Vittoriale, il restauro dell’arco d’ingresso

GARDONE RIVIERA - L’imponente arco dell’architetto Giancarlo Maroni finisce sotto i ferri. Al Vittoriale ha preso il via l’ennesimo intervento di restauro conservativo delle strutture dannunziane.

È un’altro tassello di quel progetto che il presidente Giordano Bruno Guerri (in dicembre riconfermato alla guida della Fondazione per un altro quinquennio dal ministro Dario Franceschini) ha battezzato «Riconquista» e che mira appunto a riconquistare, tramite la riapertura di spazi prima esclusi dai percorsi di visita o interventi conservativi, ogni memoria dannunziana.

«Un progetto che non si concluderà mai. Quando finiremo, bisognerà ricominciare», dice Guerri, vista la ricchezza e la vastità (sono quasi 10 ettari) del principato del Vate. In questi giorni, come detto, tocca alla grande arcata in pietra dalle forme severe e spoglie che, tra ulivi e cipressi, delimita lo spazio del cortile d’ingresso, con a lato gli avancorpi da cui si accede alla biglietteria e al museo «L’automobile è femmina», e che introduce al portale a doppia arcata con al centro la fontana in marmo rosso di Verona dominata dal motto «Io ho quel che ho donato».

 

«Puliamo e curiamo anche questo spazio», dice Guerri, che all’ingresso del Vittoriale aveva già cambiato volto. Fu uno dei suoi primi interventi da presidente (l’insediamento risale all’ottobre del 2008). L’ingresso, che d’Annunzio ha voluto solenne e rigoroso, era oppresso e nascosto della fila dei visitatori alla biglietteria (poi spostata lateralmente), da cestini per rifiuti, da pali e catene di contenimento, persino da bancarelle di souvenir e auto parcheggiate. Ora l’ingresso è sgombro, restituito alla sua purezza.

«Catene, catene, catene ovunque – dichiara Guerri – affliggevano il Vittoriale degli Italiani, per impedire l’accesso dei visitatori a questa o a quella zona. Oggi – finalmente – non ci sono più, a parte qualcuna disposta non per impedire, ma per guidare la visita al parco. Tutte le porte, tutti i passaggi sono aperti per godere interamente i dieci ettari di natura e gli edifici donati da Gabriele d’Annunzio agli italiani».

Al Vittoriale hanno utilizzato i periodi di chiusura imposti dal Covid per realizzare grandi lavori, come la pulizia e il restauro completo della Piazzetta dell’Esedra e della Piazzetta Dalmata, comprese le facciate degli edifici. Opere che hanno fatto seguito a numerosi interventi attuati negli anni precedenti sulle strutture disegnate dal Maroni. Tra le ultime catene spezzate ci sono quelle del Casseretto, la casa studio dell’architetto del Vittoriale, divenuto un museo a lui dedicato, nel quale rivive l’epopea della Santa Fabbrica.

Nel 2021, l’anno del centenario, il Vittoriale ha ospitato 179.047 visitatori: 100mila meno del 2019, ma 66mila più del 2020. Ora si fa bello per i visitatori del 2022.

Vittoriale degli Italiani (credits Augusto Rizza).

 

 

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