Anpi: intitoliamo vie e piazze agli eroi gargnanesi

GARGNANO – Richiesta dell’Anpi di Gargnano al sindaco: «Ricordiamo i gargnanesi vittime della guerra e di disgrazie sul lavoro».

La locale sezione dell’Anpi li definisce “eroi gargnanesi” e chiede al Comune di ricordarli degnamente, fissando perennemente i loro nomi nella toponomastica del paese. La richiesta, firmata da Leila Bonacossa, presidente della sezione Anpi “Mario Boldini”, è stata recapita al sindaco Giovanni Albini nei giorni scorsi.

«Si tratta di gargnanesi di nascita o di adozione – scrive Bonacossa – che, pur vivendo e morendo nell’ombra, hanno onorato Gargnano e meritano che ne venga conservata la memoria».

Tra questi i fratelli Lucio (nella foto sopra), Angelo e Giovanni Colosio, residenti a Fornico, tutti caduti combattendo nella prima guerra mondiale. Nella Grande Guerra furono 196 in tutta Italia le famiglie che subirono la perdita di tre o più figli; 20 erano famiglie lombarde; nella provincia di Brescia i Comuni che hanno registrato la sciagurata perdita di tre ragazzi sono solo due: Remedello e appunto Gargnano.

Tre lutti, ma per una tragedia sul lavoro, segnano anche la vicenda della famiglia Girardi, detta «dei Girardèi»: Giuseppe, suo figlio Girardo e suo nipote Giuseppe furono vittime di una tragedia accaduta il 24 settembre 1936, quando la loro barca da pesca venne urtata da un piroscafo al largo del paese. I loro corpi non vennero mai ritrovati.

Poco conosciuta pure la vicenda di don Giuseppe Guarnieri, parroco di Navazzo negli anni della seconda guerra mondiale, arrestato per le sue omelie contro il fascio nell’autunno 1943 assieme a Francesco Montini, fratello del futuro Papa Paolo VI, e nuovamente nell’estate del 1944.

Curiosa anche la vicenda di Silvio Bertola, nato a Bologna ma domiciliato a Gargnano, figlio del Procuratore del Re, studente, volontario. In alcune pagine del suo diario descrisse la ritirata di Caporetto. La pubblicazione di quello scritto venne sollecitata un secolo fa dall’Amministrazione comunale di Gargnano alla famiglia, che procedette. Ne resta un unico esemplare presso l’Archivio di Stato di Brescia, riprodotto integralmente nel libro «Pensami Sempre» di Bruno Festa. Silvio Bertola, caduto per cause belliche, fu insignito della Medaglia d’Argento al valor militare.

L’ultima richiesta dell’Anpi riguarda Biagio Damiani, di Bogliaco, deceduto al fronte per cause di guerra, insignito di Medaglia d’Argento al valor militare.

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