Rotary Youth Exchange, giovani da tutto il mondo a Salò
SALÒ – Scopriamo il Rotary Youth Exchange, programma del Rotary International che permette a ragazzi e ragazze di tutto il mondo di incontrare altri popoli, conoscere e imparare nuove culture e nuove lingue.
Arrivano da ogni angolo del pianeta. Shrenik dall’India, Marilù dal Messico, Chuan-kau da Taiwan, Emily dall’Australia, Collin dagli Usa, altri dalla Germania, dal Brasile, dalla Finlandia e dall’Argentina.
Sono 47 ragazzi tra i 16 e i 18 anni che nei giorni scorsi hanno portato una ventata di internazionalità a Salò, dove sono approdati per iniziare un’esperienza che, senza dubbio, gli cambierà la vita, arricchendoli, aprendo le loro menti, preparandoli alle sfide complicate dell’età adulta.
Tutto questo grazie al Rotary Youth Exchange (tutte le info qui: www.rotaryyouthexchange.it), programma del Rotary International che permette a 8mila ragazzi e ragazze di tutto il mondo (oltre 400 in Italia) di incontrare altri popoli, conoscere e imparare nuove culture e nuove lingue. Un’esperienza straordinaria.
I 47 ragazzi che abbiamo incontrato a Salò saranno ospiti per un anno intero di famiglie che risiedono nel territorio del Distretto Rotary 2050 (una settantina di club tra Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Pavia, Piacenza e Milano). Alcuni soggiorneranno nel Bresciano, in città, a Salò, in Valsabbia, a Montichiari, in Valcamonica. Lo scambio comporta reciprocità, quindi all’ospitalità verso i giovani stranieri fa riscontro l’accoglienza nei confronti dei nostri ragazzi: è un affidare reciproco dei propri figli in mani sicure, verificate dal Rotary.
Ai 47 studenti stranieri ospitati in Italia, gli “inbound”, corrispondo altrettanti studenti italiani ospiti in un Distretto straniero, gli “outbound”.
Poi ci sono quelli che hanno già terminato questa esperienza, i “rebound”, come Alice Vetturi di Salò e Federico Pasotti di Brescia, che hanno accolto gli inbound a Salò e parlato della loro esperienza.
Alice Vetturi: «Quello vissuto in Florida è stato l’anno migliore della mia vita. Sarà così anche per chi si appresta a vivere questa esperienza in Italia, anche se un po’ di nostalgia di casa sarà inevitabile».
Federico Pasotti: «Appena arrivato a Taiwan mi sono detto: “Dove diavolo sono capitato?” Succederà anche ai ragazzi stranieri arrivati in Italia. Ma sarà un’esperienza che aprirà le loro menti».
I ragazzi che partecipano al progetto devono ovviamente seguire norme comportamentali precise, come ha spiegato loro in occasione dell’orientation meeting salodiano Giorgio Giambiasi, referente del Youth Exchange per il Distretto 2050: «Decidere di vivere in un altro paese – dice Giambiasi – significa accettare la sfida di una nuova realtà, una nuova lingua, differenti abitudini e stili di vita. È un grande arricchimento per i giovani».
Gli studenti s’impegnano ad essere aperti a nuove esperienze e alle differenze culturali, a rispettare le regole del programma, a frequentare le scuole locali, a partecipare attivamente alle attività programmate, ad accettare la supervisione del distretto, del club e delle famiglie presso la quale vivono (per favorire il processo d’immersione culturale, nel corso di un anno ciascuno ragazzo ha di solito la possibilità di vivere presso due o tre famiglie diverse, tutte selezionate dal Rotary club locale).
Come ci si candida? I ragazzi devono essere sponsorizzati da un club rotariano, devono dimostrare eccellenza negli studi e impegno nei riguardi della comunità. Requisito importante è naturalmente la capacità di adattamento allo stile di vita di un Paese diverso dal proprio. Poi si fa domanda e si sostiene un colloquio.
Tutte le info sul sito www.rye2050.org.
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