Limone sul Garda e lago, la retrospettiva di Gjergj Kola

LIMONE SUL GARDA - Visitabile fino a mercoledì 14 la retrospettiva «Limone sul Garda e lago» di Gjergj Kola negli spazi del Museo del Turismo, sul lungolago a Limone sul Garda.

Gjergj Kola nasce a Durazzo in Albania e studia pittura e litografia a Scutari e Tirana, Nel 1991, a causa delle condizioni politiche del suo paese, si trasferisce in Grecia. Dal 2018 abita a Riva del Garda.

Pubblichiamo qui la presentazione, a cura Maria Luisa Crosina, dell’artista e della mostra.

«Riassumere degnamente la vastità e l’importanza dell’opera di Gjergj Kola, che è considerato attualmente uno dei maggiori pittori albanesi, non è facile. Cercherò di menzionare almeno parte dei successi e riconoscimenti da lui ottenuti. Suoi lavori sono esposti in molti Continenti e Paesi, sia in gallerie d’arte che in collezioni private: in Europa, in Asia, in Africa, America. Sono più di 150 le mostre collettive e personali nelle quali ha presentato i suoi quadri. Ha esposto cinque volte al Louvre ricevendone nel 2015 la Medaglia d’oro, alla Casa Batlo a Barcellona, al Museo d’Arte negli Stati Uniti. Egli può vantare tre mostre permanenti in Grecia: a Salonicco, Atene, Kozani; in Italia, una permanente in Vaticano su Madre Teresa di Calcutta ed una a Limone dove ha insediato il proprio atelier; una a New York presso la Fondazione Linpold.

Due film documentari sono dedicati alla sua pittura: uno, girato nel 2018, e dedicato alle sue opere relative alla tematica dei genocidi, è stato realizzato dalla radio televisione nazionale greca ERT ed appare periodicamente su canali della TV statale; l’altro, con quadri denunciati il razzismo, è stato prodotto e presentato ad Orciano di Pesaro.

Molto noto nelle Marche, dove la famiglia Kola ha risieduto prima di trasferirsi in Trentino, il pittore è stato assai seguito nel suo iter dalla prof. D’Arte Contemporanea presso l’Università degli Studi di Urbino Silvia Cuppini, che ha messo in risalto i valori e le specificità della sua arte. Arte che, ultimamente, è stata oggetto di ben quattro tesi di laurea presso l’Università di Firenze e di una tesina di Maturità imperniata su un Murales realizzato in una scuola. Nel 2018 è uscita la sua biografia col contributo del professor Konstantinos Fotiadis di Salonicco – città il cui Museo lo ha fregiato della targa onoraria per il suo contributo alla cultura greca – dove viene illustrata la sua collaborazione con quella Università soprattutto nel campo dei diritti umani e dell’impegno contro i genocidi.

Molte pubblicazioni di autori diversi sono corredate dalle sue opere. Tra i libri da lui illustrati – e realizzati grazie alla costante vicinanza e all’importante contributo della moglie Viola – sono da ricordare almeno Le leggende d’Albania libro tradotto in 6 lingue, e già ripubblicato, ed Ipazia d’Alessandria tradotto in tre lingue ed assai noto in Grecia.

Il rapporto con Limone, dove sono presenti molte sue opere e viene oggi inaugurata la sua mostra retrospettiva, si è fatto via via sempre più stretto. Al centro lacustre, Gjergj Kola ha dedicato qualche anno fa un grande murales che illustra luoghi, scorci, natura, situazioni della pittoresca località del Garda.

Limone, “il paese bello perché la gente sorride”, come lo ha definito il pittore, è visto da lui come un luogo di pace, di armonia, di bellezza, di incontro; un paese dove le case sono abbellite da fiori, dove c’è un’esplosione, una fantasmagoria di colori, dove la luce intensa indora i muri degli edifici, dove il lago è sempre diverso, azzurro in certe ore, pieno di barbagli e riflessi in altre, dove i turisti sorridono, partecipano della sua bellezza, lontani dalla vita spesso greve delle città.

Questo egli illustra nei suoi quadri con tecniche diverse, a seconda delle situazioni e degli stati d’animo. Le forme spesso sono create dal colore senza un tratto che le definisca, e penso alle distese di fiori che si offrono allo sguardo durante una passeggiata; altre volte è il pennello che, sapientemente e con sicurezza di linee, ci fa godere di un balcone barocco che si sporge su un vicolo. Colore dovunque, nei portoni rossi delle case, nei rampicanti che vivificano i vecchi muri. Colori che invitano alla gioia, ben diversi da quelli, drammatici, facenti da sfondo al bellissimo e intenso ritratto, presente in mostra, di Visar Zhiti e che ci rimandano ai drammi di un’epoca che si auspicherebbe conclusa.

Visar Zhiti, poeta, nato nella stessa città di Gjergj Kola, perseguitato dal regime comunista albanese e finito nei gulag, nel 1991 si trasferì a Milano; tornato in Albania, nel 1997 entrò nei servizi esteri albanesi e fu nominato attaché culturale all’Ambasciata albanese a Roma . Egli scrisse più volte sull’opera di Gjergj Kola.

Riporto qui, a conclusione di questa presentazione, uno stralcio di un suo scritto relativo ad una mostra del nostro pittore:

Seducente bellezza di volti e paesaggi, occhi pieni di sogni, un sentiero dove corre la gioia dell’amore, movimenti da balletto, dove l’aria fruscia musica, fogliame e lunghi capelli al vento, limpidezza dell’acqua delle rive di ogni stagione, i colori incantevoli drenano l’oro delle stelle di un mistero, […]

che hanno attirato spettatori ovunque nelle città d’Italia e a Roma, in Grecia, a Parigi, al Louvre, ovunque le sue opere siano andate, anche oltreoceano, a New York e Chicago , gallerie e saloni, chiese e università e persino case, dove esteticamente aggiungono gioia. Impressionismo moderno del XXI secolo».

 

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