Poi spuntò l’alba. Ed era il 25 aprile. La Resistenza italiana

SALÒ – Fino al 19 febbraio al MuSa di Salò la mostra “Poi spuntò l’alba. Ed era il 25 aprile. La Resistenza italiana”. Un viaggio nella lotta di Liberazione.

Da una parte la Resistenza armata, nella quale giovani e indomiti antifascisti salirono sulle montagne e sfidarono in armi il nemico; dall’altra la Resistenza disarmata e civile, quella fatta di rinunce quotidiane e sofferenza da parte di chi contribuì a scavare un fossato attorno alle milizie della Rsi e alla schiera di italiani decisi a proseguire la guerra a fianco della Germania hitleriana.

Sono le due categorie storiografiche della mostra «Poi spuntò l’alba. Ed era il 25 aprile. La Resistenza italiana», allestita al MuSa di Salò e curata dal Centro Studi Rsi nelle persone di Roberto Chiarini ed Elena Pala.

La mostra offre al pubblico, sia quello più informato sia quello che si avvicina al tema con una minor familiarità, una presentazione documentata della lotta di Liberazione, stimolando riflessioni sui quesiti che quell’esperienza decisiva per il nostro Paese continua a porre.

In esposizione manifesti, fotografie, memorie.
In esposizione manifesti, fotografie, memorie.

Il criterio che presiede all’allestimento non è meramente didattico (ma gli studenti sono ovviamente i primi potenziali fruitori della mostra) e non è nemmeno condizionato dalla pretesa di disegnare una mappa sistematica delle vicende militari o di tracciare un quadro organico delle tensioni ideali e politiche della Resistenza.

È volto invece a isolare i nodi cruciali di quell’esperienza morale e politica, affidandoli soprattutto al linguaggio delle immagini. Ne consegue un allestimento che produce un coinvolgimento intenso, che sgorga dalle emozioni suscitate dai documenti esposti: materiale di propaganda antipartigiana della Rsi (tra cui un divertente “gioco delle tre oche”, che simboleggiano Roosevelt, Churchill e Stalin) e di propaganda partigiana (fotografie, tessere, opuscoli…), segnalazioni dei “sovversivi” schedati nel Casellario Politico Centrale, pubblicazioni dell’esercito americano per i propri soldati, edite tra il 1944 e il 1945, riguardanti la guerra di liberazione e i partigiani, definiti “our informal allies”.

Tra il materiale di propaganda antipartigiana della Rsi un divertente “gioco delle tre oche”.
Tra il materiale di propaganda antipartigiana della Rsi un divertente “gioco delle tre oche”.

E ancora: mappe del Servizio Informazione Difesa della Rsi relative alla “situazione banditismo” in Lombardia e sul confine orientale; la carta in cui sono contrassegnate le “località rastrellate dal 21 dicembre 1944 al 20 gennaio 1945”; un torchio utilizzato dai partigiani per la stampa di materiale clandestino; le lettere della 40° Brigata Matteotti indirizzate a privati per ringraziarli del supporto “gentilmente offerto” in generi alimentari e vestiti, “prova di solidarietà morale a favore dei patrioti”.

Poi ancora manifesti, fotografie, memorie. «L’idea che anima la mostra  – spiegano gli organizzatori – non risolve la stagione politica e militare della Resistenza alla sola epopea del partigianato, ma evidenzia la complessità dei processi che portarono alla liquidazione del regime mussoliniano e al diverso grado di coinvolgimento delle forze sociali e politiche che si attivarono per chiudere con la guerra».

La mostra sulla Resistenza è visitabile fino al 19 febbraio.
La mostra sulla Resistenza è visitabile fino al 19 febbraio.

L’allestimento ci parla delle sofferenze del popolo italiano, dei suoi lutti e dei modi diversi di chi, armato o disarmato, rifiutò l’obbedienza alle parole d’ordine belliciste. La visita può essere abbinata a quella dell’esposizione «Il Culto del Duce», dedicata all’arte del consenso nelle raffigurazioni di Mussolini.

La mostra sulla Resistenza è visitabile fino al 19 febbraio, tutti i giorni tranne il lunedì (10-18). Biglietto unico 8 euro (comprensivo di visita a tutte le collezioni del MuSa); ridotto 5 euro. Info: www.museodisalo.it .

La mostra sulla Resistenza è affiancata da altre tre mostre temporanee (leggi qui).

un manifesto del Comitato di Liberazione Nazionale di Salò.
un manifesto del Comitato di Liberazione Nazionale di Salò.
Una delle fotografie esposte al MuSa.
Una delle fotografie esposte al MuSa.
Un torchio utilizzato dai partigiani per la stampa di materiale clandestino.
Un torchio utilizzato dai partigiani per la stampa di materiale clandestino.

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