Tunnel per il Trentino. Serve davvero?

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VALVESTINO – Legambiente: «Lo sviluppo della Valvestino non passa dalla galleria per il Trentino. Serve un’ analisi costi-benefici che dimostri l’utilità dell’opera».

Procede a passo spedito l’iter per l’avvio dei lavori della galleria di collegamento tra la Valvestino e il Comune di Bondone, in Trentino.

Nei giorni scorsi, per affrontare questo tema, un gruppo di cittadini ha incontrato il responsabile dei trasporti di Legambiente della Lombardia, Dario Balotta. In quell’occasione sono stati valutati pro e contro del progetto, sotto il profilo trasportistico, ambientale e socio-economico.

«I problemi dello spopolamento della Valvestino, passata dai quasi mille abitanti degli anni cinquanta ai 200 attuali, non si risolve con il miracolo di un tunnel», ha detto il rappresentante di Legambiente. «Il tunnel sembra una scorciatoia: lo sviluppo della bellissima Valvestino non dipende da una nuova accessibilità ma dalla sua promozione turistica, con l’adozione di servizi di qualità e di incentivi (detassazione imposte comunali) per i giovani tesi alla valorizzazione delle risorse agricole e naturali locali. La natura ancora incontaminata, il bellissimo paesaggio e le tradizioni locali sono qualità da valorizzare, “vendute” in tutta Europa. Il turismo “dolce” è una risorsa mai sfruttata e per farlo non serve un tunnel», continua il rappresentante dell’associazione ambientalista.

«Con una tale opera la viabilità verso Gargnano e il Garda non cambierebbe, semmai sarebbe più economico ed utile riqualificare, mettere in sicurezza e rendere meno tortuose la SP 9 che sale in Valvestino da Gargnano e la SP 113 del lago d’Idro».

Per non parlare della disastrosa situazione della Gardesana, su cui si regge l’intera economia turistica dell’alto lago.

In merito al progetto di galleria, lunga 4 km, a senso unico alternato, regolato da un semaforo o da un casellante, Dario Balotta esprime non poche perplessità: «Chiediamo che le amministrazioni pubbliche locali Lombarde e Trentine si dotino di un’ analisi costi-benefici per valutare se ha ancora un senso spendere 33 milioni di euro o se sarebbe meglio farne a meno e spendere altrove queste risorse».

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