Ucciso dal rimorchio, Strasburgo accoglie il ricorso per Huub Pistoor

BRESCIA - Sicurezza stradale: la Corte Europea di Strasburgo richiama l'Italia a seguito del ricorso presentato dall'avvocato Oliviero Mazza del Foro di Brescia. 

Lo fa sapere Gioia Bucarelli, compagna del cittadino olandese Huub Pistoor, vittima di omicidio stradale in Italia: «La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo ha accolto il nostro ricorso presentato a luglio contro l’archiviazione. Una bella notizia che dona conforto e speranza dopo quasi quattro anni in cui non sono mancate le delusioni».

«Un rimorchio usurato e con gravi inefficienze tecniche – continua Gioia Bucarellisi – era staccato da una motrice in condizioni altrettanto precarie e aveva ucciso il mio compagno Huub Pistoor, cittadino olandese che viveva da molti anni in Italia.

Lo Stato italiano dovrà perciò rispondere e dare spiegazioni riguardo al sistema delle revisioni dei mezzi pesanti (mezzi in quelle condizioni non avrebbero dovuto circolare ma avevano invece superato la revisione) e anche riguardo all’archiviazione (la Procura ha ritenuto responsabile solo il conducente moldavo e non sono state accertate le responsabilità dei titolari della società di trasporto proprietari dei mezzi e di chi si era occupato di revisione e manutenzione). Dunque inadempienze del nostro Paese sotto il profilo sostanziale e procedurale».

«Siamo grati e felici – continua Bucarellisi – perché la Giustizia negata in Italia potrà essere garantita in sede europea, a chi si sentiva profondamente cittadino europeo. Una prima tappa importante, una vittoria collettiva di cittadini, associazioni, familiari di vittime, persone che credono nel cambiamento, in una strada senza violenza. Grazie al Prof. Avv. Oliviero Mazza del Foro di Brescia che ha creduto nel raggiungimento di questo obiettivo. Era ciò che auspicavamo per una questione di principio, per onorare le tante vite perse sulle strade, per sollecitare impegno, attenzione alla prevenzione, rispetto e Giustizia per tutte le vittime».

 

 

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