o fingendo di ignorare, che fin dall’inizio il solo scopo era quello di far sparire la cipressaia e aprire la vista-lago ai ricchi proprietari delle ville.  E poi come non chiedersi perchè la confusa operazione di identificazione delle piante “malate” con ridicole fascette spostabili da una pianta all’altra, sia stata eseguita dall’agronomo di parte in assenza di controlli da parte dell’Amministrazione comunale con i suoi tecnici e consiglieri che ben sapevano della minaccia che incombeva sulla cipressaia.

D’altra parte le risposte presentate relative alla debolezza dell’apparato radicale di questi cipressi (che però esistevano da decenni) e al fatto che nell’abbattimento degli esemplari “malati” siano stati travolti anche gli altri, non hanno soddisfatto neppure il cittadino più ingenuo e sprovveduto.

Ma l’evidenza più clamorosa, che ha convinto il cittadino di quanto questo intervento sia stato subdolamente premeditato, è stata quella della rimozione dei tronchi tagliati avvenuta in un giorno festivo in ore antelucane, operazione coordinata purtroppo da un tecnico gardonese. Non solo: per cancellare ogni traccia pare siano stati rimossi anche i ceppi degli alberi abbattuti.

Come intervento consolatorio per il cittadino è stato assicurato che ogni pianta tagliata verrà sostituita con un giovane alberello che però ci restituirà la bellezza della cipressaia scomparsa quando le ville saranno abitate dai figli dei nipoti dei proprietari (se non verrà tagliata prima).

La distruzione della cipressaia non è stata però completata. Pare infatti sia già stata avviata la macchina burocratica degli enti superiori per la richiesta di permessi, per la valutazione dell’impatto ambientale e per i nullaosta allo sfacelo dei beni paesaggistici, perchè alla fine, dall’alto di una catasta di rapporti tecnici, si possa procedere all’abbattimento già programmato di altri 70 cipressi.

Verrà così ampiamente messo in atto il consiglio della Comunità montana relativo al fatto che “il diradamento è necessario per eliminare i soggetti deperiti”. Si arriverà alla distruzione totale della cipressaia e la vista-lago panoramica sarà assicurata.

Alla fine del Consiglio comunale al cittadino adirato e avvilito non è rimasto altro che invocare la vendetta della Natura ricordando che mezzo ettaro di conifere in un anno fornisce ossigeno a venti persone e che il disboscamento è la prima causa di frane e crolli.

Giovanni Salerno

Lascia una risposta