In Lombardia didattica a distanza per superiori fino al 24 gennaio

LOMBARDIA - Regione Lombardia fa sapere che, in considerazione degli ultimi dati sulla diffusione del contagio, le scuole superiori continueranno con la didattica a distanza al 100% fino al 24 gennaio.

“Preso atto delle valutazioni e delle risultanze di carattere sanitario, connesse all’attuale diffusione del Covid, condivise con il Comitato Tecnico Scientifico lombardo, Regione Lombardia ha assunto l’orientamento di proseguire le lezioni per le scuole secondarie di secondo grado con la didattica a distanza al 100%”. Lo comunica in una Nota la Regione Lombardia.

“La decisione – prosegue la Nota – sarà formalizzata con un’ordinanza e resterà in vigore fino al 24 gennaio”.

«Non possiamo permetterci un’altra falsa partenza sulla scuola – ha scritto il presidente Attilio Fontana su Facebook – con un apri e chiudi che non fa bene né a studenti né ai dati sanitari. Preso atto dei dati e condivise le valutazioni con il Comitato Tecnico Scientifico lombardo, abbiamo assunto l’orientamento di proseguire con la didattica a distanza al 100% fino al 24 gennaio per le scuole superiori. Prendiamo questo tempo sia per ulteriori valutazioni sull’andamento del virus in questo primo mese del 2021, sia per mettere in campo nuovi e concreti provvedimenti per supportare la ripartenza in sicurezza».

Il consigliere della Provincia di Brescia con delega alla Pubblica Istruzione, Filippo Ferrari, commenta: «Stiamo danneggiando una generazione intera, che da ormai un anno segue le lezioni davanti a un PC, senza un contatto diretto con gli insegnati e senza la disciplina scolastica fondamentale e intrinseca nella partecipazione diretta che da sempre caratterizza la nostra formazione. Propongo, anche se consapevole di andare forse controcorrente, che i ragazzi dai 16 ai 18 anni, dopo il personale sanitario, siano sottoposti a vaccinazione.

È impensabile – continua Ferrari – che la scuola, gli studenti, e di conseguenza il nostro futuro, sia costretto a pagare le conseguenze di una emergenza sanitaria senza che l’istruzione sia considerata prioritaria a livello regionale. Mi auguro che si trovino presto soluzioni adeguate soprattutto in una provincia come quella di Brescia, che conta oltre 50mila studenti, che hanno pieno diritto allo studio e per i quali la Provincia non ha negato sforzi non solo per quanto riguarda la manutenzione degli Istituti e la sicurezza, anche anti-covid, grazie all’impegno dei dirigenti scolastici, ma anche per quanto riguarda il TPL.”

 

 

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