Raccolta olive in zona rossa: si può fare, è una situazione di necessità

LAGO DI GARDA - Raccogliere le olive e portarle in frantoio: si può fare in zona rossa? Per la Comunità Montana e la Comunità del Garda si configura come uno "stato di necessità". Basta dunque avere l'autocertificazione.

La questione, in questi giorni in cui molti si dedicano alla raccolta delle olive, ha destato parecchia preoccupazione sul Garda bresciano (nel veronese e in Trentino, zone gialle, il problema non si pone).

Sulla questione (ne abbiamo scritto qui) interviene la Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano: «Riguardo al tema della raccolta delle olive e seguente consegna ai frantoi, da parte di coltivatori hobbisti, fermo restando che per le aziende agricole non ci sono problemi, abbiamo sentito la Prefettura».

Alla domanda se lo spostamento per raccolta e consegna ai frantoi potesse essere considerato una necessità è stato risposto: «Si. Sicuramente se c’è un contratto di lavoro. Se non c’è, si può comunque parlare di situazione di necessità, considerando che il raccolto abbandonato darebbe luogo a situazioni igieniche».

Semplificando: un hobbista che si sta recando in oliveto per il raccolto oppure al frantoio per  far molire le sue  olive deve compilare l’autocertificazione e indicare come motivo lo stato di necessità.

«Tale stato di necessità – spiegano in Comunità Montana – deriva dall’esigenza di non abbandonare in campo il raccolto per le conseguenze igieniche che questo potrebbe comportare, come lo sviluppo di parassiti o malattie delle piante che potrebbero insorgere dalle olive non raccolte».

Cio sono poi altri aspetti ancora da chiarire: «Ci sentiamo di consigliare che il raccolto sia effettuato dal proprietario o famigliari stretti. Sembra più difficile dichiarare la necessità di aiutare un amico, oltre al discorso di eventuale mancanza di rapporto di lavoro o utilizzo del lavoro in nero. Naturalmente è sempre possibile far raccogliere il proprio prodotto da un’azienda agricola».

Anche dalla Comunità del Garda, cui è stato chiesto un parere, è sulla stessa linea: «Il conferimento di olive in frantoio deve essere come esigenza lavorativa, qualora il conferente sia un coltivatore diretto, o stato di necessità, onde evitare il grave danno della perdita del raccolto».

 

 

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